Sabrina Fina e Massimo Carandente, la coppia diabolica che ha aiutato Giovanni Barreca a compiere la strage di Altavilla Milicia, hanno dichiarato di voler parlare. Quindi, dopo essersi avvalsi della facoltà di non rispondere, sembrano voler invertire la rotta. Come mai? Quel che è certo è che sono mossi da una lucidità che hanno sempre avuto dall’inizio di questa terribile storia. Ed è probabile che adesso vogliano tentare di manipolare l’opinione pubblica e chi dovrà giudicarli. Perché così hanno sempre operato. Si sono infatti rivelati due soggetti altamente manipolatori. Soggetti che hanno presumibilmente concentrato l’attività di adescamento nei confronti di Giovanni Barreca nella lotta contro il male. Un male identificato con il demonio. Coerentemente con il loro modus operandi, i due hanno utilizzato fin dall’inizio affermazioni grandiose per dimostrare la loro innata capacità di percepire il soprannaturale e di esorcizzare le forze oscure. Fingendo ad esempio di parlare l’aramaico nelle celebrazioni liberatorie. Un’attività che ha fomentato quello che si definisce senso di emergenza. Un senso di emergenza che ha indotto il mutatore a credere di essere parte di una missione divina contro il male. Una missione che, in un delirio psicotico collettivo, ha contagiato anche la figlia diciassettenne di Barreca. Non a caso l’unica superstite. Come tutti questi soggetti anche Sabrina Fina e Massimo Carandente hanno dipinto il mondo esterno come un luogo pervaso dal demonio. E lo hanno fatto facendo leva sulle paure e le ansie dell’uomo che ormai da anni attribuiva al diavolo ogni cosa che gli accadeva nella vita. In concreto, quindi, questa tattica ha aumentato la sua dipendenza emotiva. Giovanni Barreca è sicuramente affetto da un disturbo schizofrenico di tipo paranoideo che da tempo lo faceva vivere nell’ossessione del diavolo. Dunque, si è aggrappato a queste due figure altamente persuasive.
Per essere ancora più precisi. In ogni contesto manipolatorio di questa portata, l’incitamento rivolto all'adepto a cacciare il diavolo può comportare pratiche ritualistiche e comportamenti estremi. Questo perché chi manipola riesce a convincere i seguaci che solo rispettando fedelmente le loro istruzioni e contribuendo al loro "ministero" possono liberarsi dall'influenza del diavolo. Posto che alla base dell’attività criminale di Fina e Carandente c’era la volontà di impossessarsi della casa dei Barreca, ritengo però che non si aspettassero che l’uomo si spingesse a tanto. Almeno inizialmente. Andiamo in ordine. Difatti, nonostante neghino quanto affermato da Miriam Barreca, i due coniugi si trovavano entrambi sulla scena del crimine al momento degli omicidi. Ciò dimostra che, compreso che Giovanni era ormai inarrestabile rispetto alle sue posizioni circa il demonio, pur di avere quella casa, lo hanno assecondato nella mattanza. Si rincorrono le voci che dietro quanto accaduto potesse esserci davvero una setta. Si parla di una decina di persone. Le indagini faranno il loro corso, ma io ho delle convinzioni precise in merito. Convinzioni chiaramente dettate dall’analisi comportamentale e contestuale degli eventi criminali. Concordo sul fatto che possano esserci altre persone coinvolte. Soggetti come Sabrina e Massimo puntavano infatti ad ottenere quanto più possibile e da quante più persone possibile visto che erano poco più che disoccupati. Quindi, è verosimile che abbiano tentato di reclutare altri individui al fine di sfruttarli economicamente. Un duo criminale che ha scovato gli intimi convincimenti di un uomo e li ha esasperati fino a farli diventare stragisti. Questo perché abbiamo a che fare con dinamiche che creano un circolo vizioso e perpetuo di paura, dipendenza e obbedienza cieca. Un’obbedienza che può spingersi a gesti estremi per dimostrare la propria devozione.