Gli orfani del Wellcum, “spa per uomini” austriaca a pochi chilometri dal confine italiano, possono gioire: la chiusura fino a data da destinarsi decisa la settimana scorsa ora ha un termine ben definito, con la riapertura che è stata fissata per sabato 15 gennaio. Non sarà però tutto facile, anzi: per chi non ha la terza dose sarà impossibile o, a patto di avere almeno due dosi, sarà perlomeno un mezzo calvario, visto che servirà anche il test molecolare negativo (non per entrare nella struttura poco distante da Tarvisio, ma per varcare il confine).
“Dopo il quarto lockdown in Austria – spiega l’amministratore delegato del Wellcum Cristiano Fabris – eravamo regolarmente riaperti da metà dicembre, nonostante tutte le restrizioni che poi hanno adottato, con la regola del 2G (niente tamponi ma solo vaccinati e guariti), le mascherine Ffp2, il distanziamento e la chiusura alle 22, ultimo dell’anno compreso. Il 3 gennaio le regole sono cambiate nuovamente, e quindi tutte le persone che non avevano la dose booster dovevano fare il test molecolare. Siamo andati a farli e una ragazza è risultata positiva: non abitava qui ed era praticamente asintomatica. Sulla base di questo abbiamo deciso di fare uno screening, dal quale è risultata la positività di altre ragazze, varie delle quali peraltro con tripla dose di vaccino. Abbiamo detto alle ragazze di rimanere in quarantena come indicato dalle autorità e siamo rimasti aperti un paio di giorni, dopodiché visto che la situazione era un po’ complicata abbiamo deciso assieme alla polizia che ci gestisce qui a Klagenfurt di chiudere tutto e di rifare un test a cinque giorni. Ora stanno arrivando i risultati e sabato 15 riapriamo. Io ho fatto vari test e sono sempre risultato negativo, nonostante sia in contatto con le ragazze e con i clienti dalla mattina alla sera. Il problema reale è che anche chi è vaccinato con tre dosi non dà alcuna garanzia sulla mancata positività e sulla possibilità di contagio, eppure si può muovere. Poi ci sono forti dubbi sull’affidabilità dei test: a un paio di ragazze risultate positive il molecolare poche ore dopo ha dato esito negativo. Noi comunque abbiamo sempre rispettato le regole e abbiamo chiuso precauzionalmente su nostra iniziativa per eseguire uno screening e non perché qualcuno ce l’abbia imposto”.
E i clienti? “I clienti per entrare devono essere vaccinati con almeno due dosi o guariti. Per entrare in Austria però per chi non ha il booster serve anche il molecolare. Ci sono quindi dei blocchi irragionevoli. Tutto il sistema di controllo e di gestione è crollato, in Austria e non solo. È il caos totale. Chiaramente con queste regole la clientela italiana è diminuita moltissimo: d’altra parte – ammette Fabris – in questa fase va anche bene avere meno gente e meno confusione. Meno clienti vuol dire meno problemi e meno rischi. Ora la maggior parte di chi viene è composta da clienti fissi e consapevoli delle dinamiche. Chi si muove senza la giusta cognizione di causa si prende batoste in frontiera e viene rimandato indietro. In questo momento non guardiamo al guadagno, siamo aperti per mantenere l’atmosfera: i guadagni attuali sono lontani da quelli del passato, ma è giusto mantenere la continuità per non perdere pezzi e ragazze per strada. Ma la situazione è difficile: nulla esclude chiaramente visto l’andamento dei contagi che qualche altra ragazza possa risultare positiva in futuro, ma in quel caso non chiuderemo, perché è stata stabilita una procedura specifica e in ogni caso non faremo lavorare ragazze con meno di due dosi, con il problema del booster che è difficile da ottenere per esempio in Romania. Intanto andiamo avanti così e guardiamo alla primavera-estate, cercando di stare tranquilli, senza party, dj né promozione perché non vogliamo aumentare il numero di clienti”.