Doveva essere una celebrazione pozzettiana, ma la Pasquetta si è trasformata in una disavventura collettiva. Tanta gente, proveniente da diverse parti del centro-nord, ha raggiunto all’ora di pranzo la Cascina del Bosco Grande (strada Bosco Grande 1), un angolo di verde alle porte di Pavia all'interno del Parco del Ticino, per poi ritrovarsi senza un luogo dove fosse possibile festeggiare alcunché. Ma andiamo con ordine. Tutto parte da lontano, da quel “Ragazzo di campagna” (Castellano & Pipolo, 1984) che forse, a tutt’oggi, è il film che per un pubblico mainstream, non strettamente cinefilo, meglio rappresenta la comicità di Renato Pozzetto. Un film che nei decenni si è pian piano guadagnato lo status di classico, attirando una curiosità costante, se non addirittura crescente, in parte dovuta al modo in cui ha tratteggiato i contorni di un mondo sempre più sfumato, quello della campagna incontaminata, lontana dai moderni comfort e dalle moderne nevrosi. Luoghi da cui talvolta la gente fuggiva (vedi appunto il Pozzetto-Artemio del film), ma che oggi, in un’Italia ben calata in questo secolo dalle tinte distopiche, risultano assolutamente idilliaci. Un successo, quello del “Ragazzo di campagna”, che si è trasformato in culto. Tanto che oggi, anno 2023, siamo qui a scrivere di un evento – già organizzato in passato, magari non proprio nel periodo pasquale – che nelle intenzioni degli organizzatori doveva commemorare la pellicola promuovendo un allegro ritrovo campagnolo nei luoghi in cui il film venne girato. “Il programma della giornata – recitava l’annuncio di “Pasquettaaac” – prevede un pranzo contadino con piatti ispirati alle scene più divertenti del film (immancabile il coniglio) per andare avanti tutto il pomeriggio accompagnati dalla musica dal vivo dell’orchestrina con le canzoni più famose dei grandi artisti milanesi come Cochi e Renato, Nanni Svampa, Enzo Jannacci e tanti altri.
“Non può mancare il momento in cui viene ricreata la scena del treno lungo la ferrovia con tanto di sedie al seguito e spettacolo, durante il quale è prevista una merenda a base di vino e porchetta. A seguire sono in programma la proiezione del film ed un omaggio musicale a Detto Mariano, compositore della colonna sonora del “Ragazzo di campagna” e di tanti altri successi. “Questo il menù del pranzo contadino: preghierina; antipasto misto con i salumi della scrofa di 3 quintali della signora Giovanna e bruschetta all’olio bono di Artemio; risotto tentacolare alla milanese; zuppa alla (Severino) Cicerchia detta anche alla scorreggiona; coniglio in porchetta; insalata dell’orto del vicino (quello del gatto); colomba Sauli con crema pasticcera; acqua come se piovesse ed acqua Bertier; vino cartonato; caffè Humor; amaro del capo(treno). L'evento è a numero chiuso, con iscrizione online obbligatoria. Il costo, esclusi diritti di prevendita, è di 50 euro a testa per gli adulti e 25 euro per i bambini (i bambini da 0 a 5 anni partecipano gratuitamente). Ulteriori informazioni via email”.
Tutto chiaro, tutto ben congegnato. E infatti le iscrizioni, chiuse il 6 aprile scorso come comunicato dal post sulla pagina Facebook Artemio (questo il brand utilizzato dagli organizzatori), erano state tantissime – non abbiamo numeri ufficiali, ma si stimano almeno 200 persone. Tutto lasciava presagire che la Pasquetta col “Ragazzo di campagna” sarebbe stata un trionfo. Solo che fra le 18.15 e le 18.45 del giorno precedente all’evento (domenica 9 aprile) alcuni degli iscritti ricevono una email che annuncia in fretta e furia il rinvio dell’evento a data da destinarsi (ipotesi del recupero: 22, 23 o 25 aprile) a causa di previsioni meteo non favorevoli (in realtà, la Pasquetta pavese non è stata certo turbata da precipitazioni o temperature particolarmente rigide). Nella stessa comunicazione via email, peraltro non pervenuta a tutti, si fa menzione della possibilità di chiedere il rimborso del biglietto attraverso il sito di Eventbrite, la piattaforma su cui erano in vendita i tagliandi. Fin qui si potrebbe parlare di un’organizzazione non irreprensibile, invece proprio qui nascono prima i (comprensibili) disagi e poi i veri e propri problemi. Perché il giorno di Pasquetta sono tante le persone che, non avendo ricevuto alcuna email che informi del rinvio, macinano chilometri e chilometri per raggiungere il Pavese e trovare, a parte tanti altri scontenti, il nulla.
