Secondo Rocco Palombella, segretario della Uilm, manca una consapevolezza politica e industriale riguardo alle conseguenze che la transizione verso la mobilità elettrica avrà sul settore automobilistico italiano. Questa mancanza di soluzioni potrebbe comportare il licenziamento o comunque la perdita del posto per molti lavoratori. La Uilm ha condotto uno studio e calcolato che a livello nazionale ci sono fino a 120.000 posti di lavoro in bilico: «Secondo i nostri calcoli – dice Palombella a Repubblica – nel settore a livello nazionale sono in bilico fino a 120 mila posti di lavoro. Una cifra importante, ma non è solo questione di numeri, che possono cambiare da un’analisi all’altra. Sono le soluzioni che mancano».
Palombella sostiene che né il governo, né il principale costruttore automobilistico in Italia, Stellantis, avrebbero presentato soluzioni per mitigare gli effetti negativi della transizione. Oltre a sottolineare che il ministro Urso “non ha spiegato come vuole cambiare gli incentivi o come intervenire sulle infrastrutture, come le colonnine di ricarica”, il sindacato si aspettava previsioni sui livelli di produzione e sulle ricadute occupazionali del passaggio forzato all’elettrico: per il segretario della Uilm una riduzione dell'orario di lavoro potrebbe essere un'opzione temporanea che, con il sostegno dello Stato, potrebbe essere collegata a periodi di formazione o riqualificazione dei lavoratori. Infine, Palombella sostiene che l'aumento dei salari è necessario per incentivare la vendita di auto elettriche in Italia. In generale, Palombella ritiene che la transizione ecologica debba essere affrontata in modo più approfondito, in modo da considerare non solo le conseguenze ambientali, ma anche quelle sociali.