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Temptation Island, come mai è così difficile lasciare un viscido traditore impenitente? Perché l'amore rende sempre scemi col botto

  • di Grazia Sambruna Grazia Sambruna

25 luglio 2024

Temptation Island, come mai è così difficile lasciare un viscido traditore impenitente? Perché l'amore rende sempre scemi col botto
Il reality per cervi estivi di Canale 5 sta sbancando l'Auditel anche in questa edizione. A poche ore della finale, trash a parte, riscontriamo una tendenza dura a morire: le fidanzate (ma pure i fidanzati) non riescono a mollare la controparte nemmeno di fronte all'evidenza di corna reiterate e impenitenti. E quindi veniamo alla grande domanda: perché? Sono scemi loro o, in totale e sincera onestà, alla fine dei conti lo siamo tutti, a restare "coppia" pure quando ci "vomita il cuore"? La tragicomica risposta è che l'amore rende scemi in cul0, sempre

di Grazia Sambruna Grazia Sambruna

"Mi vomita il cuore". Jenny, 26 anni, più botox che capillari in viso, nella penultima puntata di 'Temptation Island' ha partorito cotanto strepitoso haiku, di fronte all'ennesimo video del fidanzato Tony, 42enne con la malattia della fregna. I due, purtroppo, fanno coppia da quattro anni di reclusione sentimentale e lei, alla buonora, grazie al reality sta vedendo farsi granitici i propri sospetti: sta con un imbecille. La fanciulla, in pieno delirio da botta calda, lo paragona a una formica, parlando direttamente con l'insetto: "Pure tu, sai, sei meglio di lui". Concordiamo. Nonostante i pianti e le scene madri, però, di edizione in edizione notiamo una certa mefistofelica tendenza: perfino di fronte all'evidenza delle corna, reiterate e impenitenti, di rado il ramificato o la ramificata escono dal programma da soli, smollando la controparte. Oppure, se lo fanno, i social svelano come ci siano poi, prestissimo, tornati insieme, garruli e giulivi. Se, al netto del trash, fosse possibile tirar fuori una grande domanda da 'Temptation Island' sarebbe proprio questa: perché sembra essere così diffiicile liberarsi di un traditore (o di una traditrice)? Nella maggior parte dei casi, per quanto tutti seguiamo 'sto reality per sentirci migliori dei suoi protagonisti burini e a un passo dall'analfabetismo, non possiamo nemmeno dire, in piena onestà, di non aver mai vissuto una situazione del genere, che non ci cascheremmo mai, noi che siamo furbi, intelligenti, di granito. Tutte balle. Ed ecco perché l'interrogativo resta interessante. Come mai re(si)stiamo a pensarci coppia pure quando ci "vomita il cuore"?

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Innanzitutto, purtroppo l'amore non è una questione di merito. Nè di matematica. Uno ti può voler bene due e tu duecento, non è una scelta. È una fregatura che, alle volte, il destino infame ci riserva. Se ne può pure uscire, certo. Solo, fa un male cane. E questa non è di sicuro l'unica sciagura sentimentale che può fare, e fa, un male cane, lungo il 'viaggio dei sentimenti'. Nella penultima puntata di 'Temptation Island', abbiamo visto tale Gaia riprendersi l'ignobile fidanzato Luca. Uno epidermicamente antipatico come il pantano già dagli occhialetti a specchio che indossa. Uno capace di andare in tv, di fronte a cinque milioni di persone circa, a dire, orgoglioso, di esserle infedele "perché io ho il cervello sul caz*o". Uno che considera "la monogamia un fallimento della nostra società. Nonno è stato con nonna 50 anni, ma solo perché la tradiva regolarmente". Ma pure lo stesso omuncolo che, appena vede la compagna rivolgere la parola a un tentatore belloccio qualunque, passa tre notti insonni a rivoltarsi in branda per poi invocare un falò di confronto immediato con lei e dirgliene quattro. La fanciulla, sulle prime, è nera pece, impermeabile a qualsivoglia giustificazione della controparte. Gli dice di farsi curare l'ego, che dopo tutto quello che gli ha visto fare e proferire, si ama di più e non accetterebbe mai una relazione con lui. Alla fine, purtroppo, il malnato la fa su, ancora una volta, come vuole: "Non ti tradirò più - promette - siamo entrati con l'obiettivo di non lasciarci. Perché non vuoi tener fede al nostro patto? Non buttare tutto all'aria". I due escono dal programma insieme. Come se fosse possibile considerarsi una coppia. Il pubblico fa "buh", la piglia per cretina. Eh, però...

