Elodie è pronta per calcare ancora una volta il palco del Festival di Sanremo, edizione 2025 con il ritorno di Carlo Conti alla conduzione. E lo farà cantando il brano “Dimenticarsi alle 7”, come ha raccontato in un’intervista rilasciata a Repubblica: “È bel dramma romantico. Non è autobiografica, però c’è molto di me. Mi sono trovata in questa situazione, ma non parla di oggi. Mi piace interpretare, non ho la necessità di dire questo pezzo l’ho scritto io”. Elodie è solita rivendicare sempre le libertà di tutti, e recentemente lo ha fatto prendendo, come molti altri suoi colleghi, le parti di Tony Effe escluso dal concerto di Capodanno a Roma: “Non l’ho fatto pubblicamente, ma sì, sono d’accordo con i miei colleghi. Possiamo avere gusti diversi, ci possono piacere generi differenti, fa parte della democrazia parlarne. Questo non deve impedire a un ragazzo di salire sul palco”.
E sul sostegno a Tony Effe da parte delle donne, una circostanza che in molti ritengono inopportuna per via dei brani sessisti del rapper: “Ci si può confrontare sul linguaggio, quella è la sua forma di espressione: nella vita reale non fa quelle cose. Senza fare paragoni, Tarantino gira film violenti, ma non uccide nessuno. Faccio ancora un altro esempio, proprio sulla mia fisicità: io uso il corpo sul palco, lo mostro, ma nella quotidianità non vado in giro in mutande. Ci stiamo dimenticando dello storyelling, allora non dovremmo fare il cinepanettone, anche quello propone un certo linguaggio, ma è uno spaccato dell’Italia. A me non piace, però è una realtà che esiste, e tanti ridono. Una cosa può piacere e non piacere. Il rap non è il mio genere preferito, però ci sta. Un artista può esprimersi”. E sul tour negli stadi a giugno: “Stiamo costruendo una cosa bella col mio team. È un azzardo ma sono brava a lanciarmi, so di essere coraggiosa. Non devo rincorrere il sold out. Se non farò sold out mi accontento. Dei record non me ne frega niente. Sapere che c’è gente a cui fa piacere stare con te, ascoltarti, è già una grande vittoria. Ci facciamo fregare dall’idea di essere numero 1. Invece puoi essere numero 10 e non significa che non sia importante lo stesso”.