Dramma della disperazione a Gaza: ieri un tassista di 23 anni, di nome Hamdi Du'amush, si è cosparso di liquido infiammabile dandosi fuoco dopo essere stato multato dalla polizia. Il fatto è avvenuto a Gaza City, fra le cui vie, in mezzo alla folla, il giovane si è poi lanciato in corsa. I media locali hanno scritto che alcuni presenti si sono messi subito a spegnere le fiamme, accompagnandolo poi all’ospedale dove i medici hanno riscontrato ustioni di terzo grado.
La motivazione potrebbe essere di tipo economico, data la denuncia della categoria dei tassisti contro la tassazione eccessiva e le tariffe secondo loro troppo basse. Ma il caso del giovane che ha tentato il suicidio può ricollegarsi anche al fenomeno del disagio psicologico, poco noto ma acutissimo, che è diffuso nella Striscia di Gaza, sotto occupazione da parte di Israele, che priva della libertà di movimento e causa la mancanza di beni e servizi essenziali come elettricità, cibo, assistenza sanitaria e persino acqua potabile, senza contare bombardamenti e raid militari.
Secondo Medici senza Frontiere, i giovani di Gaza soffrono di disturbi all’umore (40%), disturbo da stress post-traumatico (60-70%) e il 90% è comunque soggetto a patologie legate allo stress. In questo quadro, è stato segnalato l’aumento di tentativi di suicidio, sullo sfondo di un territorio che, secondo l’Alto Commissario delle Nazioni Unite per i diritti umani, è caratterizzato dalla violazione dei diritti più elementari. Il gesto di Hamdi, insomma, ha presumibilmente cause più profonde.