Carlo Calenda è on fire. Dopo l’intervista rilasciata a Sette (Corriere della Sera), in cui rivelava a Tommaso Labbate retroscena inediti su persone e momenti che hanno segnato il suo percorso professionale e personale, a partire dalla sua esperienza con Lapo Elkann, è tornato a bomba sull’argomento in modo molto divertito. Come nasce il rapporto con Lapo e quella strana convivenza? “Con Lapo eravamo in Ferrari insieme, siamo entrati lì praticamente nello stesso periodo e abbiamo condiviso l’appartamento per un po’ di tempo. Poi mi sono sposato, è venuta mia moglie e siamo andati via. Era molto ragazzino all’epoca, diverso da oggi. Era molto simpatico, creativo, ma era ovviamente incasinatissimo. Infatti, se doveva andare a fare la spesa, non c'era verso di fargli comprare le cose che servivano, tornava con cento chili di mozzarelle”. Esordisce così il leader di Azione. Ma quindi vivevano insieme lui, la moglie di Calenda e Lapo? “Per un breve periodo sì. Quando ci siamo sposati mia moglie è venuta a vivere e lavorare a Modena. Quindi per un periodo, finché non abbiamo trovato una casa per conto nostro, abbiamo vissuto con lui”.
Ai microfoni dei The Journalai prosegue: “Era una cosa che succedeva spesso perché prima di vivere con Lapo avevo convissuto con altri due ragazzi. La Ferrari era un posto meraviglioso per lavorare, ma siccome tutti sapevano che il brand era forte ti pagavano pochissimo. Sapevano che lavorare per la Ferrari era un privilegio, per cui tutti noi giovani ci dividevamo le case”. E com'era la vita notturna con Lapo Elkann? “Non mi ricordo nemmeno se siamo andati a grandi feste, perché la vita notturna a Modena è praticamente morta. La cosa più pazza che abbiamo fatto insieme è stata la partita del cuore. Siamo andati a giocare nella squadra della Ferrari contro quella dei cantanti: io ero in porta, sono arrivato tutto ben vestito, con la divisa Ferrari che era stupenda. C’erano i raccattapalle che mi guardavano con ammirazione per la bellezza degli abiti che avevamo, ma ho preso otto gol. Poi c’era Lapo, che non sa giocare a pallone, che doveva marcare Zenga, ma siccome non ci riusciva lo prendeva a calci, gli dava continuamente botte, finché Zenga non lo ha acchiappato e gli ha detto ‘senti, mi hai rotto i coglioni. O la smetti o ti gonfio’. Però sia la mia vita che la sua erano molto orientate sull’ufficio; quindi, grandi serate non ci sono state. Anche perché lavoravamo tantissimo, in Ferrari ti spremevano e la sera andavamo a mangiare in questo ristorante che si chiama Montana, dove vanno anche i piloti, infatti ho preso 15 chili lì”.
Ma la convivenza come funzionava? “Ci alternavamo con la spesa, ognuno con una certa dose di incapacità, come con la regolazione del termostato. Da noi facevano 40 gradi fissi, non capivamo perché, infatti Lapo andava in giro in pareo. Poi io cambiavo le lenzuola, mentre Lapo ce ne aveva uno solo e l’ho mandato subito a comprarne altre. Dell’addio al celibato che abbiamo fatto insieme? Non ne parlerò mai, non si parla degli addii al celibato, è una delle regole del fight club”. Quando gli pongono la domanda su Fedez e Tony Effe, oltre che sul concerto del rapper a Roma risponde seccamente: “Non me ne frega niente. Non commento. Una delle cose che ha distrutto la politica sono i politici che commentano Fedez, Tony Effe e Chiara Ferragni, io non li commento. Sapete che credo di non aver mai sentito nemmeno una canzone di Tony Effe? Non voglio nemmeno vedere un testo. Sono vecchio, non guardo nemmeno il Festival di Sanremo”.