Schietto e diretto, Luca Jurman non ha paura di dire la sua. Artista, produttore, vocal coach, docente più discusso d’Italia, nella prima parte della nostra intervista ha parlato di tutto, dalla classifica Spotify sugli artisti più ascoltati in Italia nel 2024 al chiacchieratissimo caso di questa settimana: Tony Effe censurato ed escluso dal concerto di Capodanno a Roma. Ma non solo. Perché con Jurman abbiamo parlato anche di Sanremo, e di alcuni degli artisti in gara, e di Sanremo Giovani, che non ha convinto né noi né lui. E se pensate che la sua sia “solo” una visione purista della musica, in un mondo sempre più digitalizzato e commerciale, dovete proprio leggere questa intervista per capire meglio chi è, e cosa dice davvero, Luca Jurman.
Gli artisti più ascoltati in Italia, secondo la classifica Spotify, sono tutti rapper e trapper. Alla faccia di chi dice che il rap è morto…
Partiamo dal presupposto che forse il vero rap sta morendo in Italia, ma la trap ancora no, ma sicuramente tra un po’ comincerà la sua agonia. Parliamo di classifiche che non hanno neanche più senso di esistere, essendo basate su logiche commerciali e non più sull’arte. E non sempre sono veritiere. Siamo in un momento storico in cui c’è chi si sveglia e chi ancora non lo fa, o non lo vuole fare, perché ha paura di scoprire o riconoscere che tutte le cose che sono avvenute negli ultimi dieci anni sono accostabili alla fuffa. Quando parlo attraverso i social o piattaforme, come Twitch o YouTube, mi accorgo che molti non vogliono ammettere di essere stati fregati, manipolati, usati.
Perché?
L’italiano si sente troppo furbo per essere o essere stato manipolato. Quando sono stato dentro a tutto il sistema da una parte ero inconsapevole di quello che accadeva, perché il mio scopo è sempre stato quello di aiutare il talento e di far conoscere il linguaggio della musica. Quando mi sono reso conto di come funzionavano certe cose, veramente brutte, spesso antitetiche e soprattutto disumane, perché si calcolavano i numeri e delle persone non fregava niente, non ho resistito e ho voluto andarmene da tutto e da tutti. Però c’è stato un momento di transizione, in cui volevo fare come il cavallo di Troia, andare contro il sistema, entrando nel centro e farlo implodere.
E poi cos’è successo?
Da una parte ci sono riuscito per un periodo a far capire al pubblico certe cose, poi me ne dovevo andare, perché mi stavo intossicando. Me ne sono dovuto andare, e non parlo solo di Amici, o della tv e dei media, ma anche della discografia in generale. Tornando alla classifica, su cos’è basata, su quello che ascoltiamo noi o gli altri? Si basa su una massa che usa Spotify in maniera quasi ipnotizzata o su persone che ascoltano davvero e conoscono la musica e il suo significato più artistico? C’è gente che manco ascolta un brano per intero, ascoltano venti secondi e basta. Sono quegli ascoltatori che non si affezionano agli artisti, seguono le mode del momento e poi si dimenticano di tutti. Ma questo non è un modo di rispettare né l’arte né l’artista.
Si affezionano per motivi che non riguardano la musica?
Esatto. Se dovessero veramente valutare anche la profondità dei testi nello stesso modo in cui ascoltano la musica ci sarebbe da preoccuparsi. Ad esempio le generazioni di adesso, che si “lamentano” di tutto quello che succede, dal rispetto delle donne ad altri temi, cazzo ma quello che viene pubblicato da persone che fanno parte di queste classifiche vanno esattamente contro tutto questo. Come faccio a seguire una classifica del genere? Ma poi, chi se ne frega di Spotify.
Spiegami meglio.
