La famiglia Elkann-Agnelli e i quadri dispersi: il mistero si infittisce. Varrebbero 2 miliardi di dollari (circa 1,9 milardi di euro), molto più di quanto furono valutati dagli esperti, e tra loro figurerebbe un Picasso da 80 milioni di dollari (circa 76 milioni di euro). Tra i nuovi motivi di contesa tra Margherita Agnelli de Pahlen e il figlio John Elkann ci sarebbe proprio la valutazione errata di alcuni pezzi della Collezione Agnelli. La figlia di Gianni Agnelli ha da tempo denunciato la sparizione di alcuni quadri di grande valore e intanto i fratelli Elkann si sono opposti alla pubblicazione dell’elenco ufficiale delle “opere notificate”, attualmente nelle mani del Ministero della Cultura. Panorama prova a chiarire la questione tracciando i punti salienti di questa lunga contesa familiare. Dopo la morte dell’Avvocato fu stilato l’inventario delle opere d’arte della Collezione Agnelli, per la spartizione dei beni. La moglie Marella ingaggiò una persona di fiducia, l’inglese David Somerset, undicesimo Duca di Beaufort. Fu Marella stessa a suggerire a chi attribuire le opere in base alle sue volontà, senza interpellare la figlia: “Proprietà personale di Marella”, “in usufrutto a Marella e nuda proprietà a Margherita”, “da consegnare a Margherita”, “di proprietà Gianni e Marella”. Il risultato fu un elenco di 309 opere (quadri e sculture) dal valore totale di 213 milioni e 363 mila dollari.
Ma i quadri, ai tempi, valevano molto di più e il loro valore, tenuto basso per paura delle tasse, sarebbe oggi cresciuto: l’Arlequin di Picasso, valutato sei milioni di dollari, sarebbe salito a 80 nel 2017. Di questi quadri a John Elkann spettano oggi quelli di proprietà della nonna. Ma l’investigatore Andrea Galli, assunto da Margherita Agnelli, ha aggiunto un nuovo elemento alla questione, smentendo che Marella risiedesse in Svizzera: la successione dovrebbe seguire le regole italiane e la metà dei beni andrebbe alla figlia. Margherita, tra l’altro, ha denunciato per falso il notaio svizzero nominato esecutore testamentario da Marella. Ci sarebbero in gioco anche i lingotti d’oro del nonno di Gianni Agnelli, custoditi nel deposito Ports Francs et Entrepôts di Ginevra-La Praille, che almeno fino al 2021 valevano 9,2 miliardi di dollari e che ora controllerebbe John. Con l’accordo di spartizione del patrimonio portato all’estero, infatti, Magherita ha rinunciato ai propri diritti alla morte della madre, in cambio di 1,5 miliardi di euro e la nuda proprietà della Collezione d’arte, mentre la madre ne manteneva l’usufrutto. Ma ora chiede di annullare l’accordo in virtà della falsa valutazione delle opere e del fatto che, in realtà, ben 36 pezzi risultavano di piena proprietà della madre. In più, dopo la morte di Marella, la figlia di Gianni Agnelli ha potuto constatare che mancavano alcuni pezzi presenti nella famosa lista del duca di Beaufort. Certo, ce n’erano anche alcuni in più: “Ciò significa che John non se li è portati via, anche se avrebbe potuto” conclude Panorama.