Il secondo sciopero dei benzinai è stato sospeso, quello previsto per giovedì 26 gennaio. "I cittadini italiani hanno perfettamente capito. È, quindi, a loro, ai cittadini che i benzinai si rivolgono, non certo al Governo, revocando il secondo giorno di sciopero già proclamato, eliminando ogni possibile ulteriore disagio, a questo punto del tutto inutile. I distributori quindi riapriranno già da questa sera. Il confronto a questo punto si sposta in Parlamento, dove i benzinai hanno già avviato una serie di incontri con tutti i gruppi parlamentari perché il testo del decreto cosiddetto trasparenza raccolga in sede di conversione le necessarie modifiche" hanno fatto sapere i sindacati diramando un comunicato. Questo a seguito dell'incontro avvenuto con il governo. Una decisione presa dai presidenti di Fegica e Figisc/Anisa Confcommercio, che hanno proseguito nel giustificare questa retromarcia: "Il secondo giorno di sciopero lo revochiamo a favore degli automobilisti, non certo per l'esecutivo. Pur riconoscendo di aver potuto interloquire in maniera costruttiva con il ministero che si è speso per diventare interlocutore propositivo, l'incontro ha confermato il persistere di molte criticità". La mobilitazione era stata ridotta a un solo giorno già martedì da Faib Confesercenti. "Anche quest'ultimo ennesimo tentativo di rimediare a una situazione ormai logora, non è riuscito a evidenziare alcun elemento di concretezza che possa consentire anche solo di immaginare interventi sui gravissimi problemi del settore e di contenimento strutturale dei prezzi".
I problemi sul tavolo, comunque, sembrano essere rimasti tutti: "Le proposte emendative avanzate dal governo al suo stesso decreto non rimuovono l'intenzione manifesta di individuare i benzinai come i destinatari di adempimenti confusi, controproducenti oltreché chiaramente accusatori. Appare ormai chiaro che ogni tentativo di consigliare al governo ragionevolezza e concretezza non può o non vuole essere raccolto. Anche insistere nel proseguire nell'azione di sciopero – prosegue la nota -, utilizzata per ottenere ascolto dal governo, non ha più alcuna ragione di essere. Tanto più che uno degli obiettivi fondamentali, vale a dire ristabilire la verità dopo le accuse false e scomposte verso una categoria di lavoratori, è stato abbondantemente raggiunto".