Salvo Sottile, con il suo FarWest in onda per la prima volta ieri sera su Rai 3, non ha deluso. Perché non aveva illuso. Non poteva illudere. Quello può fare. E quello ha fatto. Del resto, di che parliamo esattamente? Di un programma di approfondimento che va a sostituire Report nella storica collocazione del prime time del lunedì, con un giornalista letteralmente strappato alla conduzione de I Fatti Vostri (in cui esprimeva il suo “lato più solare”, ebbe a dire a suo tempo) dal potentissimo agente Beppe Caschetto, e con un format, a metà fra inchiesta e talk, inserito nel nuovo corso della Rai meloniana (che ha già all’attivo un rispettabile numero di flop, vedi Pino Insegno, Nunzia Di Girolamo, Laura Tecce), e dunque non propriamente una trasmissione artigliante e scomoda. Mica si può pretendere che il cavallo galoppi contro la scuderia. Di positivo c’è che Sottile è tornato alle origini. Lui non è un opinionista: è un cronista, e il taglio da reportage che fa da filo rosso di tutti i servizi lo conferma. Nella conduzione, invece, l’anima da reporter fermo, quasi costretto davanti al tavolo in studio, gli fa uscire una parlata enfatica, forzata, come se stesse annunciando sempre la breaking news del secolo, che ha l’identico, simpatico effetto sonoro di un’arrampicata con le unghie sugli specchi. Si consiglia vivamente un tono più sciallo. Anche perché, ieri, non è che abbia donato al popolo queste terremotanti rivelazioni. La prima parte è consistita in un riassunto degli ultimi 57 giorni di Paolo Borsellino, con lancio sul mistero della famosa agenda rossa scomparsa: cose già sentite, diciamo. Le novità erano sostanzialmente due: sfoggiare come ospite l’avvocato Fabio Trizzino, marito di Lucia Borsellino (assieme a un sempreverde Lirio Abbate, un po’ sacrificato: non è che abbia detto questo granché) e soprattutto le interviste inedite a Luigi Patronaggio, pm in servizio durante la strage di via D’Amelio, e all’ex maresciallo della Guardia di Finanza Franco Angeloni, che indagò sui rapporti tra gruppo Ferruzzi e i fratelli Buscemi. In sostanza, Sottile ha voluto illuminare il legame, su cui di recente è tornato Antonio Di Pietro in commissione Antimafia, fra Tangentopoli e il dossier appalti su cui, presumibilmente fino all’ultimo, stava lavorando il magistrato assassinato nel luglio 1992. Come sa chi segue la vicende in questione, questa versione contrasta con quella che, semplificando, porta al teorema della trattativa Stato-mafia, sostenuta in primis dall’ex giudice Scarpinato, e che aveva coinvolto nelle accuse anzitutto l’ex generale dei carabinieri Mario Mori (scagionato in Cassazione), non a caso presente ieri fra gli intervistati nei servizi mandati in onda. E sempre non casualmente, com’è ovvio, che Trizzino ha concluso mostrando tutto il suo scetticismo sulla trattativa (o meglio, sulla “tentata minaccia” al “corpo politico”, attraverso le stragi di Milano, Firenze e Roma, che ci fu, ma per i mafiosi a processo è finita in prescrizione, che non è assoluzione). Di fatti realmente e clamorosamente nuovi, però, nessuna traccia.
La seconda e terza parte sono forse più caratteristiche. Sottile ha proposto un lungo e tortuoso excursus sul bonus edilizio (o superbonus 110%), varato dal governo Conte 2, quello con M5S e Pd alleati dopo essersele date di santa ragione per tutto il decennio prima. “La truffa del secolo”, “cantieri inesistenti” e via così, riprendendo il caso dei miliardi sottratti all’erario (la “voragine dei conti pubblici”) grazie al meccanismo illustrato grazie all’aiuto di Luciano Capone, giornalista del Foglio specializzatosi in materia. In studio, un Federico Fubini e una Elsa Fornero a punteggiare di commenti prevedibilmente tombali su un provvedimento che, come si è dovuto ammettere, era difeso “all’unanimità” da tutto l’arco politico, anche da chi oggi lo liquida come una trovata del leader grillino per allargare sia debito che disavanzo. Fra un’intervista a un commercialista napoletano, presunto ideatore delle truffe (“pittoresco”, lo definisce Sottile), un attacco alla società di consulenza Nomisma, fondata da Romano Prodi, accusata di conflitto d’interessi, e un’autodifesa d’ufficio dell’allora ministro Roberto Gualtieri, si è finiti con la nota morale, su cui la coppia Fubini-Fornero ha dato il meglio di sé, delle “misure impopolari, anche contro il consenso”, che una buona politica deve avere il “coraggio” di assumere. Tradotto: l’ossigeno di pubblico denaro a un’economia privata che nel maggio 2020 si era raggelata per l’effetto-Covid è stata solo distorsiva, fonte di frodi, di “mancanza di civismo”, di abietto indebitamento. Non quindi l’applicazione, per proroghe volute e approvate da tutti: era proprio l’idea di base, a essere brutta e cattiva. Era proprio il modo in cui era stata concepita, a essere “colpevole”, citando Mario Draghi. Anche qui: qualcosa di davvero sconvolgente e mai udito prima? Non pare. Sulla terza parte, sorvoleremmo volentieri, anche se si tratta del piatto forte. Sottile ha sentito Ilaria, che mesi fa ha denunciato il calciatore Demba Seck per avrebbe inviato messaggi di minacce su filmati contenenti scene intime. Un’altra denuncia era partita tempo fa, ma è stata archiviata. Le telecamere di FarWest, in stile Iene, sono state addosso a Seck, senza risultato. Sembrava appunto di vedere il classico servizio delle Iene, né più né meno. Sarà che il filone degli scandali privati non mostra mai la corda, però, ancora una volta, non è sembrato di assistere al disvelamento di chissà quale verità. Tirando le somme, di scoop non se ne sono visti. Nella presentazione, giorni fa, Sottile era corso a precisare che il suo non vuol essere l’anti-Report. E ti credo: mentre Sigfrido Ranucci, pur boicottato con il trasloco alla domenica al posto di Che tempo che fa, ha già inanellato colpi da maestro come il caso La Russa (picco di 11% di share l’8 ottobre, al ritorno sugli schermi) o quello Gasparri (con contorno di carote, minacce di querele preventive e trasferimenti di peso da un ruolo all’altro, del sempiterno politico romano, per parare le terga a Forza Italia), per tacere di quello Santanché. Mentre Report, quando va male, viaggia ora comunque sul 6%, ieri la novità Sottile ha racimolato un 4,7%, meno di Quarta Repubblica su Rete 4 (5,3%). Sarà mica stata troppo sottile, la portata di questo FarWest che attacca l’opposizione anziché il governo? Noi si spera sempre nell’insperabile e vorremmo un Salvo che osa, un Salvo meno soft, un Salvo che ci salva dallo sbadiglio dell’informazione che non dà fastidio. Dacci del proibito, Salvo!