Entrano in gioco nuovi elementi sulla questione dell’eredità dell’Avvocato e della moglie Marella Caracciolo e finisce al Tar la curiosa questione dei quadri dispersi. Alla collezione di Gianni Agnelli appartengono opere di interesse nazionale, le cosiddette “opere notificate”, che in quanto tali, spiega MilanoFinanza, sono “sottoposte a determinate regole sulla tracciabilità della proprietà, del luogo di detenzione e sul permesso di importazione ed esportazione, a tutela del patrimonio artistico”. Di questi dipinti esiste dunque un elenco ufficiale, attualmente nelle mani del Ministero della Cultura. La notizia che quest’ultimo, nella persona di Gennaro Sangiuliano, ha concesso questa lista a un giornalista di Report ha provocato l’intervento di John, Lapo e Ginevra Elkann che hanno fatto immediatamente ricorso al Tar del Lazio per opporsi all’accesso libero al registro nazionale delle opere d’arte: la questione, insomma, è capire se rendere pubblico l’atto significa violare la privacy e i diritti di proprietà degli eredi. La pubblicazione offrirebbe in effetti una sorta di inventario della collezione del fondatore della Fiat con dettagliate indicazioni, tra cui la sede delle opere.
La vicenda si collega a una vecchia causa tra Margherita Agnelli de Pahlen e i tre fratelli Elkann (i suoi primi tre figli), durante la quale la figlia di Agnelli si era detta convinta che nell’inventario dei beni ereditari mancassero diversi quadri di artisti come Monet, Picasso e De Chirico: opere dal valore di più di un miliardo di euro. Dopo la querela alla procura di Milano per l’ipotesi di furto – nel maggio del 2022 –, la perquisizione al Punto Franco di Chiasso non aveva avuto i risultati sperati. In più, per i fratelli Elkann si trattava di opere vendute dal nonno o appertenute esclusivamenta alla moglie Marella. L’inventario, ora al centro della contesa, acquista un ruolo rilevante perché potrebbe dire di più sul destino di tutte le opere d’arte appartenenti all’eredità Agnelli, in particolare la proprietà e la loro collocazione. Intanto gli Elkann hanno ottenuto dal Tar la sospensione della pubblicazione di questa lista da parte del giornalista, che pure ne aveva ottenuto il permesso, e l’anonimizzazione di alcuni dati legati agli eredi. Saranno i giudici amministrativi a decidere se la lista della collezione possa essere divulgata o meno.