Giuseppe Pignatone, l’ultimo magistrato che ha archiviato il caso di Emanuela Orlandi, cittadina vaticana scomparsa il 22 giugno 1983, è indagato per favoreggiamento alla Mafia. Ma non finisce qui, perché dopo il primo giorno, in cui era stata resa nota la notizia, attorno a questa circostanza sembrerebbe essere calato il silenzio. L’accusa è quella di aver aiutato Cosa Nostra e il gruppo Ferruzzi, di Raul Gardini, a insabbiare l'indagine su “Mafia Appalti”. A cosa avrebbe portato questa inchiesta? A scoperchiare i rapporti dei clan corleonesi con la grande azienda del nord. Non solo, è propio questa inchiesta che portò all’uccisione del giudice Paolo Borsellino il 19 luglio 1992. Giuseppe Pignatone al momento è a capo del tribunale Vaticano, nomina che è arrivata dopo la fine dell’incarico come Procuratore di Roma. Da qui il legame con il caso di Emanuela Orlandi. Il fratello Pietro è tornato a commentare ciò che sta accadendo attorno all’accusa a Pignatone: “L'ex capo della Procura di Roma viene indagato per legami con la Mafia negli anni che videro la morte di Falcone e Borsellino. Un fatto molto grave, che meriterebbe un'attenzione continua da parte dei media, telegiornali, articoli di giornali e dibattiti televisivi. Invece un silenzio tombale, nessuno ne parla. Dopo il primo giorno qualcuno ha letto notizie? Visto dibattiti o indignazione? No, nulla”.
Purtroppo ha fatto più scalpore la separazione della coppia vip del momento che il legame tra Stato e Mafia. Chissà perché: “Si preferisce il gossip estivo di turno. “Tu aiuta me poi io aiuto te...”. È un sistema che lega tanti, troppi ambienti: media, politica, magistratura, professionisti in ogni campo, criminalità e chiesa. Tanti, troppi, ne fanno parte e si difenderanno e copriranno sempre tra loro. Un sistema che non si può più accettare”. E cosa accadrà ora? Nonostante le accuse Pignatone si proclama innocente e non ha lasciato il suo ruolo in Vaticano…