Io personalmente non ho mai pubblicato nulla di mio su Spotify e non me ne frega niente di farlo, ciò che si trova di mio è stato pubblicato da una casa discografica indipendente con cui non ho più rapporti. Perché se, in generale, pubblico un album oggi spendo un sacco di soldi, tempo ed energie, non potendo avere riscontro in un pubblico settoriale, quando recupererei ogni sforzo? Purtroppo qui c’è un discorso ampio da fare, perché tutto deriva dalla televisione e dalla società connesse, che abbassano sempre di più l’età e la cultura dei partecipanti al mondo musicale, illudendoli di essere artisti, tutti grandi fenomeni, quando in realtà non è così. Non vorrei che le nuove generazioni si allontanassero dalla musica, anzi. Si dovrebbe collaborare per l’evoluzione, ma qui siamo davanti a una grave involuzione. Tutto questo è dovuto a una cattiva divulgazione sullo studio della musica che richiede impegno, spirito di sacrificio e soprattutto tempo. Tempo che spesso le nuove generazioni non vogliono investire.
Sanremo non è ancora iniziato e già ci sono tantissime polemiche, dai 30 artisti in gara ai temi che verranno trattati nei brani, fino al Festival “meno rap”, però poi troviamo Tony Effe, Emis Killa, Fedez.
Ha chiamato proprio il meglio di quello che aveva detto che non avrebbe chiamato. Comunque, io parto da una cosa di cui molti non si rendono conto: Sanremo nasce per far conoscere la musica italiana nel mondo, non gli artisti. Questo è un problema serio. A me non frega nulla di chi canta e trovo fastidioso che l’attenzione sia ormai solo sulle persone. A me già il fatto che ci si concentri su Achille Lauro, Rkomi, Rose Villain, Irama, Emis Killa, Sarah Toscano… ma chi cazzo se ne frega. E poi se guardi sono tutti ex Amici o X Factor, specialmente a Sanremo Giovani. L’unica cosa che ha fatto Carlo Conti quest’anno, furbamente, è stato creare un misto fritto, per accontentare un po’ tutti e risicare ascolti da ogni generazione.
Ad esempio?
Per accontentare i boomer ha fatto “scelte nostalgiche” con Massimo Ranieri e Marcella Bella (anche se almeno loro cantano, e hanno una storia artistia importante ed è giusto riconoscerlo). Sono contento per una vocalità come quella di Serena Brancale, anche se era uscita da Sanremo facendo un rap in cui parlava di tutti quelli che abbiamo nominato in vari giochi di potere, per poi tornare invece dentro il sistema e qui un po’ il punto di domanda mi rimane. Da parte di Conti ci sono delle scelte “intelligenti” e strategiche da un punto di vista di comunicazione, ma la mia preoccupazione, ed è quella che tutti dovrebbero avere, rimangono le canzoni.
Torniamo un attimo ai rapper, parliamo di Tony Effe, della censura, di quello che sta succedendo in queste ore, con le prese di posizione degli artisti, ma non solo.
Io mi chiedo come siamo arrivati a un tale livello di ignoranza e di totale mancanza di rispetto nei confronti dell’arte. La musica dovrebbe fare del bene alle persone, ma tramite i testi di Tony Effe, veramente di basso livello e volgari, che arricchimento personale dovrebbe avere il pubblico? E tutto questo casino andava gestito prima, non posso credere che il sindaco di Roma non sapesse chi cazzo fosse. Comunque sono molto scettico su tutto, mi sembra che si facciano le cose solo per l’hype, e lo trovo davvero inutile e assurdo. A questo punto uno si chiede: ma queste persone non hanno idea di chi chiamano per queste manifestazioni importanti, o lo sanno e se ne fregano, perché richiamano soldi? Non si fanno più i concerti per esprimere arte, ma per guadagnare. Ma poi si parla del concerto a Roma, ma Tony Effe va a Sanremo, e si sa da ben prima. Spero almeno che poi ci vada con un testo pazzesco, magari di denuncia, invece di quei testi allucinanti e misogini, forse per riscattarsi.
Da chi ti aspetti qualcosa di buono?
Forse Noemi, sperando le abbiano scritto qualcosa di forte, il ritorno di Giorgia, sperando in un ritorno di grandi canzoni, e non delle ultime del suo periodo, che sono molto discutibili. Da un punto di vista cantautorale Lucio Corsi e Simone Cristicchi. E che Elodie cerchi di fare qualcosa di interessante a livello musicale, invece di pensare molto di più alla parte scenica.
