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È morto Andrea Purgatori. Cosa sapeva sul caso Orlandi? Un segreto che ci ha svelato e che il Vaticano ha voluto coprire

  • di Giulia Ciriaci Giulia Ciriaci

È morto Andrea Purgatori. Cosa sapeva sul caso Orlandi? Un segreto che ci ha svelato e che il Vaticano ha voluto coprire
Lutto nel mondo del giornalismo. Andrea Purgatori, giornalista d'inchiesta e volto della trasmissione Atlantide, si è spento all'età di settant'anni per una malattia fulminante improvvisa. Alla vigilia del quarantesimo anniversario della scomparsa di Emanuela Orlandi aveva commentato per noi di MOW gli ultimi sviluppi e le incongruenze di un mistero che appare sempre più intricato: “La prova in vita di Emanuela, se davvero è stata tenuta in ostaggio, nessuno l’ha mai data. Questo non succede normalmente in un caso di sequestro”. E sulla commissione parlamentare d’inchiesta: “Se non la frenano potrà mettere le mani sulle carte dei servizi segreti”. La pista più plausibile: “Penso che ci sia stato un ricatto finanziario in Vaticano, in cui Emanuela, da morta, è stata utilizzata”

di Giulia Ciriaci Giulia Ciriaci

Sono trascorsi esattamente quarant’anni dalla scomparsa di Emanuela Orlandi, da quel caldo 22 giugno 1983 che se la portò via con sé a soli 15 anni. A quel tempo Andrea Purgatori lavorava per il Corriere della Sera e iniziò a scriverne, a indagare con una tenacia che non ha mai smesso di accompagnarlo in questo arco di tempo così infinitamente lungo, fatto di continui depistaggi, colpi di scena e mille piste tutte irrisolte. Noi di MOW lo avevamo intervistato, prima che la malattia lo portasse via troppo presto, ripercorrendo con lui i vari tasselli che compongono un caso diventato ormai internazionale, complice anche la docuserie "Vatican Girl" distribuita da Netflix a fine 2022 sulla scomparsa di Emanuela. Perché da quel momento, inutile negarlo, qualcosa è cambiato, da quando in una mattina come tante Roma si è svegliata con il volto di Emanuela che tappezzava la città, esattamente come nel 1983. Da lì la richiesta dell’istituzione di una commissione parlamentare d’inchiesta, la morte di Ratzinger e l’apertura, per la prima volta dopo quarant’anni, di un’indagine interna al Vaticano. La storia di Emanuela ha fatto il giro del mondo, ma gli interrogativi che ancora oggi rimangono senza risposta sono troppi. Cosa le è accaduto quel pomeriggio? Per Andrea Purgatori è stata utilizzata, da morta, per un ricatto finanziario consumatosi tra le mura vaticane…    

Andrea Purgatori
Andrea Purgatori

Giuseppe Pignatone afferma di non aver mai ostacolato le indagini su Emanuela Orlandi, è d’accordo?

Come fa a dire che non le ha mai ostacolate se ha deciso l’archiviazione, anche se con altri magistrati. È una contraddizione.

Cosa non ha fatto Pignatone quando ne aveva la possibilità?

Secondo me c’erano tutti gli elementi per continuare le indagini. Infatti, era quello che chiedeva Giancarlo Capaldo, il magistrato che stava indagando.

Pignatone ha in un certo senso scaricato le responsabilità su Capaldo?

Non lo so. I fatti sono questi: l’inchiesta si è chiusa mentre secondo me doveva restare aperta.

Crede che la commissione parlamentare avrà un seguito?

Se non la frenano, e ho visto che ci sono segnali di questo genere, potrà mettere le mani sulle carte che ci sono in circolazione. Soprattutto quelle dei servizi segreti, perché non indagarono soltanto carabinieri e polizia sulla scomparsa di Emanuela. Queste secondo me sono carte importanti.

Le commissioni d’inchiesta spesso più che svelare hanno insabbiato. Sarà anche questo il caso?

No, non è vero. Le mani sulle carte possono metterle, quindi sta a loro.

Pietro Orlandi ha raccontato che anni fa ci fu una trattativa tra Vaticano e Procura di Roma per la restituzione del corpo di Emanuela, concorda con le sue parole?

Questo è quello che dice Capaldo. Lui stesso mi raccontò che il capo e il vicecapo della sicurezza del Vaticano andarono a parlargli, e che questo incontro poteva portare ad avere notizie sulla sorte di Emanuela. Incontro che è stato confermato anche nel libro di Padre Georg. Questo è un pezzetto in più che non sapevamo.

Episodio collegato con il corpo di De Pedis tumulato nella Basilica di Sant’Apollinare?

Sì, era collegato con l’apertura della tomba di De Pedis.

Emanuela Orlandi
Emanuela Orlandi

Cosa pensa della famosa audiocassetta fatta ritrovare nel 1983?

A me dissero che si trattava dell’audio di un film porno. Oggi non ho elementi per dire che si trattasse di qualcosa di diverso. Però c’è da dire che la prova in vita di Emanuela, se qualcuno come molti sostengono veniva realmente tenuta in ostaggio, non l’hanno mai data. Questo è un qualcosa che non succede normalmente in un caso di sequestro. Come prima cosa si fa vedere che l’ostaggio sta bene, e che lo si ha in mano.

Classica foto con il giornale in mano?

Sì, esatto.

Come mai proprio ora il Vaticano ha aperto per la prima volta un’indagine?

Perché c’è una fortissima pressione, e perché la strategia del silenzio non poteva continuare ad essere perseguita. Non ce la facevano più. Poi secondo me anche il fatto che è morto Ratzinger ha inciso, rendendo Papa Francesco più libero di muoversi. Questo è un segnale.

In cosa hanno sbagliato le indagini inizialmente?

Non so in cosa abbiano sbagliato, ma so che probabilmente avrebbero dovuto fare di più. Stanno venendo fuori una serie di cose da cui emerge che c’erano molte più piste da seguire, e molte più persone da ascoltare.

Qual è la pista più plausibile?

Penso che ci sia stato un ricatto finanziario in Vaticano, in cui Emanuela, secondo me da morta, è stata utilizzata.

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