Anche i Papi leggono l’ora, ma da quale orologio? Certo i vespri, le campane di San Pietro, ma qualche volta, in modo certamente più prosaico, anche loro si guardano il polso. E si trovano addosso un modello in particolare particolare. Una breve raccolta degli “orologi dei papi” l’ha fatta Francesco Oggiano su Instagram. Ecco quali sono.
Pio IX (1846–1878) e Leone XIII (1878–1904) – Il tempo dei pionieri
Alla fine dell’Ottocento, Antoni Norbert Patek – fervente cattolico e fondatore della maison Patek Philippe – instaurò una relazione speciale con il Vaticano. Fu così che Pio IX e Leone XIII divennero probabilmente i primi pontefici a indossare orologi da polso Patek Philippe.
In quell’epoca, l’orologio da polso non era ancora consuetudine, quindi è verosimile che si trattasse di modelli da tasca convertiti, raffinati e artigianali, con cassa in oro e quadranti smaltati. Il gesto di Patek era tanto religioso quanto diplomatico: legare il tempo terreno alla sacralità del Papato.
Benedetto XV (1914–1922) e Pio XI (1922–1939) – Hausmann & Co e la tradizione romana
Nel Novecento fu la Hausmann & Co, storica orologeria romana fondata nel 1794, a consolidare i legami con il Vaticano. La casa aveva l’abitudine di donare un orologio da tasca in argento al nuovo Papa.
Sia Benedetto XV che Pio XI ricevettero questi orologi, semplici ma simbolici, spesso caratterizzati da movimento meccanico manuale, cassa incisa e quadranti essenziali. Non orologi da esibire, ma da usare. Quasi un’estensione dell’umiltà pastorale.
Giovanni Paolo II (1978–2005) – Il Papa del Rolex
Karol Wojtyła, il papa venuto da lontano, era un uomo attivo, dinamico, sportivo. E al suo polso portava un Rolex Datejust in acciaio e oro, referenza 16013, con cassa da 36 mm, lunetta zigrinata in oro giallo, quadrante champagne e bracciale Jubilee.
Non lo toglieva mai – nemmeno il giorno dell’attentato in Piazza San Pietro nel 1981. L’orologio fu citato nel suo testamento tra gli oggetti personali da distribuire “come sembrerà opportuno”. Da allora, se ne sono perse le tracce. Ma resta uno degli orologi più iconici della storia vaticana.

Benedetto XVI (2005–2013) – Il tedesco dalla precisione svizzera (e solare)
Joseph Ratzinger era un intellettuale, raffinato e metodico. Amava l’orologeria tedesca, in particolare la Junghans, fondata nel 1861 nella Foresta Nera. Tra i suoi orologi, il più noto è il Junghans Tempus Automatic, con movimento meccanico automatico e quadrante pulito.
In altre occasioni fu visto con un Junghans solare, movimento al quarzo ricaricabile tramite celle fotovoltaiche. Un simbolo silenzioso del suo equilibrio tra tradizione e modernità, riflesso anche nella sua teologia.
Francesco (2013–2025) – L’umiltà dello Swatch
Il gesuita argentino Papa Francesco ha sempre scelto la sobrietà. Il suo orologio era uno Swatch modello “Once Again”, nero, analogico, al quarzo, dal valore commerciale di circa €60.
Nel 2022, il Pontefice ha voluto che venisse messo all’asta per beneficenza. Il risultato? Fu venduto per €56.250, diventando lo Swatch più costoso della storia. Il gesto è stato in pieno stile Bergoglio: semplice fuori, potente nel significato.

Leone XIV (2025– ) – Il Papa digitale
Appena eletto, Leone XIV – pontefice di nuova generazione – ha sorpreso molti con il suo Apple Watch (o modello simile) al polso durante la prima messa. Alcuni osservatori hanno ipotizzato fosse un Wenger analogico con ghiera rossa; altri un Garmin o uno smartwatch ibrido.
In passato, Leone XIV (già noto per la sua passione per il tennis) si era mostrato con wearables sportivi. La scelta dello smartwatch – che potrebbe includere tracciamento del battito, promemoria liturgici e magari la Liturgy of the Hours – segna una nuova era, in cui anche il tempo si fa smart e spirituale.