Ecco, penso che le persone non capiscano che Elodie sia una bravissima interprete e si fermino solo al gossip. Forse si è dovuta piegare a delle logiche di mercato in questi anni…
Ferma, aspetta un attimo… Partiamo dal presupposto che i “bravissimi interpreti” sono altri. Elodie, per il momento, possiamo considerarla una voce abbastanza interessante e una discreta interprete. Nelle varie ere musicali ci sono stati artisti che attraverso la loro arte, anche comunicativa, hanno creato discordie, come Loredana Bertè, Renato Zero, Anna Oxa, Alberto Camerini. Se poi parliamo dell’estero, vedi Madonna, Billie Eilish, Lady Gaga, diciamocelo, Elodie non ha inventato niente. Se un artista sale sul palco e fa vedere il culo, ma dimostra di valere qualcosa musicalmente e porta un messaggio importante è un discorso, ma se deve fare altro solo per piegarsi alle logiche del mercato lì perde la mia stima artistica, chiunque sia. Questo discorso vale anche per chi potrebbe cantare brani di tutto rispetto e invece, sempre per le logiche del mercato, sceglie canzonette scritte sempre dagli stessi autori solo per rincorrere i soliti streaming. Tornando a Elodie, mi piacerebbe che salisse sul palco di Sanremo e andasse davvero in controtendenza, cantando un brano incredibile, una ballad pazzesca scritta benissimo, insomma una performance storica. Mi interessa che portino musiche belle e testi profondi, anche nel mondo del rap. Certo che se Conti dice “a Sanremo non ci devono essere temi sociali e sulla guerra”...
Cosa ne pensi?
Che è tutto sbagliato. Gli artisti hanno il dovere etico e morale di fare qualcosa per il bene dell’umanità. Ad esempio quando arrivò Faletti, che certamente non era un cantante, si presentò con un testo molto forte proprio per trattare un tema molto sentito dagli italiani. Benché avesse tutti contro da un punto di vista musicale arrivò secondo, portando così alla vittoria un testo poetico che è rimasto nella storia parlando di mafia. Sanremo è anche verità. Possiamo vietare di scrivere di guerra o di temi sociali importanti? È una grave imposizione.
Invece, per quanto riguarda Sanremo Giovani?
Fa schifo. Non dovevano nemmeno chiamarlo “Sanremo Giovani”, anche perché aver abbassato il limite d’età è stata una scelta imbarazzante e violenta contro tutti quei cantautori che ora non avranno più luce. E vogliamo parlare della giuria tecnica? Ma ci stanno prendendo per il culo? L’unico valido e su cui speravo di contare è Cremonesi, che però con i suoi giudizi mi ha lasciato con l'amaro in bocca e con il dubbio di essersi anche lui lasciato affascinare dal mondo televisivo. Confidavo anche su Daniele Battaglia, che essendo figlio di un grande musicista, nonché amico, potesse dare anche lui dei giudizi corretti, ma sembrava fossero tutti al saggio di fine anno delle elementari. Avrebbero dovuto prendere dei grandi esperti, e invece non l’hanno fatto. Se il talento deve essere filtrato così si è davvero invertito tutto. Oggi determiniamo la produzione artistica in base a cosa vogliono il mercato e le piattaforme di streaming, ma una volta era Sanremo a dettare legge, e gli altri dovevano adeguarsi, non il contrario.
Ed è stato relegato alla seconda serata. Non gli è stato per niente riconosciuto lo stesso spessore del Festival.
A degli orari improbabili, ma chi cazzo lo segue? È veramente tutto imbarazzante, compreso il fatto che siano passate persone che fanno sempre parte degli stessi circuiti e del cucuzzaro di Amici e X Factor. Potevano evitare tutta questa pantomima e farli passare direttamente a febbraio. Così invece rimarranno come sempre al palo chissà quanti artisti, autori e interpreti che nemmeno saranno stati ascoltati.