La strategia era semplice. Si fingevano parcheggiatori abusivi e spingevano gli autisti a consegnare le chiavo delle auto. Ma invece di parcheggiarle, i componenti della banda salivano a bordo e fuggivano. Le vetture, anche per evitare di essere identificate, venivano smontate e poi rivendute come pezzi di ricambio al mercato nero. Un modus operandi con un tocco di classe. Al momento dello smontaggio, i tre autori dei furti contattavano le assicurazioni e facevo passare l’evento per un incidente. Tutto sembrava filar liscio, fin quando i Carabinieri non hanno scelto di intervenire. Siamo nel napoletano. La Campania è una delle cinque regioni più soggette a furto di auto, secondo l’analisi Stolen Vehicle Recovery 2023 della società LoJack. Il 33% dei furti, infatti, avverrebbero in territorio campano.
Tra le vittime della banda anche molti utenti o visitatori degli ospedali Federico II e Santobono di Napoli. Stessa tecnica, i tre si facevano lasciare le chiavi per poi requisire le auto, portarle lontano, smontarle, ingannare l’assicurazione e nel frattempo rivendere i pezzi. Per operare con abilità sul fronte assicurativo, il gruppo si serviva di periti, medici e avvocati. Una truffa che nel caso di uno degli accusati, si sviluppava parallelamente a un’altra truffa ai danni dello Stato, quella della famiglia che dal 2021 percepiva il reddito di cittadinanza grazie a delle false comunicazioni all’INPS. I Carabinieri dell’unità di Napoli hanno però seguito la pista e rintracciato i tre. Due sono ora in prigione, mentre il terzo agli arresti domiciliari.