Dopo mesi di richieste e solleciti caduti nel vuoto, Pietro Orlandi è stato finalmente convocato da Alessandro Diddi, Promotore di Giustizia Vaticano. Un incontro durato più di 7 ore, attorno al quale si è calamitata una grandissima attenzione, e che ha scritto un’importante pagina di storia. Pietro, dopo aver lasciato il Vaticano, ha partecipato insieme all’avvocatessa Laura Sgrò e al giornalista Andrea Purgatori alla trasmissione DiMartedì, condotta da Giovanni Floris, dove ha raccontato cosa è accaduto durante le ore trascorse insieme al Promotore: “Un incontro lungo e positivo. Ho percepito la volontà di fare chiarezza, lo stesso Diddi mi ha detto di aver avuto mandato dal Segretario di Stato e da Papa Francesco di fare chiarezza al 100%, di indagare a 360 ° e di non fare sconti a nessuno, dalla base al vertice. Ho verbalizzato tutto, nomi e cognomi di tutte le persone coinvolte nelle indagini fatte privatamente. Lui mi ha assicurato che le indagini andranno avanti fino alla fine, e che sono cominciate già da parecchio tempo. Ho ribadito che secondo me ci sono delle responsabilità interne al Vaticano, che Giovanni Paolo II, Ratzinger e Papa Francesco siano a conoscenza di quello che è avvenuto. Mi hanno assicurato che non c'è nessuna coincidenza con i funerali di Ratzinger. Non ho fatto sconti a nessuno nemmeno io. È giusto indagare a 360 °, nel 2023 non possono esserci persone intoccabili. Non è la prima volta che ci incontreremo oggi”. Durante la trasmissione è stata fatta ascoltare una delle registrazioni che Pietro ha consegnato a Diddi, registrazione in cui un uomo vicino alla Banda della Magliana parla al giornalista Ambrosini, in cui il riferimento a Papa Wojtyla è chiaro, e ancora una volta torna prepotente la connessione con la Banda della Magliana: “Enrico De Pedis è sepolto lì (Basilica di Sant'Apollinare) per grazia ricevuta, non per quello che dice quella pazza della Minardi. Allora Wojtyla… pure insieme se le portava a letto, non so dove se le portava, all’interno del Vaticano. Quando è diventata una cosa che ormai era diventata una schifezza, il Segretario di Stato ha deciso di intervenire. Ma non dicendo a Wojtyla “mo le levo da mezzo”, si è rivolto a chi? A lui. Essendo esperto nel carcere, perché faceva il cappellano ai riformatori e poi al carcere, si è rivolto ai cappellani del carcere. Uno era calabrese e l’altro un furbacchione, un certo Luigi e un certo Padre Pietro e gli hanno detto “Sta succedendo questo, ci puoi dare una mano”. Punto. Il resto sono tutte cazzate”. Registrazione commentata dallo stesso Pietro: “L’audio senza bip è molto più pesante, i riferimenti su Wojtyla sono molto precisi, non c’è ombra di dubbio su quello che dice, di come lo chiamavano all'interno del Vaticano, di come era conosciuto all’interno del Vaticano. Questa persona deve essere ascoltata, perché fa delle accuse molto gravi. Le persone nell’ambiente Vaticano restano molto meno sconvolte quando faccio accenno a questa situazione, rispetto a giornalisti o qualche politico. Mi è stato raccontato che Wojtyla la sera se ne usciva con due suoi amici monsignori polacchi, perché aveva bisogno di respirare una boccata d'aria, qualche dubbio mi viene. Non andava certo a benedire le case”.
Andrea Purgatori, che da sempre segue il caso di Emanuela Orlandi, ha sostenuto che in questo momento, dopo la convocazione da parte del Promotore Diddi si è arrivati a un punto di partenza, non di svolta: “Non siamo al traguardo, però hanno messo in moto una macchina che secondo me ora non si ferma più. Non è un'inchiesta che si può chiudere con un nulla di fatto”. Anche l’avvocatessa Sgrò, legale di Pietro che lo sta accompagnado da anni in questa battaglia, ha chiarito la loro posizione: “Sicuramente è un momento importante, quello che è capitato oggi noi lo chiedevamo da anni e soprattutto non era mai successo in quarant'anni. Abbiamo depositato una memoria, il Pm sta facendo il suo lavoro, credo che siano in una fase di approfondimento di questa memoria e della documentazione rilasciata in precedenza. Oggi ho letto della volontà del promotore di voler collaborare anche con la giustizia italiana e questa è storia, sarebbe la prima volta nella storia italiana in cui il Vaticano e l’Italia, avvalendosi del Concordato, davvero in uno scambio reciproco possano mettere a disposizione l’uno dell’altro gli elementi che hanno a disposizione, per Emanuela, per questa famiglia nonostante siano passati 40 anni. Abbiamo letto pure che avrebbe trovato delle carte impolverate e questa cosa è bella visto che fino a questo momento il Vaticano ha sempre detto di non avere fascicoli e incartamenti, quindi siamo fiduciosi nelle carte impolverate. Sicuramente ha a disposizione degli archivi cui noi non abbiamo mai avuto accesso, quindi l’augurio è che questi ventilati dossier di cui si parla da molti anni di fatto possano saltare fori. Ci sono delle persone ancora vive che possono dare il loro contributo, anche questo è molto importante. Il pm Vaticano ha giurisdizione soltanto in questo fazzoletto di terra, e qui la procura di Roma non è mai riuscita ad accedere”. L’attenzione mediatica è alta, ed è inevitabile chiedersi cosa accadrà ora. Anche perché c’è un dettaglio di non poco conto qualora si arrivasse a processo. Presidente del Tribunale Vaticano è Giuseppe Pignatone, la stessa persona che nel 2015, nel ruolo di Procuratore Capo di Roma decise per l’archiviazione del caso di Emanuela. A chiarire questa eventualità l’avvocatessa Sgrò: “Adesso non succede niente, il problema potrebbe verificarsi nel caso in cui domani venisse stabilito un processo perché il presidente del tribunale Vaticano è una persona su cui comunque saranno fatte delle indagini, quindi evidentemente c'è un problema di incompatibilità. Non potrà essere lui a presiedere il Tribunale in caso di processo. Il problema di quello staterello piccolo piccolo è che il rischio dell'incompatibilità su tante persone è alto, quindi bisognerà fare molta attenzione anche a questo”. La partita è appena iniziata, il castello di carte che il Vaticano ha instancabilmente tenuto in piedi per quarant'anni potrebbe finalmente crollare. Stay tuned.