Il Camorrista - La serie presentata al Rome Film Fest è stata girata contestualmente al suo omonimo film d’esordio del 1986, ma non è mai andata in onda. Se abbiamo dovuto aspettare una vita intera per recuperare la visione di questa serie è perché anche il primo film del regista originario di Bagheria non ha avuto vita facile, poco dopo l'uscita nelle sale, infatti è finito in un tunnel di denunce e querele, ed è stato assolto solo dopo nove anni di continui processi. Ecco che non resta difficile immaginare che in quel clima di tensione fosse praticamente impossibile mostrare la serie al pubblico, avendo per di più la stessa identica trama del film condannato. Entrambi ripercorrono le vicende de “Il professore” (peronaggio ispirato al boss Raffaele Cutolo), ideatore della “Camorra Riformata” (Nuova Camorra Organizzata?), l'uomo che dal carcere gestiva tutti i traffici illeciti affiancato fuori dalle sbarre dalla sorella maggiore, Rosetta (scomparsa due settimane fa), divenuta negli anni l'esponente principale dell'organizzazione criminale perché, nel corso delle lunghe detenzioni del fratello, ha diretto il clan gestendone gli introiti. Certo che questa serie improvvisata in pochissimo tempo dal giovanissimo Tornatore ha anticipato di trent'anni i prodotti Netflix e pure le fortunate serie sulla Mafia...
Il premio Oscar per Nuovo Cinema Paradiso, Giuseppe Tornatore, ha fatto una serie tv (quando ancora non esistevano e Netflix non si vedeva neppure da lontano) sui fatti della Camorra ben prima dell’enorme successo dei prodotti marchiati Gomorra. Il suo è stato un azzardo in anticipo sui tempi in quel lontano 1985, in cui come dice il regista: “La febbre della serialità era ancora lontana, ma grazie alla lungimiranza di Lombardo (fondatore della Titanus) disponemmo del budget utile alla realizzazione del progetto. Girai dunque contemporaneamente sia il film destinato allo sfruttamento cinematografico tradizionale che le cinque puntate di un'ora ciascuna per la televisione”. Ma per quali ragioni nascono le associazioni criminali? Tornatore ci aveva provato a dare una risposta prima di ogni altro, con questa serie decisamente splatter...
Ne Il Camorrista - La serie, le vittime sono sempre assassinate barbaramente e gli omicidi descritti nel dettaglio. Corpi esanimi dopo innumerevoli violenze, in cui zampilli di sangue fuoriescono da ogni dove. Una sorta di splatter anni Ottanta. Ma oggi queste immagini ci fanno ancora così tanta impressione? A dire il vero no. Al massimo, ci fanno schifo. La percezione della paura è cambiata. Oggi che siamo abituati alle immagini cruente e senza ritegno a portata di smartphone, vedere un coltello che penetra la carne così a fondo o i segni lasciati da un cappio sulla gola di un uomo non ci turba troppo. All’epoca però, le persone erano molto più impressionabili, del resto c'erano i film dell'orrore di Dario Argento, e la gente doveva ancora smaltire gli strascichi degli Anni di Piombo mentre la Campania, inginocchiata alla Camorra, contava le sue vittime.