Mentre si teme una escalation via terra del conflitto tra israeliani e palestinesi, i morti nella Striscia salgono a 69, fra i quali sono 6 quelli dello Stato ebraico. Nella notte sono stati lanciati altri 130 missili da Hamas e altri raid si sono abbattuti su Gaza. Una nuova guerra sembra alle porte. Un nuovo capitolo di una storia tragica che non sembra avere fine.
Sulla questione è intervenuto in un post, conciso ma chiarissimo, il noto inviato di guerra Toni Capuozzo: “Non so se l’ignoranza si faccia largo perché qui gli influencer non si spingono, oppure perché ognuno si rifugia nel suo schierarsi pregiudiziale. Non è così difficile – in una storia sempre complessa – capire quel che sta succedendo in Medio Oriente. Gli sfratti di Sheikh Jarrah (il quartiere dell’amata American Colony…)? Un pretesto, anche se l’ingiustizia burocratica sta nel fatto che una Corte israeliana non può avere sovranità su un territorio occupato”.
E ha poi spiegato a suo dire le complesse ragioni che hanno portato a un nuovo conflitto: “I motivi veri sono piuttosto chiari: conflitto interno ai palestinesi e longa manus iraniana. Tra i palestinesi Abu Mazen ha rinviato per l’ennesima volta le elezioni in Cisgiordania, per fregare la concorrenza interna, Marwan Barghouti e la stessa Hamas. E Hamas si è infilata nei disordini della spianata delle moschee per condannare i palestinesi a un doloroso e irrilevante estremismo e convincerli: ecco chi vi difende e vi rappresenta davvero. Missili su Gerusalemme e Tel Aviv, certo in quantità tale da mettere a dura prova Iron Dome, il sistema di difesa israeliano, ma sicuramente con un obbiettivo vero: provocare i bombardamenti su Gaza, e mostrare al mondo chi sarebbero i cattivi. Solita, tragica commedia, platea commossa, palestinesi usati da palestinesi come carne da macello, o scudi umani (i missili vengono sparati da case civili). L’Iran? C’è ancora Suleimani da vendicare, ci sono missili trafugati da utilizzare, c’è da sabotare i patti di Abramo (e il mondo arabo non può non solidarizzare con i palestinesi) e gettare scompiglio tra i sunniti, difendere il piano nucleare da posizioni di forza, da garanti di stabilità e instabilità. Neanche a Israele va male: sarebbe più imbarazzante chi vuole trattare, fare politica e diplomazia, che chi lancia missili. E tutti saggiano la debolezza della nuova Casa Bianca. Per capire fino a dove possono spingersi”.