Sui giornali e siti di informazione, viene dedicato ampio spazio alla notizia che Vittorio Sgarbi, per opportunismi politici interni alla sua coalizione, non si ricandiderà a sindaco della cittadina di Sutri (Viterbo). Inutile soffermarsi a raccontare ed elogiare l’abilità, la professionalità e la cultura di Vittorio Sgarbi come critico d’arte. E ancor di più le sue qualità di esperto, conoscitore divulgatore di opere artistiche. Obiettivamente, i motivi per discutere della notizia sono molti. E anche gli interrogativi che dovrebbe sollevare sono numerosi. Proviamo a enunciarne alcuni. I sutrini, gli abitanti del Lazio o meglio gli italiani, dovrebbe avere eterna gratitudine nei confronti di Sgarbi. O, quantomeno, auspicare che colui che ha inventato e aperto a settembre 2018, insieme al ministro Bossetti, Palazzo Doebbing, accettasse di ricandidarsi. Parliamo di un sindaco che nei 5 anni della sua amministrazione ha portato o realizzato, in un – seppur bello – piccolo paesino della provincia, 18 mostre! E ognuna interessante, anzi da vedere. Un’ esperienza che non ho riscontro in nessun piccolo centro D’Italia. Un sindaco di un piccolo comune, che riesce a coinvolgere in questa avventura partner di grande rilievo come Intesa Sanpaolo e Contemplazioni l’Impresa della Cultura è ancor più raro. E si potrebbe continuare, per far capire quanto la perdita di Sgarbi come sindaco di Sutri sarà una grave perdita per una cittadina che si trova sulla via Francigena (peraltro a ridosso del Giubileo) .
Detto questo, beati gli arpini, visto che Sgarbi ha annunciato che si candiderà a sindaco della loro cittadina. E forse è anche giusto che un simile talento non rimanga legato per troppo tempo a un territorio, a maggior ragione se ciò non viene compreso. Questa ennesima storia di irriconoscenza politica mi porta a chiedere pubblicamente, a fare un appello a Vittorio Sgarbi come sottosegretario ai Beni Culturali e massimo conoscitore del mondo della cultura: parta da questa triste storia e crei qualcosa di buono per tutti i piccoli comuni Italiani. Crei uno sportello dove ogni sindaco, assessore ai Beni culturali possa rivolgersi per chiedere aiuto, professionale, culturale, organizzativo e tecnico. Sono 5.500 i piccoli Comuni italiani, con sindaci spessissimo innamorati del loro ruolo, ma che devono dividersi con un altro lavoro, la burocrazia, i bandi italiani ed Europei, le leggi da applicare e le problematiche dei cittadini/elettori. Ecco che in una situazione simile organizzare non 18 mostre, come ha fatto il talentuoso ma soprattutto esperto del settore Sgarbi, è una mission Impossible.
Ecco, allora,sottosegretario Sgarbi, crei uno sportello, un sito o meglio una specie di agenzia a cui l’amministratore sindaco possa rivolgersi, chiedere o semplicemente consultare un catalogo di artisti, mostre da potere ospitare. Un luogo dove l’amministratore meno esperto possa conoscere le proposte, i costi, le problematiche organizzative e quant’altro. Offrire cioè a comunità che non ha avuto la fortuna come Sutri - o speriamo Arpino - di incontrare Sgarbi e quindi di avere i mezzi e le conoscenze per potere facilmente portare arte, visitatori, cultura nel loro comune. Sarebbe un servizio per la Comunità, per l’arte e soprattutto per gli artisti. Pensaci Vittorio, sarebbe un’impresa che puoi realizzare solo tu. Cicerone, il più illustre cittadino di Arpino, amava dire: “Se accanto alla biblioteca avrai l’orto. Nulla ti manca”. E allora aiuta i piccoli comuni Italiani a non fare mancare nulla ai loro cittadini.