È stata messa la parola fine, almeno per il momento, sulla ricerca di Alessandro Venturelli a Torino. Quindi no, non era lui il ragazzo al centro di più segnalazioni. Il sipario cala su questo ennesimo capitolo, e la speranza di essere a un passo dal ritrovarlo si trasforma inevitabilmente nell’ennesima delusione. Ma perché proprio il capoluogo piemontese? A far scattare tutto, l’avvistamento da parte di una donna di “un giovane senzatetto, educato, che ferma i passanti per chiedere loro da mangiare e che somiglia molto ad Alessandro”. Questo quanto raccontato da una testimone nelle settimane scorse e, dopo l'appello della mamma Roberta, le segnalazioni su Torino non hanno fatto che aumentare. Tutti convinti che sul serio si trattasse di Alessandro, ma nessuno l’ha mai fermato. Perché, ricordiamo, non basta “credere di averlo visto”. Va fermato. Seguito. Fino all’arrivo delle forze dell’ordine. Tante le segnalazioni che anche la mamma di Alessandro è partita per andare a Torino a cercarlo, tante da rendere il caso Venturelli nuovamente mediatico. Via di dirette tv e articoli su articoli. Ma passano i giorni e Alessandro non si trova, l’euforia iniziale inizia a scemare. Non mancano le telefonate anonime, i racconti senza sostanza e le foto sfocate. Alessandro oggi avrebbe 25 anni, è scomparso il 5 dicembre del 2020 da Sassuolo, in provincia di Modena, letteralmente davanti casa sua mentre la pioggia cadeva incessante. Poi più niente. Una giornata che all’inizio sembrava essere una come tante, ma che invece ha cambiato tutto. Alessandro accusa i suoi genitori dicendo loro di averlo tenuto “per vent'anni sotto una cupola di cristallo”. Cosa era scattato nella sua testa?
Prima l’incidente in motorino, poi il coma. Alessandro era cambiato, come raccontano i suoi genitori: “Sospettiamo che Alessandro sia stato manipolato da qualcuno conosciuto probabilmente su internet. Che sia finito in una setta e non riesca a uscirne. Da qualche giorno mio figlio sembrava spaventato. Diceva di sentirsi osservato. Aveva paura di dormire da solo, si coricava nel lettone con me. Più volte in quelle notti gli ho detto: "Alle, ma cos'hai? Con me puoi parlare". E lui più volte mi ha risposto: "Mi sento manipolato", ma non ha mai spiegato da chi”. Una domanda che ancora oggi resta sempre risposta, mentre le luci si spengono su Torino e si avvicina sempre di più il quinto anniversario della sua scomparsa. “Era la sera del primo novembre quando una telefonata ha acceso in me la speranza di aver finalmente ricevuto la segnalazione che mi avrebbe riportato Alessandro. Sono partita per Torino augurandomi di poterlo finalmente riabbracciare. Sono tornata con una certezza nel cuore: aver trovato tante persone che nei giorni successivi mi avrebbero prestato i loro occhi e cercato Alle con tanta attenzione, amore e speranza. Grazie. Purtroppo credo che, se mio figlio fosse stato in questa meravigliosa città, sarebbe già stato trovato”. Continua così la mamma: “Non chiudo questo capitolo ma devo cercare di restare lucida. Come sempre, cerco il lato positivo in ogni cosa, perché è l'unico modo per andare avanti. In questi giorni si è creata intorno a me ma soprattutto intorno ad Alessandro, un'attenzione altissima e un affetto incredibile. Alessandro è entrato nelle case e nei cuori di tanti italiani. lo spero, con tutta me stessa, che presto arrivi la notizia che tutti stiamo aspettando da troppo tempo”.