Predicano bene, ma viaggiano male. Se la prima parte dell’assunto non è così scontata (spesso neppure la predica è buona), la seconda è un dato di fatto. Il riferimento è ai delegati della Cop27, la Conferenza delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici in programma in Egitto. Delegati sotto accusa per essere arrivati all’appuntamento, a Sharm el-Sheik, in maniera che tutt’altro che ecologica, a bordo di un numero non ufficialmente definito ma senz’altro cospicuo di jet privati.
Secondo il Daily Mail, fonti egiziane hanno confermato affermazioni diffuse via social secondo cui circa 400 jet privati sarebbero atterrati durante la Cop27: "Più di 400 jet privati sono atterrati nei giorni scorsi in Egitto", avrebbe all'Afp una fonte vicina alle autorità aeronautiche egiziane che ha chiesto di non essere nominata. E Ahmed Moussa, un presentatore di talk show vicino alla leadership egiziana, si è vantato in onda che l'aeroporto di “Sharm el-Sheikh ha accolto più di 300 jet privati. L'aeroporto è stato rinnovato con più corridoi per accogliere gli ospiti della Cop27”.
Quasi automatiche quindi le accuse di ipocrisia: i passeggeri dei jet privati producono molte più emissioni pro capite che si ritiene causino il riscaldamento del pianeta rispetto a quelli dei voli commerciali: si stima che un jet privato possa emettere due tonnellate di anidride carbonica in un'ora e sia da cinque a quattordici volte più inquinante per passeggero di un aereo commerciale.
Alcuni media hanno citato stime inferiori sulla base dei dati di volo, anche se potrebbero esserci stati voli privati che non sono stati registrati dai servizi di monitoraggio. Già nella Conferenza dell’anno scorso, la Cop26 di Glasgow, c’erano state critiche per i jet privati: le stime citate dai media per il numero di jet utilizzati in quell'evento variavano da meno di 200 a circa 400.