La recente vicenda del Sicilia Express, il treno low cost che ha collegato Torino a Palermo, ma anche la circolazione in affanno, questa mattina, tra la Puglia e il Molise, sulla linea Bari-Pescara tra Campomarino (in provincia di Campobasso) e Chieuti (nel Foggiano), rappresenta solo l'ultimo episodio di una lunga serie di ritardi che caratterizzano il trasporto ferroviario in Italia. Il Sicilia Express, partito sabato da Torino, ha raggiunto Palermo con un ritardo di 47 minuti, causando disagi ai circa 500 passeggeri che avevano scelto il servizio per tornare a casa a prezzi più accessibili, a partire da 29,90 euro. Ma perché, nonostante le promesse di miglioramenti e investimenti, i treni in Italia continuano a essere così inaffidabili? Uno degli elementi principali che contribuiscono ai ritardi dei treni italiani è l'inadeguatezza e l'obsolescenza delle infrastrutture ferroviarie. La rete ferroviaria nazionale è infatti datata, con tratti ancora gestiti su binari non elettrificati e con sistemi di segnalamento che spesso non sono all’altezza delle tecnologie moderne. Questo comporta una gestione più complessa e lenta dei traffici ferroviari, dove le eventuali criticità (come guasti tecnici o lavori di manutenzione) si ripercuotono direttamente sui tempi di viaggio.
Le linee più trafficate, come quelle che collegano il Nord e il Sud del paese, sono particolarmente soggette a ritardi a causa della congestione della rete. Questo accade soprattutto nei momenti di picco, quando numerosi treni si trovano a viaggiare contemporaneamente sulle stesse tratte, aumentando il rischio di ritardi a catena. La mancanza di un sistema efficiente di coordinamento tra i vari operatori ferroviari (Trenitalia, Italo e altri) non facilita la gestione ottimale della circolazione, creando ulteriori disagi per i viaggiatori. In Italia, la manutenzione della rete ferroviaria è spesso sottovalutata. Sebbene negli ultimi anni si siano registrati investimenti in nuove linee ad alta velocità e in modernizzazione delle infrastrutture, gran parte della rete tradizionale continua a soffrire di un'assenza di manutenzione adeguata. Gli interventi di ristrutturazione e miglioramento richiedono tempo, risorse e una programmazione che, in molti casi, si scontra con la scarsità di fondi o con le priorità politiche che spesso non danno la giusta attenzione al settore. Un altro fattore determinante è la gestione del personale, in particolare dei macchinisti e dei controllori. La carenza di personale qualificato e la difficoltà di coordinare turni e operazioni di riparazione contribuiscono ai ritardi. Gli scioperi, sebbene siano un fenomeno relativamente contenuto, rappresentano una forma di protesta che, in alcuni casi, può interrompere o rallentare l’intero sistema ferroviario, come accaduto negli ultimi anni in diverse occasioni. Un altro fattore che non può essere ignorato è l'introduzione della concorrenza tra i vari operatori ferroviari, come Italo e Trenitalia. Se da un lato questo ha incentivato una riduzione dei costi e un miglioramento di alcuni servizi, dall'altro ha reso più difficile una gestione coordinata della rete. La corsa a massimizzare i profitti, in alcuni casi, ha avuto un impatto negativo sulla puntualità, soprattutto sui treni a lunga percorrenza, che risentono della difficoltà di garantire la frequenza e il numero di corse previste. Nonostante gli sforzi per migliorare il servizio, i ritardi dei treni in Italia sembrano essere il risultato di una serie di problemi strutturali che vanno dalla carenza di manutenzione delle infrastrutture alla difficoltà di coordinare la gestione della rete e del personale. Il caso del Sicilia Express evidenzia come il problema non riguardi solo i treni ad alta velocità, ma anche quelli regionali e low cost, che spesso sono soggetti agli stessi disagi. Per risolvere la questione, sarebbe necessario un piano di investimenti più incisivo e una riforma della gestione delle risorse, che consenta di ridurre i disagi per i passeggeri e migliorare la competitività del trasporto ferroviario nel lungo periodo.