Roberto Parodi torna a lamentarsi dei parcheggi a Milano, stavolta nel suo quartiere. L’abitudine malsana di alcuni di parcheggiare nei posti riservati a chi abita nella zona fa sbottare il Parods, diventato ultimamente anche un riferimento per un certo mondo antigreen “bene informato” del centrodestra. Ma ora torna un po’ alle origini, alle sue “battaglie” locali. E con chi se la prende? Non solo con i tamarri che invadono Milano, ma anche con gli ucraini: “Una cosa che mi fa veramente incazzare. Poveri ucraini, per carità li abbiamo accolti. Però qua, nella mia zona, c’è una quantità inverosimile di classe G taggate Ucraina, Porsche Macan targate Ucraina, i più poveri hanno il Cayenne targato Ucraina, tutti concentrati intorno a casa mia. E questi ucraini parcheggiano con le loro cacchio di macchine, che tra l’altro fanno cagare, nelle linee gialle dei residenti”.
Parodi, per farsi capire, tagga anche Zelensky (anche se nei commenti qualcuno ipotizza possa trattarsi di un innocente e non del leader ucraino). “Allora: cari ucraini, se i russi vi hanno invaso, venite da noi in Italia va bene, vi accogliamo (specie se siete ricchi), però dovete capire che ci sono queste benedette linee gialle sono riservate ai residenti”. E non manca la battuta all’amministrazione milanese e sulle auto elettriche: “Già ci vanno le Tesla, ci vanno tutte le ibride plug-in, ci vanno tutti i trampolini con la targa monocolore, già ci si infila chiunque perché a Sala basta che uno abbia preso una presa da qualche parte della macchina e allora può parcheggiare… Almeno voi, per rispetto a noi italiani che vi abbiamo accolto, parcheggiate nelle strisce blu caz*o. Tanto se avete una Macan, una Classe G, ce l’avrete due euro da mettere in queste stramaledettissime linee blu no?”