Il Fatto Quotidiano dedica la prima pagina del numero di mercoledì 24 ottobre a Vittorio Sgarbi, attualmente sottosegretario alla cultura. Il tema è la presunta violazione della legge che impedirebbe a una carica istituzionale di “esercitare attività professionali o di lavoro autonomo in materie connesse con la carica di governo, di qualunque natura, anche se gratuite, a favore di soggetti pubblici o privati”. Secondo il Fatto, Vittorio Sgarbi avrebbe guadagnato 300mila euro da febbraio a oggi con mostre e premi, attraverso due società riconducibili a lui e alla compagna, la Ars srl – il cui amministratore è il suo attuale capo segreteria, Nino Ippolito, e la Ars srl, intestata a Sabrina Colle. La legge violata sarebbe la 215/2004 che imporre a qualsiasi figura pubblica di occuparsi “esclusivamente alla cura degli interessi pubblici”. Abbiamo contattato il diretto interessato che, dopo una prima risposta all’attacco del Fatto, ci ricorda che quella dell’incompatibilità presunta non è una notizia nuova e l’Anac (l’Autorità Nazionale Anticorruzione) si sarebbe già pronunciata in merito e nel documento inviatoci dal critico d'arte si può leggere chiaramente: “l’Autorità ha ritenuto che le funzioni e i poteri ad essa riconducibili non siano tali da integrare alcuna delle fattispecie di incompatibilità di cui al citato art. 2, comma 1, della l. n. 215/2004”.
La accusano di aver guadagnato del denaro accettando compensi che sarebbero incompatibili con la sua carica pubblica. Vuole replicare?
Sono pure follie, stiamo parlando di Miss Italia e la conferenza su Caravaggio. C'è già un pronunciamento dell’Anac, che ha legittimato tutto quello che io faccio sul piano della mia attività professionale, che non ha niente a che fare con la tutela del ministero dei beni culturali.
Quindi lei sta dicendo che quei soldi li poteva percepire in modo legittimo?
Sì, perché non c’entra nulla con la mia attività ministeriale. Se io facessi una conferenza su Caravaggio non dovrei essere pagato? È da tutta la vita che lo faccio e l'ho sempre fatto. Sono attività episodiche legate a quella che è la mia vita. Allora se scrivo un articolo su un giornale d'arte neanche li dovrei essere pagato? O secondo loro non dovrei proprio farlo?
Quindi non c'è alcuna incompatibilità con il suo ruolo al ministero?
Lo dice l’Anac, non io. Si tratta dell'ente preposto alla vigilanza su questi casi, e ha già autorizzato tutto quello che faccio. Io sono sindaco, presidente di musei, ho tantissime attività che sono tutte legittimate. Quelle a pagamento sono episodiche, come per esempio Miss Italia, ma mi potete spiegare che cosa c'entra quest'ultimo con il ministero?
Quindi non crede vi sia conflitto di interessi tra i suoi compensi e la sua carica pubblica?
Non sussiste il conflitto di interessi per le mie attività, è stato valutato.
Crede sia un attacco personale ai suoi danni?
No, non è un attacco, e un'azione criminale fatta da un delatore che ha mandato il materiale a diversi giornali e Il Fatto Quotidiano li ha accolti. So che è stata una denuncia anonima-
Lei è già risalito alla persona che ha diffuso il materiale?
Sì, so benissimo chi è, è una persona che lavorava con me e, dopo aver smesso di lavorare con me, ha scelto di condividere il materiale con alcune testate. Era una persona che, stando con me, inevitabilmente vedeva le cose e le sapeva. Ma se io presento una mostra, mi spiegate dov'è l'incompatibilità con il ministero? Il ministero non si occupa dell'arte, si occupa della tutela del patrimonio artistico. Quella che ho ricevuto è solamente una pura calunnia da parte del giornale.