Dataroom del Corriere della sera, la rubrica di data journalism di Milena Gabanelli, ha preso in esame uno dei grandi problemi (irrisolti) italiani come quello delle lobby che governano diversi settori del mondo del lavoro. Fra questi spiccano i tassisti che, dopo le proteste di piazza, gli scioperi e le innumerevoli polemiche che hanno coinvolti anche molti personaggi noti. Ma a che punto siamo davvero nel processo di riorganizzazione e, in particolare, con la vittoria delle elezioni del centrodestra? “Nel Ddl Concorrenza era stata inserita la delega al Governo per riscrivere entro 6 mesi le regole sui taxi, un servizio pubblico la cui prestazione deve essere obbligatoria, capillare sul territorio e accessibile economicamente. La legge che disciplina il settore – si legge su Dataroom - è la n. 21 del 1992 che rinvia ai Comuni il compito di stabilire il numero di licenze, i turni con il numero di taxi per fasce orarie e le tariffe (art. 5). Chi ha una licenza è titolare di un’impresa artigiana, e iscritto alla Camera di Commercio dopo avere superato l’esame per ottenere il 'ruolo di conducente' (solo dopo i 21 anni). Chi ha una licenza da più di 5 anni, o ha compiuto i 60 anni, o per malattia, può indicare al Comune a chi trasferirla. In caso di morte può passare a uno degli eredi, o a chi indicato da loro (art. 9)”. Questo il quadro generale. Ma la politica come intende intervenire?
“È necessario ampliare il contingente in servizio con 450 nuove licenze” disse nel 2019 l’allora assessore ai Trasporti Marco Granelli. Anche perché, come segnalato sul Corsera, sulle 33.400 chiamate al giorno “tra le 8 e le 10 ne risulta inevaso il 15%; tra le 19 e le 21 il 27%, il sabato e domenica tra le 19 e le 21 il 31%; tra mezzanotte e le 5 il 42%”. Nonostante questo, tutto venne rinviato, un po’ per le proteste dei tassisti e un po’ per l’emergenza Covid. Nel frattempo, a Roma in quindici anni “sono passati da 7.710 licenze a 7.703, e le ultime 500 sono state assegnate nel 2008”. C’è quindi un’alta richiesta insoddisfatta di taxi nella Capitale. E così il Comune ha “modificato le regole dei turni ben 4 volte per dare ai tassisti la possibilità di allungare gli orari nel fine settimana; fare lavorare un sostituto e avere turni di 12 ore contro le 8 e mezzo precedenti. Si legge nell’ordinanza: risposta deludente, la domanda dei taxi resta inevasa. In sostanza le licenze sono poche”. Per ora dal governo sembra una questione non all’ordine del giorno, ma l’Autorità indipendente per i trasporti continua a chiedere la revisione delle regole e nel frattempo a godere sono soltanto gli abusivi.