Le condizioni di Papa Francesco sono gravi ma le informazioni disponibili sono le poche fornite dai bollettini del Vaticano e pubblicate sui canali ufficiale. Abbiamo cercato informazioni direttamente all’ospedale Gemelli di Roma, dove il pontefice è attualmente ricoverato, tra infermieri e addetti ai lavori, e c’è chi si chiede: “Dai, può avere la polmonite bilaterale con un polmone solo?” Il riferimento è a un’operazione chirurgica affrontata da Bergoglio nel 1957 a Buenos Aires, all’età di 21 anni, quando gli asportarono il lobo superiore del polmone destro a causa di una grave polmonite. Chiaramente, però, l’asportazione di una parte di uno dei due polmoni non impedisce al Papa di avere una polmonite bilaterale, indipendentemente dalla quantità di tessuto polmonare colpita dall’infezione. Non solo, la polmonite sarebbe in realtà sufficiente a spiegare il quadro clinico complesso, poiché si tratta di un evento particolarmente pericoloso per chi ha avuto, come Bergoglio, precedenti problemi ai polmoni.
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Tuttavia, per alcuni degli intervistati questo non basta a spiegare l’attuale condizione del Papa. Un altro dubbio è stato sollevato proprio a proposito del ricovero: “Con tutto quello che ha dietro non potrebbe curarsi a Santa Marta?” Anche in questo caso la spiegazione potrebbe essere più semplice di quanto si creda. Come riporta il Corriere, il Papa avrebbe rinunciato alla figura dell’archiatra, il medico personale del papa, da tempo, preferendo curarsi direttamente in ospedale e affidandosi agli specialisti. Nel 2021 Bergoglio aveva nominato come suo archiatra il professor Roberto Bernabei ma l’anno successivo rinunciò ai suoi servizi. Attualmente il Papa è seguito esclusivamente da un infermiere, Massimiliano Strappetti. Un’altra infermiere, inoltre, ha confermato l’ipotesi della polmonite sostenendo che il Papa è attualmente “sotto cortisone”. In realtà, l’adozione del cortisone in un regime terapeutico non esclude la possibilità di altre malattie, come quella ipotizzata da un altro infermiere, convinto che il pontefice abbia “un tumore metastatico”, cioè un tumore partito da un organo o un tessuto ma che si è esteso ad altre parti del corpo (queste estensioni vengono chiamate metastasi). Anche in questi casi, infatti, soprattutto per far fronte a delle complicanze – come quelle che avrebbero potuto portare il Papa al ricovero? – è previsto l’uso del cortisone.
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L’opzione progressista
Tuttavia abbiamo chiesto perché si dovrebbe mantenere il segreto e addirittura mentire riguardo alle reali condizioni del Papa. La risposta maggiormente condivisa è stata: “Non vogliono far preoccupare la gente”. Un infermiere ha anche aggiunto: “Se muore bisogna saperlo prima, per poter gestire la cosa con la stampa. Soprattutto ora con il Giubileo, figurati. Non puoi fare il Giubileo se è morto il capo principale...” Il Giubileo, in effetti, resta un’incognita: si tratta di un evento per cui sono stati investiti, secondo alcune fonti online, 1.335 milioni di euro per pere e interventi strutturali, a cui si aggiungono 110 milioni di euro per l’accoglienza dei pellegrini e il coordinamento operativo. In altre parole, si parla di un progetto che coinvolge tutta la città. La morte del Papa alla vigilia del Giubileo cosa comporterebbe dal punto di vista economico sia per il Vaticano che per la città di Roma? Intanto il clima di isteria collettiva continua ad alimentare anche voci sulla morte del Papa. C’è chi sostiene che sia già morto da due giorni: “Fonti riservate, molto affidabili, mi hanno comunicato che Papa Francesco ci ha lasciato”. Una notizia che sta rimbalzando ovunque e a cui si aggiungono altre presunte conferme. Intanto Giorgia Meloni avrbebe invece incontrato al Policlinico Gemelli il pontefice, garantendo: “Non ha perso il suo proverbiale umorismo”Inoltre, attualmente ci sono 110 cardinali elettori creati da Francesco su 138 totali, per cui c’è chi crede che l’eventuale di un papa vicino a Bergoglio sia da dare per certa. In questo caso, quindi, è evidente che potrebbe salire al soglio pontificio un papa relativamente giovane e con una prospettiva anche di decenni in cui la Chiesa potrebbe prendere una strada irreversibile.
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