Dopo la notizia dell’apertura dell’inchiesta da parte del Vaticano sulla scomparsa di Emanuela Orlandi, il caso della quindicenne cittadina vaticana spartita nel nulla nel 1983, è tornato finalmente a riempire le pagine dei giornali, complice anche la serie Netflix Vatican Girl. Anche Fedez con il suo podcast Muschio Selvaggio non ha mancato di parlarne, invitando in trasmissione il giornalista nonché conduttore di Quarto Grado Gianluigi Nuzzi. Un podcast seguitissimo quello del rapper, che durante il racconto della storia di Emanuela si è lasciato andare a degli sghignazzi un po' fuori luogo, dato l’argomento della discussione. “Non l’hanno mai trovata” esordisce Fedez, prima di cedere a delle risate che in un primo momento ha tentato invano di trattenere: “La stanno ancora cercando. Mi faceva troppo ridere, e non fa ridere”. Il tutto sotto lo sguardo leggermente attonito e imbarazzato di Nuzzi, che ha provato a sdrammatizzare la situazione commentando così la frase di Fedez: "Questo è black humor, che è sideralmente antitetico rispetto a un giornalista”. Una pioggia di commenti poco felici sta accompagnando l’esternazione del cantante, il cui video sta rimbalzando velocemente sui social provocando l'indignazione di tantissimi utenti, motivo per cui abbiamo chiesto a Pietro Orlandi, fratello di Emanuela, cosa ne pensasse dell’accaduto: “In tanti anni ho dovuto subire comportamenti in malafede e cattivi ben peggiori di una risata non nata sicuramente con la volontà di offendere, o mancare di rispetto (me lo auguro). Si tratta semplicemente di immaturità, come quando da ragazzini poteva scappare una risata durante un funerale”.
Un momento di ingenuità quello di Fedez, ma Pietro non ha mancato di sottolineare che si sia trattato solo di questo, un momento, a fronte di un’intera puntata dedicata esclusivamente alla storia di Emanuela: “Sono felice che in una trasmissione così seguita abbia trovato spazio la questione di mia sorella, è importante che al di là della risata se ne sia parlato, e per questo lo ringrazio”. Emanuela è scomparsa da quasi quarant’anni, un tempo esageratamente lungo, all’incirca la metà della vita media di una persona, tempo in cui la sua famiglia non ha mai smesso di battersi per arrivare alla verità, motivo per cui certi comportamenti anche se privi di malafede e cattiveria possono essere ugualmente inopportuni: “Però non posso negare che mi è dispiaciuto sentir ridere alla frase ‘la stanno ancora cercando’, visto che sono quarant’anni che sto facendo questo. Dai, lo perdoniamo”. Conclude così Pietro, nella totale consapevolezza che l’importante è che di Emanuela si parli, che non si smetta mai di parlarne.