Eh, però ci sono alcune questioni da considerare. Per prima cosa, osservando. Di fronte a qualsiasi video fedifrago e porcino che le fidanzate si ritrovano loro malgrado a visionare, la reazione spontanea è sempre la stessa: "Non è possibile! Questo non è lui!". Arrivate in trasmissione molte volte consapevoli di avere in testa una cesta di lumache, rimangono comunque incredule di fronte all'evidenza fattuale. Perché hanno l'intelligenza di un ciottolo di fiume? Forse. Ma pure perché, nonostante tutto, quando ami qualcuno ti aspetti sempre, speri, che possa essere un po' meglio di così. Paradossalmente, è pure una questione di orgoglio personale: dire a voce alta di stare con un imbecille fedifrago significa ammettere di aver sbagliato. Di aver sbagliato di grosso a valutare la persona con cui si sta da due mesi, due anni, magari quattro o cinque. In un certo senso, è più facile cullarsi nell'idea che la situazione non sia poi così grave, che lui di carattere faccia il cretino ogni tanto, ma mica sul serio. È soltanto un tipo gioviale, un mattacchione. Però mi ama, ovvio. Fa degli errori - e chi non ne fa? - ma lui mi ama. Non può essere altrimenti, non posso avere torto. Io non sono mica un'imbecille. Deve ancora nascere quello che mi frega. No, è già nato. E ci stai insieme. 

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Poi c'è il sacro monte ricordi. A 'Temptation Island', dove ogni anni presumiamo e speriamo sia tutto a copione, sbertucciamo le fanciulle che non riescono a dire no all'ingiustificabile. Non che sia un problema soltanto femminile, il disgraziatissimo Matteo in questa edizione passa le giornate a meditare su come migliorare la propria relazione con la fidanzata Siria, vuole darle più attenzioni, gli manca, ipotizza un corso di tango insieme una volta usciti da lì. Il tutto mentre lo definisce: "Uno che c'ho in casa da otto anni". Tipo pianta grassa. A posto. Ma siamo poi così certi di essere 'migliori' di 'sta gente che spernacchiamo ogni giovedì sera? Crederci è confortante. Però, non è quasi mai vero. 

Le fidanzate (e i fidanzati) che non mollano la relazione, nemmeno dopo essere stati umiliati su Canale 5 di fronte all'Italia intera, hanno paura. Paura di ammettere di avere torto marcio, di aver totalmente sbagliato il proprio giudizio, tutto sommato positivo, sulla controparte. Ci hanno trascorso insieme vacanze, nottate di passione, il Natale in famiglia o anche più di uno. Possibile mai che sia davvero un verme? Lo sta facendo per le telecamere, certamente, per tirare fuori un personaggio, perché così magari a settembre ci ritroviamo al 'Grande Fratello', lo sta facendo per noi. Per noi come coppia. Mica perché è una persona di niente, figuriamoci. Mica perché sono rimasta impantanata in un enorme intrico di fregnacce un tanto al chilo. E poi il dolore che provo adesso lo conosco, ho imparato a gestirlo, mi fa compagnia, mi è amico. Gli voglio quasi del bene sincero, a 'sto dolore. Quello che arriverà dopo, invece, dopo il distacco da questa persona che mi infligge sofferenza, come sarà? Non sono molti i temerari che hanno voglia di scoprirlo. Quindi, si accontentano, rimangono dove sono, in una storia grigia, mesta, sfuriando ogni tanto, ma senza conseguenze nella realtà fattuale. Una scelta amara, triste. Ma comprensibile. E che forse, dopotutto, non fa nemmeno così ridere, a ben pensarci. Chi può veramente dire di aver fatto di meglio o che non gli sia mai capitato uno stallo del genere, scagli la prima pietra. Non può, perché siamo tutti in mezzo allo stesso oceano di palta e giustificazioni autoindulgenti. Con gli occhi foderati da come vorremmo che fossero le cose, non da come sono in realtà. Lo cantava pure Ligabue: "Il giorno che gli viene un dubbio, creperà". Perché l'amore è un equilibrio, anzi, uno squilibrio precario assai. Su cui tutti siamo così scriteriati da costruirci robe sopra, financo la nostra intera vita per come la conosciamo. L'amore è una truffa sentimentale. A cui scegliamo di credere per andare avanti, perché sempre meglio in due che da soli coi mostri sotto al letto, nella testa, con la vita che ci sputa in faccia e nessuno a metterci una mano sugli occhi, mai. 

Ognuno si sceglie la gabbia che ritiene più comoda per sé, ma sempre di gabbia si tratta. Poco importa se poi, da fuori, pare un coglione. Tutti sembriamo coglioni, visti da fuori. L'unica certezza è che, lo ben ricordava Amy Winehouse, 'Love is a losing game'. Meglio non entrarci, come al casinò con le slot truccate e gli idioti che continuano a giocarci perché prima o poi andrà a meglio per forza. È statistica, mica fantascienza. Sappiamo come va a finire. Ma il punto è che sappiamo sempre come va a finire: va a finire che finisce. Oppure, che si subisce. Da idioti, da pavidi, da innamorati insomma. Da spaventati. Dirò mai alla tua fidanzata, che mi spergiuravi 'coinquilina', che nell'ultimo anno sono stata "la donna della tua vita"? 

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