Quelli bravi dicono beef e non dicono dissing: questa è la prima regola del dissing. La seconda è che vince sempre il più forte. Se siamo qui a parlarne, ad ogni modo, è perché la settimana scorsa Red Bull ha caricato su YouTube l’ennesimo 64 Bars, protagonista un Salmo decisamente in forma e Lucienn di Lebonski360 a produrre la traccia. A metà del pezzo il rapper sardo tira fuori un “Driiin, squilla il telefono inglese”, messaggio diretto a Luché, ex membro dei Co’Sang con cui c’è un lungo storico di insulti e relative risposte iniziato nel 2019.
Tutta roba spiegata benissimo tra YouTube, TikTok, pagine Instagram e pure su MOW, motivo per cui non abbiamo nessuna intenzione di raccontarvi questa storia: cercatevela da soli. Il punto è che ascoltarli mentre argomentano le loro idee su loro stessi e sull’altro è una cosa noiosissima, addirittura più greve dei battibecchi in televisione o di una puntata di Forum su Canale 5. Quando invece questa roba succede al microfono, con rime e pezzi scritti per l’occasione, il sapore cambia, diventa autentico, perché uno dei grandi pilastri dell’Hip-Hop è la battaglia in freestyle, un duello da western (ma a parole) in cui i protagonisti sono esattamente come quelli di un film di Sergio Leone: sei tu il miglior cowboy in città? ok, fammi vedere quanto sei bravo a fare quello in cui dici di essere bravo. I rapper passano a darsi grosse pacche sulle spalle per buona parte dei loro dischi, delle loro interviste e dei loro post sui social, perché evidentemente parlare del proprio successo è un passaggio fondamentale per assicurarne l’esistenza.
Così Luché “tornato da Miami per comprare casa al mare (cit.)”, ha risposto pubblicando sul suo canale YouTube estate dimmerda 2, un freestyle in cui risponde a Salmo con un gran numero di argomentazioni caricando di aspettative qualunque appassionato del genere. Perché un attacco così, mirato, riuscito e senza altri grossi obiettivi se non quello di seppellire la carriera del collega di turno non lo ascoltavamo dal 2014, quando in questo Fight Club della rima ci si sono ritrovati Vacca e Fabri Fibra. Tra etichette discografiche più o meno pressanti, sponsor, sfilate ed eventi, questi sono gli unici istanti in cui l’artista non solo può lasciar stare teaser e proclami, ma si vede costretto a farlo per non perdere la faccia. Così, in un mondo in cui chi ha successo viene visto come un dio immune alla sfiga, alle seccature e ai problemi di ogni essere umano, un dissing è esattamente quello che ci vuole per ribaltare il paradigma, con le star che si cimentano in un Celebrity Deathmach a cui hanno voluto iscriversi di loro spontanea volontà.
A noi non resta che gustarci lo spettacolo, ricordando il fatto che la seconda regola di questi incontri è quella di cui sopra: al contrario dello sport, qui vince sempre il più forte. In questo caso, al netto del talento lirico, della penna e del timbro vocale - roba troppo soggettiva per essere pesata al grammo - il più forte dei due è Salmo. È così per l’influenza che ha sulle classifiche e sul mondo della musica, ma anche sulla cultura pop, sia in termini di successo che di innovazione artistica. I due, per dirla con altre parole, giocano campionati diversi, esattamente come era stato tra Vacca e Fabri Fibra. L’importante è non prendersela troppo, è solo lo stupido gioco del rap.