Una domanda sorge spontanea: dov’è finita l’originalità che ha caratterizzato la televisione degli anni ’80 e ’90? La risposta è: non è finita, il problema è che si compra tutto dall’estero per accordi forzati con le case di produzione. In Italia abbiamo dei bravissimi creativi, sfruttiamoli; però, anche in questa situazione scatterebbero problemi di diritti, compromessi, proprietà intellettuale e i broadcaster non vogliono rogne. Mainstream editoriale con facili strade (spesso con poca qualità) od originale creatività su monti impervi (qualità assicurata)? Tutta questione di forma mentis e d’investimenti mirati. Attenzione, non è che le case di produzione, spesso multinazionali, forniscano prodotti scadenti; semplicemente un prodotto svedese o inglese o irlandese, seppur adattato, spesso non è nelle corde del telespettatore italiano. Va benissimo importare format ma anche l’originalità italiana deve avere il suo perché nel nostro Paese e nel mondo ed essere valorizzata.
Un po’ per mancanza di soldi, e probabilmente per pigrizia, in Italia si tende a spremere fino all’osso un programma per decenni oppure a modificarlo con piccole sfumature, magari vendendolo ad altri broadcaster. A quanto sembra, nel nostro Paese, entrambi i casi funzionano; si veda i quiz preserali, Amici, C’è posta per te, Ballando con le stelle e (tanti) altri esempi. Tutto bellissimo e ancora di grande successo, ma qualcosa di nuovo no? Questi programmi, seppur molto lentamente, perdono una fetta di pubblico a ogni edizione, seppur lo share (recentemente rimodulato nel calcolo) dia risultati più alti degli scorsi anni. La tv generalista ha il suo zoccolo duro ma la vera sfida va in due direzioni: riattrarre il pubblico che è scappato negli ultimi dieci anni per il prolificarsi di canali e piattaforme e accalappiare il pubblico giovane (under 24).
Altro tasto dolente è il passaggio di formato da una rete all’altra; “Only Fun - Comico Show”, sul Nove, è uguale a Colorado, andato in onda fino a tre anni fa su Italia1: stessa produzione, stessi comici, unica novità l’ingresso di Elettra Lamborghini. Buon successo per la rete perché viaggia sul 3% di share, ben oltre la media di prima serata; il prodotto su Italia1 si era molto affievolito ma continuava ad avere un seguito sufficiente. Nove ha fatto un terno al lotto ma non ha brillato in originalità, contando il fatto che non siamo certi che il 3% e mezzo milione di telespettatori possano ripagare l’investimento.
Altro caso è Italia’s Got Talent, passato da Canale5 a Sky, fino all’attuale posizionamento su Disney Plus. Gli ultimi tempi funzionava poco su Mediaset, Sky se n’è liberata perché costava tanto e rendeva poco, che senso ha l’acquisizione di parte di Disney? Pare un investimento a perdere. Tra tutte le sedi Disney sparse per il mondo e con tutti gli ottimi creativi che ci lavorano, è mai possibile che Disney Italia non sia riuscita a trovare un format per famiglia e bambini diverso da Got Talent? Il tutto, pare piuttosto assurdo. Il format è prodotto da Fremantle, quindi qualità assicurata, come certi sono gli accordi tra le due parti.
E poi ci sono i talk show, come quelli di Rete4: è difficile proporre praticamente il medesimo format con gli stessi argomenti per cinque giorni di fila.
In sintesi, alla tv italiana mancano originalità nelle idee e coraggio da parte dei dirigenti. Certi dirigenti diranno che i giornalisti “fanno in fretta a parlare perché non conoscono certe dinamiche”; vero, ma i dati sono ormai oggettivi e non soggettivi. O idee e coraggio si trovano o la tv andrà a morire, altrimenti come dice l’esperto televisivo Riccardo Pasini “Canale5 e Netflix saranno la stessa cosa”, ma lui parlava di futuro invece sembra che la cosa sia ormai in fase accelerata.