Non si fermano i detti e i non detti attorno al caso di Emanuela Orlandi, la quindicenne cittadina vaticana scomparsa il 22 giugno 1983. Ricordiamo tutte le telefonate che arrivarono a casa della famiglia, nel periodo immediatamente dopo la sparizione, da parte di chi raccontava di essere in possesso di chissà quale verità. O che si presentava come il presunto rapitore di Emanuela. È questo il caso dell’Americano, ribattezzato così per l’inflessione straniera nel tono della sua voce. Anni dopo, nel 2013, il fotografo romano Marco Accetti si autoaccusò di essere il telefonista. Anche se, al momento, nessuna perizia lo ha stabilito con assoluta certezza. Sul settimanale Giallo è stata riportata proprio una delle frasi pronunciate al tempo dall’Americano: “A tua ragazza piace un ragazzo di nome Alberto che ora fa il militare”. Quanto c’è di vero in questa frase?
Emanuela era invaghita di un suo compagno della scuola di musica, Alberto. Lui aveva 19 anni ed era da poco partito per il militare quando Emanuela scomparve. Pietro Orlandi ha commentato la “notizia”, spiegando che in realtà notizia non è: “Tutte le sue compagne sapevano che a Emanuela piaceva questo Alberto e Alberto piaceva Emanuela, purtroppo non hanno fatto mai in tempo a dirselo. Ma questo normale sentimento cosa c'entra col rapimento? Anche le cose più semplici qualcuno cerca di far diventare un indizio inconfessabile. Sembra che ci sia sempre la necessità di allontanare dubbi da ambienti più in alto e riportare sempre in ambiente famigliare o ragazzini amici di Emanuela”.