Orrore su orrore. Ennesimo delitto in famiglia o mero attaccamento al denaro? Questo l’interrogativo che ruota attorno alla macabra scoperta del cadavere di Concetta Infante, settantasette anni. Un cadavere rinvenuto impacchettato con del cellofan e del nastro adesivo all’interno di un baule in provincia di Caserta. A trovare il corpo senza vita di Concetta Infante è stata una delle figlie della donna, che abita e lavora in Abruzzo. La donna si era infatti insospettita dopo che l'anziana madre da circa due mesi si negava al telefono limitandosi a rispondere attraverso dei semplici messaggi di testo. “Sto bene, ma non posso parlare”. Ma proprio questo atteggiamento ha spinto la figlia a partire dall’Abruzzo per raggiungere Mondragone. Così, dopo essere salita al decimo piano della palazzina Cirio di via Razzino, ha fatto la macabra scoperta. L’altra figlia, quella che divideva l’appartamento con l’anziana, si è giustificata dicendo che la madre era morta a seguito di un incidente domestico esattamente un paio di mesi prima. Secondo quanto riferito da quest’ultima, quindi, Concetta sarebbe caduta dalle scale e morta dopo aver battuto la testa. Tuttavia, sempre secondo quanto raccontato, la decisione di occultarne il cadavere all'interno del baule sarebbe derivata dall'impossibilità di celebrarne il funerale per mancanza di soldi. Una scusa davvero grottesca e priva di fondamento. La procura di Santa Maria Capua Vetere per il momento indaga per occultamento di cadavere. Ma non è escluso che possano profilarsi altri reati come l'omissione di soccorso o addirittura l'omicidio. Chiaramente, adesso la partita è tutta scientifica non essendo la donna attendibile. Parliamoci chiaro.
Vero che la mente umana è uno degli archivi più inquietanti al mondo. Ma è altrettanto vero che essa ingloba le più inconfessabili intenzioni criminali. In altri termini, se il racconto della figlia convivente di Concetta Infante circa la morte della stessa è veritiero, vale a dire se è morta per un incidente domestico cadendo dalle scale, lo dirà l’autopsia disposta sul corpo. La salma, dietro provvedimento della Procura, è stata per questa ragione trasferita all'ospedale Sant'Anna e San Sebastiano di Caserta. Non ci sono invece dubbi invece sul motivo per cui la quarantenne ne ha occultato in maniera maldestra il cadavere impacchettandolo con del cellofan e riponendolo nel baule.
In soldoni, il movente è sicuramente economico. Nessuna spesa onerosa per il funerale mai celebrato. La figlia convivente di Concetta era infatti disoccupata e l’anziana madre rappresentava l’unica fonte di reddito che possedeva. Ragione per la quale la stessa ne ha continuato a percepire la pensione dopo la morte. Voleva a tal punto quei soldi da riuscire a convivere con l’odore nauseabondo emanato dal cadavere di sua madre. Degrado che si aggiunge ad altro degrado. Che poi dietro ci fossero intenzioni poco onorabili appare chiaro. Dato che era lei in persona a rispondere si messaggi che la sorella inviava alla madre. E lo faceva sostituendosi a Concetta, dato che questa riposava all’interno del baule. Messaggi dal contenuto tanto scontato quanto inverosimile. Certamente un modo per prendere tempo. E denaro. Sempre più episodi di cronaca nera come questo. Vi ricordate Beppe Pedrazzini, l’uomo del pozzo? Anche lui dopo la morte era stato gettato da figlia e genero, con il benestare della moglie, nel pozzo della loro abitazione. Con l’analoga intenzione di non smettere di percepire gli introiti derivanti dalla sua pensione. Sempre e solo in nome del dio denaro.