C’è una figura che gravita attorno alla scomparsa di Emanuela Orlandi di cui si parla sempre molto poco. Si tratta di Gennaro Egidio, il legale che seguì il caso dall’inizio e per molto tempo. Egidio fu consigliato alla famiglia Orlandi direttamente dai Servizi Segreti. Anche se, Pietro Orlandi, ha poi appreso in seguito che avesse delle conoscenze anche in Vaticano. Chi era a pagare l’onorario dell’avvocato Egidio? Secondo la versione ufficiale ci pensarono i Servizi. Ad annunciare la sua nomina fu Mario Meneguzzi, portavoce della famiglia nonché zio di Emanuela. Zio che, la scorsa estate, è stato accusato di aver avuto un ruolo nella scomparsa della nipote quindicenne. Gli Orlandi sostengono da sempre, fin dal 1983, che Egidio fu consigliato loro dal Sisde, soprattutto dalla persona di Gianfranco Gramendola che, interrogato dal giudice Adele Rando, ha negato ogni connessione. Fatto sta che Gennaro Egidio è stato consulente per lo IOR alla Milton Court di Londra per il caso del crac del Banco Ambrosiano di Roberto Calvi. Su questo aveva indagato il magistrato Domenico Sica, che fu anche titolare dell’inchiesta sulla scomparsa di Emanuela Orlandi. Gennaro Egidio, una volta assunto l’incarico, si occupò di parlare al telefono con i presunti rapitori della cittadina vaticana.
Non solo rispose alle telefonate dell’Americano, per cui si autoaccusò il fotografo romano Marco Accetti, ma gestì anche i rapporti con la stampa. Se dietro quella voce era nascosto o meno Accetti ancora non lo sappiamo, ma i due istaurarono un rapporto che potremmo definire quasi confidenziale: “Parlando in italiano non parlando bene, non può capire la mia nazionalità”. Poi la richiesta di smentire i rapporti con i giornalisti: “Voi avete chiamato me, su questo numero. Io vorrei iniziare un dialogo con voi, perché non iniziamo noi un dialogo? Dobbiamo iniziare un dialogo, va bene?”. Poi il collegamento con un altro caso di scomparsa, quello della quindicenne Mirella Gregori, di cui si persero le tracce poco più di un mese prima di Emanuela: “Lei non conosce la mia voce, noi abbiamo mandato una lettera alla signora Arzenton (la madre di Mirella)”. L’avvocato Egidio assunse anche la difesa dei Gregori, anche se da parte del legale nel corso degli anni volarono delle affermazioni pesanti, poiché a tratti descrisse Mirella come una “poco di buono”, come racconta la sorella Maria Antonietta. Il tutto nato da una banalità: “Noi vivevamo in affitto, il sogno di mia madre era quello di riuscire a comprare casa. Non eravamo benestanti, vivevamo del bar. Il discorso di comprare casa era un obbiettivo. Un giorno Mirella disse a mia madre ‘vedrai che poi ti aiuto io’. Su questa frase è stato montato tutto”. Parole innocenti pronunciate da una ragazzina che sognava di poter aiutare la propria famiglia” E sull’avvocato Egidio: “Dopo anni abbiamo scoperto che da noi si faceva pagare, mentre agli Orlandi non ha mai chiesto una lira”. Un dettaglio sicuramente di non poco conto.