Oh, finalmente ci si diverte. Ce lo dicevamo ieri, qualcuno che finalmente si sia preso la briga di ammazzare questi inutili tormentoni estivi andando a menare giù botti da orbi. Infatti, neanche ventiquattro ore dalla pubblicazione di Estate dimmerda 2, brano con cui Luché provava a asfaltare, lasciatemi usare questo verbo orribile che fa così tanto contemporaneità, Salmo che ecco arrivare la risposta, e stavolta è Luché a uscirne con le ossa tutte rotte. Mr Picciottu, infatti, sembra aver poco gradito le rime (in realtà non molte, diciamolo, le barre ultimamente vengono chiuse con fatica anche da quelli della semivecchia scuola) del collega partenopeo, e con Dove volano le papere, questo il titolo del suo brano, gli apre letteralmente il culo. Due minuti e trentasette di colpi efferati, quelli di Salmo, che risponde punto per punto alle sberle di Luché, con passaggi particolarmente azzeccati, come quando dice al più anziano ex Co Sang di mandare alle tipe una sua foto, dopo che Luché lo aveva sbertucciato per quel suo vizietto di mandare la foto del cazzo in giro in DM. Ma parecchi sono i passaggi interessanti di questa nuova tappa del dissing dell’estate, come quando lo paragona a Brigitte Bardot o quando in napoletano lo sbertuccia per quel suo rivendicare una presunta forma di ostilità di Salmo nei confronti della città. Il passaggio però più notevole, lo dico seduto comodamente sul divano, i popcorn in mano, che l’estate è ancora lunga, è quello nel quale Salmo, tornato va detto in splendida forma (anche noi, come Luché, poco avevamo capito il famoso tuffo in piscina a Sanremo) è quando a perire sotto le sue parole è Dikele e la sua Esse Magazine, le parole precise sono “Vi spengo al soffio di candele/ io per te sono Carmelo Bene/ dici che rappi ma fallo almeno bene/ Per te il mio canto è il miserere/ ti brucia il culo, fra, si vede/ fatti leccare il buco da Dikele”. Parole pesanti, cui fa seguito una risata sardonica, alla Salmo, con aggiunta di una frasetta buttata lì fuori dalle barre “No, vabbeh, Esseesse Magazine, dittatori di stocazzo”.
Ora, non che, come aggiunge poi, sia possibile che Salmo con questa risposta abbia in effetti cancellato la carriera di Luché, Luché che lo accusava di aver cancellato dei commenti sotto i suoi post, ma è evidente che al momento la lancetta è tornata sul verde per il rapper sardo, con buona pace del collega napoletano. Letteralmente, sempre citandolo, Salmo gli è entrato in casa col carrarmato, e lo ha fatto anche con Dikele, già a suo tempo al centro di una querelle con Nitro, sempre del giro Machete. Insomma, se ieri la faccenda sembrava pendere tutta dalla parte di Luché, ecco che nel giro di poco la ruota ha fatto un giro a centottanta gradi, passando dalla parte di Salmo, che con grande violenza e attitudine punk risponde, letteralmente, per le rime al collega, definendolo un cinquantenne stropicciato e cariato, ma più che altro lasciando intendere che sia uno sopravvissuto male alla fine dei Co Sang, dice esplicitamente che lì la luce era tutta per ‘Nto, e che se c’è è solo grazie a amicizie importanti. Insomma, altro che Dillo alla mamma e dillo all’avvocato. Altro che Arisa che sfancula Paola di Paola e Chiara, sembra che finalmente cominci a circolare un po’ di sangue, metaforico, che cioè lì dove tutto sembrava ormai solo plastica e linea piatta, sia tornata a scorrere energia vitale, foss’anche di quella che poi ti fa prendere a pizze in faccia qualcuno. Vediamo se Dikele in qualche modo, il solito viso imbronciato e la spocchia di chi si crede vagamente stocazzo, entrerà nella faida, o se manderà avanti qualcuno dei suoi. La memoria non può che tornare indietro nel tempo, a quando cioè il dissing fra Fabri Fibra e Vacca ci ha tenuto compagnia per mesi e mesi, fosse la volta buona che si lasciano da parte i ritornelli di Federica Abbate e Cheope incastrati su strofe sempre più anemiche e si torni a usare la lingua per battere dove il dente duole, o dove il dente, presa una testata in faccia, non c’è proprio più.