C’è una luce in fondo al tunnel. O meglio, in fondo alla stalla. L’annullamento del raduno ispirato al film “Ragazzo di campagna” ha fatto rumore. Varie le ragioni: gli organizzatori (la pagina Facebook è Artemio, lo staff è quello di supercazzola.it) hanno avvisato solo attorno alle 18 della vigilia (domenica 9 aprile) che il giorno successivo la “Pasquettaac” sarebbe saltata; la tardiva comunicazione, però, non è stata ricevuta da tutti e così lunedì 10 aprile, la zona di Bosco Grande, piena pianura pavese, è stata presa d’assedio da molti partecipanti che sono inevitabilmente rimasti a bocca asciutta. Ma non è finita: a quel punto il pubblico deluso ha cercato rassicurazioni mai arrivate dagli organizzatori e, soprattutto, un modo certo per recuperare al più presto i soldi sborsati (50 € a testa più prevendita per gli adulti; 20 € più prevendita per i ragazzi). Alcuni hanno iniziato a parlare di truffa, noi di MOW abbiamo raccontato i fatti e, come spesso accade, la voce dell’informazione è stata utile a destare gli organizzatori da un sonno che si presta(va) a qualche sospetto. Prima però della comunicazione ricevuta da Riccardo (uno dei coordinatori), due note forse non così a margine: va assolutamente rimarcato che Renato Pozzetto non avrebbe dovuto fare parte del raduno. Non era stato contattato e gli organizzatori, va sottolineato, non hanno mai, in alcun momento, pubblicizzato la presenza del Renato nazionale.
Infine, a mescolare ancora un po’ le carte, è uscita la notizia secondo cui il Comune di Carbonara al Ticino (Pavia) si sta riservando di portare in tribunale i promotori dell’evento poi annullato motivando così l’idea: “Il Comune di Carbonara al Ticino ha deciso di non collaborare in alcun modo con la manifestazione che si sarebbe dovuta svolgere a Pasquetta, tant’è che l’organizzatore ha ripiegato sul vicino comune di Pavia. Si ribadisce la totale estraneità ai fatti e si esprime rammarico per l’evidente danno di immagine arrecato, riservandosi di adire alle vie legali nei confronti dell’organizzatore”. Detto ciò, vediamo le ragioni di Riccardo. Così scrive, in una lunga email di cui vi offriamo alcuni passaggi chiave: “…qualcuno mi fece presente che non erano previste piogge, ed è vero, ma era piovuto nei giorni precedenti e le temperature erano circa 10 gradi sotto la media stagionale.Tengo a ricordare che l’evento si svolge nel pieno della campagna pavese, zona già di per sé più umida vista anche la presenza delle risaie e del Ticino, per cui si presentava un clima molto umido per una giornata che dalle 12 si protraeva fino alle 22 circa tutta all’aperto. Non solo, la zona è totalmente di campagna e i luoghi sia dove fare il pranzo sia dove vedere il treno sono dei terreni che essendo piovuto nei giorni precedenti si potevano presentare un po’ fangosi creando quindi fastidio e non rendendo piacevole la permanenza [...] Errore mio è stato quello di avvisare solo il giorno precedente, ma ho cercato di aspettare di capire se il meteo cambiasse decisamente stato e poi sperare, in caso contrario, di poter comunicare subito una nuova data. Purtroppo, così non è stato”. Questa la parte riguardante le ragioni dell’annullamento.
Questa, invece, quella sui rimborsi: “Per quanto riguarda il discorso dei rimborsi – sostiene sempre Riccardo –, mi risulta dal pannello di gestione di Eventbrite dell’evento che, sul totale dei prenotati, oltre la metà ha già richiesto il rimborso ed avviato la procedura, poi a seconda delle modalità con cui era stato effettuato il pagamento l’importo viene riaccreditato sul conto. Chi aveva pagato attraverso Paypal dovrebbe averlo già ricevuto, chi ha usato la carta di credito dovrà aspettare più tempo. Mi dispiace che in entrambi i casi il sistema si trattenga una quota percentuale.Tra l’altro Eventbrite non eroga all’organizzatore tutto l’importo, ma anticipa solo una percentuale proprio in virtù di eventuali rimborsi o cancellazioni che gestisce in autonomia (che da quello che so l’importo viene riaccreditato entro 30 giorni) […]Se uno però fosse voluto “scappare”, come qualcuno ha detto, le prenotazioni non sarebbero state chiuse martedì 4 aprile in modo da poter organizzarsi al meglio per il pranzo, ma sarebbero rimaste aperte fino all’ultimo minuto dato che, oltretutto, negli ultimi giorni ricevevamo 20/30 email al giorno di persone che erano interessate a partecipare ma sul sito non potevano più prenotare”.
Effettivamente ci risulta che qualcuno abbia già ottenuto il rimborso, mentre altri, per ora, non hanno avuto la stessa fortuna. E qui rischia, nella migliore delle ipotesi, di risiedere lo spiacevole equivoco. Se gli organizzatori hanno fatto e disfatto tutto in assoluta buona fede, perché a partire dal giorno di Pasquetta sono risultati non rintracciabili e hanno dato una prima risposta alle domande emerse solo dopo il nostro intervento? Una risposta tempestiva da parte loro forse sarebbe valsa qualche sospetto e illazione in meno.
Sulle pagine Facebook che si occupano del raduno si è infatti ipotizzato di tutto, proprio in virtù di questo silenzio. Ora Fabienne, una delle partecipanti, dopo la prima email dell’organizzazione butta un po’ di acqua sul fuoco, segno che comunicare bene e presto è spesso la mossa migliore: “La risposta che ha dato il signor Riccardo – ci ha detto – per certi versi è comprensibile, ma sicuramente serviva un preavviso di 48 ore per consentire a tutti di non mettersi in viaggio. Io sono una di quei partecipanti che non ha ricevuto alcuna email la sera prima, anzi Eventbrite, il giorno di Pasqua, ci ha ricordato l’evento del giorno successivo, praticamente confermandolo. Mai avrei pensato, tra l’altro, che avrebbero rinviato il raduno a causa del meteo, visto che quel giorno c’erano 18 gradi e nessuna nuvola in cielo. Per quanto riguarda il rimborso, chi ha pagato con PayPal, per quanto ne so, lo ha ricevuto quasi subito. Chi ha pagato con carta di credito ha ricevuto una risposta da Eventbriteche assicura che entro il 23 aprile sarà possibile riavere i soldi, ma ovviamente questo è tutto da vedere. Tanti di noi hanno pensato male perché quando ti trovi sul luogo dell'evento e anche la proprietaria dell’agriturismo sembra che non ne sappia nulla…Una ragazza, che doveva contribuire alla gestione degli ingressi, non era stata nemmeno avvisata e il signor Riccardo non rispondeva né ai messaggi né sui social. In tutto questo caos uno cosa deve pensare? Mi sono trovata il giorno di Pasquetta con quattro bambini annoiati, delusi,che si lamentavano della fame. Con difficoltà abbiamo poi trovato un posto dove mangiare, ma tra autostrada, gasolio e pranzo ho speso, oltre ai biglietti, altrettanti soldi”.