“Dire addio ai veicoli con motore termico sarà semplicemente impossibile”: parola di Herbert Diess, Ceo del gruppo Volkswagen, che dice senza troppi fronzoli quello che, al di là dei proclami della politica europea, quasi tutti pensano, ossia che un futuro prossimo con soli veicoli elettrici non è minimamente praticabile né a ben vedere sensato. E anche l’idea di arrivare al 2030 con metà di auto a batteria appare perlomeno estramamente ambiziosa.
“In Europa – le parole di Diess in un podcast del direttore di The Verge – abbiamo una quota di mercato di circa il 20%: affinché questa quota sostenga l’obiettivo del 50% di veicoli elettrici, abbiamo bisogno di 6 Gigafactory. Queste fabbriche dovrebbero essere operative entro il 2027 o il 2028 per consentire di raggiungere il nostro obiettivo per il 2030. È quasi impossibile farlo”. Considerando anche il rimanente 80% di mercato non presidiato da Volkswagen, “l’Europa ha bisogno di 30 di questi impianti. Ogni impianto è di due chilometri per uno. Devono essere spostate enormi quantità di materie prime. Sarà impegnativo. Quindi, passare dal 50% al 100% sarà una sfida tremenda. Non si tratta solo di dire «spegniamo le auto endotermiche». È semplicemente impossibile”.
Diess non risparmia critiche ai concorrenti che hanno già annunciato la scadenza dopo la quale non venderanno più auto termiche: “È una decisione che una casa automobilistica non può prendere da sola, perché il lancio dei veicoli elettrici dipenderà dalla legislazione e dall’aumento delle energie rinnovabili, e ciò deriverà dalle politiche statali e da una politica globale, non dalle decisioni individuali dei produttori di automobili. Non ha senso elettrizzare il mondo della mobilità se prima non rendiamo «carbon neutral» il settore primario”.
Non a caso anche altre grandi case si stanno muovendo sui propulsori tradizionali: “Stiamo lavorando a una nuova generazione di motori a benzina e diesel, sei cilindri e otto cilindri”, le parole di Frank Weber, responsabile sviluppo della Bmw, che evidenziano che anche l’altro grande gruppo tedesco non ha intenzione né di interrompere anticipatamente la produzione di motori a combustione né di rinunciare a lavorare al loro ulteriore perfezionamento.
Anche il capo di Stellantis Carlos Tavares ha sottolineato che la necessità di continuare a lavorare in diverse direzioni rappresenta per i costruttori e l’intero sistema dell’automotive un impegno enorme che deve essere gestito nei tempi e nei modi adeguati, senza ricadute negative in termini economici e di posti di lavoro.