Fedez è tornato. Non dal regno dei morti, ma da un periodo (non lunghissimo) di allontanamento volontario dai social. In sua assenza il mondo è andato avanti, sono nati nuovi meme (anche su di lui, ma non solo), si sono susseguite nuove polemiche su OnlyFans, Alonso è arrivato terzo in Bahrain, ma soprattutto, sotto le foto del profilo della moglie, gli utenti continuavano a chiederle con stoica insistenza notizie sul consorte. Un coro da stadio di : "Ma Fedez?". "Dai Chiara fai uscire Fedez dall'armadio!". "Perdonalo, non sapeva quello che stava facendo". "Non ce ne frega nulla di come ti pettini, vogliamo le foto di coppia!". E fu così che dopo la pubblica riappacificazione il profilo della fashion blogger più famosa del mondo venne trasformato definitivamente in un profilo "familiare". A me i look della signora Ferragni interessano da quando Instagram manco esisteva. Insomma alla fine Federico Lucia (questo il suo vero nome) ha dovuto arrendersi, uscire dalla tana del boomer e dare delle spiegazioni sulla sua assenza. Dalle storie caricate su Instagram abbiamo capito che alla base del problema, alla base della necessità (mi verrebbe da dire un po' breve) di distaccarsi dai social, ci sia un grande disagio di natura psicologica. Non abbiamo però capito perché la moglie a Sanremo si sia incazzata come un'iguana e lo abbia tenuto fuori dal camerino, ma per adesso ci accontentiamo. Per evitare di dare opinioni a casaccio e fare la parte della pescivendola qualunquista ho chiesto allo psicologo Matteo Merigo di spiegarci un po' meglio le dichiarazioni del rapper sui farmaci che gli avrebbero causato diversi problemi.
Dottore, ma parlare sui social di queste problematiche non gli toglie un po' di valore?
No, anzi. Dall'ultimo post invita a prendersi cura della propria salute mentale. Gli sta dando valore, riconoscendone l'importanza. Come lui anche Luca Salvadori, a seguito di un attacco di panico, un po' di tempo fa ha parlato dell'importanza di affidarsi a dei professionisti. Si pensa che certi personaggi siano inarrivabili, indistruttibili, perfetti. Invece hanno problemi e difficoltà come tutti e affrontano il tema della mental health come se fosse il tema della salute fisica. In questo modo creano anche una sensibilità nella collettività ma che il mondo medico invece non porta così avanti. Messaggi di questo tipo sono costruttivi: "Se lui lo sta affrontando così, allora forse anch'io posso mettermi in discussione". Invece non è così.
Fedez nella sue storie ha parlato di effetto Rebound....sarebbe?
L'effetto rebound può avere anche effetti devastanti sulla persona. Sono gli effetti di quando o un farmaco ad un certo punto perde la sua efficacia, magari perché deve essere cambiata la molecola, oppure quando il farmaco deve essere interrotto di colpo senza un graduale scalo. A quel punto è come se si rompessero gli argini di una diga e tutto il malessere straripasse fuori. Potrebbe quindi che la sua situazione nasca proprio da questo. Ricordiamoci poi che era in una situazione di enorme stress, tra pre Sanremo e post Sanremo, che se non viene monitorata bene può creare davvero enormi problemi.
Ha parlato del suo percorso post operazione, come si affronta?
Psicoterapia. Esiste la psiconeuroendocrinoimmunologia, che cerca di lavorare proprio sugli effetti psicologici per migliorare lo stato di benessere mentale ed affrontare al meglio una situazione legata a quello che ha vissuto lui, ovvero legata a un tumore. Il problema è che spesso in questi casi ci si concentra, giustamente, sulla risoluzione della parte fisica e meno sugli effetti che può avere sulla psiche.
Fedez nelle storie ringrazia la moglie per il supporto. Qualcuno già mormora manovra di marketing, ma è difficile stare accanto a qualcuno con quel tipo di problematica?
Non è semplice, ed è giusto che la ringrazi, perché di solito chi sta accanto a persone che si ritrovano in quella situazione sono le stesse che gli danno la forza per andare avanti e affrontarla e andare oltre. Se poi in questi ringraziamenti ci sia altro onestamente non spetta a me dirlo, sono persone che sul marketing fondano la propria vita e il proprio lavoro, ma non dimentichiamoci che stiamo comunque parlando di "persone". I maligni possono dire quello che vogliono, io guardo il lato umano.