Così, poco dopo l’amara scoperta, la pagina Artemio, aggiornata l’ultima volta quel 6 aprile in cui si annunciava appunto la chiusura delle iscrizioni, comincia a essere presa d’assalto da persone che non sanno spiegarsi cosa stia accadendo né riescono ad avviare alcun iter che porti al rimborso. In tutto questo, l’assenza degli organizzatori – che anche noi, invano, abbiamo provato a contattare –, sia in loco che online, fa rumore. Sorte simile tocca alla pagina dell’evento, aggiornata alle 20.10 (!) del 9 aprile con un post che riporta le ragioni del rinvio (il testo è identico a quello inviato via email ad alcuni dei partecipanti). Monta l’irritazione, la gente si scambia dritte su come risolvere la questione, ma non si approda a nulla. C’è chi si affida, appunto, ai commenti social, chi scrive all’indirizzo email presente su Artemio (qualcuno prova a rivolgersi allo staff di supercazzola.it, che pare essere a capo di tutto), ma di fatto nessun partecipante, dal 10 aprile incluso a oggi, è riuscito a interloquire con un essere umano con nome e cognome che abbia avuto a che fare con l’organizzazione di “Pasquettaaac”. Tanti i commenti al vetriolo. Alessandro: “A me già sabato sera non compariva nessun link diretto per richiedere il rimborso. Mettendo poi il numero di ordine ed email mi compariva il messaggio di cui sotto. Ho provato a contattare l'organizzatore sempre tramite il sito Eventbrite”. Il messaggio a cui Alessandro fa riferimento è un messaggio automatico che recita: “Questo evento non è stato elaborato da Eventbrite perciò non possiamo emettere un rimborso da parte dell’organizzatore”. E qui, senza giocare di facile enfasi, il mistero un po’ si infittisce. Come ottenere, a questo punto, un rimborso, a questo punto? Va da sé che, nel frattempo, la gente si informi su Eventbrite, vada su Trustpilot e scopra che la reputazione di Eventbrite non è esattamente a prova di bomba: 93% di recensioni negative.
Andrea, già il giorno di Pasquetta, scriveva: “Qui davanti all'agriturismo chiuso non siamo pochi… La maggior parte di noi non ha ricevuto nessuna mail di annullamento dell'evento. Pasquetta completamente rovinata, viaggio a vuoto e probabilmente non riusciremo nemmeno a mangiare da qualche parte senza aver prenotato. Organizzatore fatti sentire perché gli animi sono molto caldi”. Sara, anche lei fra coloro che ha raggiunto il luogo dell’evento, annotava: “Confermiamo: evento annullato. Siamo andati di persona, sono state chiamate anche le forze dell’ordine, che sono intervenute dato che vi erano tanti partecipanti che non erano stati avvisati”. Per il resto, si sprecano le richieste di chiarimenti e, soprattutto, di rimborsi. Intanto, abbiamo contattato Renato Pozzetto per capire se fosse atteso, ma lui stesso ci ha spiegato: "Non mi hanno chiamato e non ho preso accordi con nessuno". Certo, potrebbe ancora trattarsi di un evento organizzato in modo pessimo, ma se si tratta solo di questo invitiamo gli organizzatori a farsi vivi, in primis con i fan del Pozzetto campagnolo e poi, lo desiderassero, con la nostra redazione. Suvvia, era Milano, la grande città “tentacolare”, no? Mica la strada che doveva portare ad un gioioso giorno di amarcord in aperta campagna…