Negli ultimi 25 anni il mondo è cambiato come non mai. In questo ultimo quarto di secolo soltanto un fatto rimane immutabile: la presunzione di colpevolezza della Juventus, qualsiasi cosa succeda. Il doping negli anni novanta, calciopoli, l’acciaio dello Stadium, persino l’esame di italiano di Suarez, le recenti plusvalenze, ora che questo articolo sarà on line si sarà già saturi di articoli e meme della serie “che cosa rischia la Juve” per Pogba appena risultato positivo ai controlli antidoping e per Bonucciche vuole intentare causa alla Juventus per risarcimento danni. Lo schema del resto è collaudato: si aprono le indagini, si passano frammenti delle medesime alla stampa amica o meglio alla stampa nemica della Juve, si fa il solito titolo da clickbait ed il gioco - al massacro - è fatto. Il problema come abbiamo già scritto non è il tentativo mal riuscito di distruggere la Juve, ma quello perfettamente centrato di affossare il calcio italiano. Per una volta l’ha detta giusta Mario Balotelli, quando ha commentato che le partite del campionato turco sono ormai più interessanti di quelle della Serie A nostrana.
In tutto ciò è doveroso chiedersi se la proprietà della Juventus faccia sempre bene ad applicare il motto tanto caro alla real casa britannica, il “never complain never explain”. Scelta giusta in assoluto - per buttarla in latino “de minimis praetor non curat” - ma forse ogni tanto potrebbe anche servire alzare la voce o controbattere, consapevoli che per i tifosi avversari e per molti media hanno e avranno da sempre la loro verità in tasca. Discorso a parte per quel manipolo di (ex?) giornalisti ormai costretti ad esternare su Twitter le loro affermazioni, sperando che qualche juventino abbocchi e regali loro quelle luci della ribalta che comunque hanno sempre vissuto di riflesso. Purtroppo qualche bianconero ci casca ancora. Come se ne esce? Non se ne esce. Il VAR assegna un rigore alla Juventus? Scandalo da interrogazione parlamentare. Il VAR lo assegna contro? Decisione sacrosanta! Lukaku sta per diventare un giocatore della Juventus? Ecco il quotidiano di rosa vestito che passa senza fare un plissé dal definirlo un culturista ad un atleta perennemente sovrappeso, per poi tornare a lodarlo una volta passato alla Roma. Gli esempi potrebbero continuare all’infinito. E non si scomodi il motto “molti nemici molto onore”: sempre meglio ricordarsi quanto sia inutile discutere con chi sia in malafede. Si viene trascinati al loro livello e si è battuti con l’esperienza.