La controversia sulla collezione di quadri targata Agnelli contesa dagli eredi è un affare di interesse pubblico o una questione strettamente privata. Si tratta di una raccolta di opere d’arte nota per il suo inestimabile valore, tra cui pregevoli dipinti di Gustav Klimt. La collezione in Italia, dichiarata ufficialmente del valore di 213 milioni di dollari, potrebbe valere in realtà molto di più, una cifra vicina ai 600 milioni di dollari. Tuttavia, come spiegato nella puntata del programma Rai Report, ciò che ha scosso il mondo dell'arte è la rivelazione di una seconda lista di opere d'arte che sarebbero ubicate all'estero, tra cui capolavori di artisti come Paul Klee, Egon Schiele e Pablo Picasso, portando il totale dei possedimenti legati all'avvocato Gianni Agnelli e a sua moglie Marella Caracciolo a una quota approssimativa di 600 opere d'arte.
Ciò che rende questa vicenda ancora più intrigante è la presunta misteriosa sparizione di queste opere d'arte dalla collezione. Sembrerebbe che alcuni membri della famiglia Agnelli abbiano trasferito tali opere in luoghi come Lugano, Ginevra, Losanna, Chiasso e persino il Liechtenstein, porti franchi più o meno segreti in cui queste opere sono scomparse dal radar. La situazione si è ulteriormente complicata con i membri della famiglia Agnelli che si scontrano in una disputa legale per il diritto di proprietà di queste preziose opere. Margherita Agnelli risulta aver denunciato i suoi tre figli John, Lapo e Ginevra Elkann per la presunta scomparsa delle opere d'arte della nonna Marella, che a suo dire dovrebbero spettarle di diritto.
In questa intricata vicenda, Vittorio Sgarbi, sottosegretario del Ministero dei beni culturali, è stato chiamato in causa da Report sulla mancanza di una lista completa delle opere d'arte per garantire la protezione della collezione. La sua risposta, evidenziata anche da Artribune, ha sollevato preoccupazioni, suggerendo che il proprietario può fare ciò che vuole con le opere d'arte, anche distruggerle. Tuttavia, la legge italiana prevede sanzioni severe per il danneggiamento di opere d'arte di valore storico-artistico ed economico. Una questione chiave che emerge da questa vicenda è se la collezione Agnelli debba essere considerata una questione privata o pubblica. La richiesta di accesso ai documenti relativi alla collezione sarebbe stata inizialmente accolta dal Ministero, ma i membri della famiglia Agnelli si sarebbero opposti, sostenendo che non fosse di interesse pubblico. Tuttavia, diversi esperti, tra cui lo storico dell'arte Tomaso Montanari, affermano che la collezione Agnelli rappresenta un interesse nazionale, poiché costituisce un patrimonio culturale di inestimabile valore che andrebbe preservato per il bene di tutti i cittadini.
Inoltre, da quanto riferito parrebbe emergere che alcune opere potrebbero essere state trasferite all'estero in modo discutibile, violando potenzialmente secondo chi accusa leggi italiane che regolamentano l'esportazione di opere d'arte. Questo solleva ulteriori interrogativi sulle intenzioni e le azioni dei membri della famiglia Agnelli, specialmente in un momento in cui il loro patrimonio artistico, costruito in parte quando amministravano il denaro pubblico della Fiat, è oggetto di intensa speculazione. La speranza è che questi capolavori possano rimanere in Italia e continuare a essere protetti e fruibili da tutti i cittadini, in quanto l'arte ha sempre rappresentato un elemento fondamentale nella cultura e nell'identità civile del Paese.