Preparate i popcorn. Anzi preparate i bloodcorn (ricetta della trilogia del Drive In di Joe R. Lansdale: popcorn dolci con sciroppo di mirtilli), perché saranno le elezioni americane più divertenti di sempre e tra Donald Trump e Kamala Harris (ha già i numeri per essere la candidata democratica) scorrerà il sangue. Dalle orecchie. Per quello che dovremo sentire. Già, mi dicono, i sostenitori di Trump vanno in giro con l’orecchio bendato. Alcuni si fanno il piercing al padiglione con una pallottolina carina. È una cosa importante. Perché, come scrive La Repubblica, a proposito della Harris, l’abito in politica fa la suora e lei “usa il power dressing”, che uno pensa alla cintura dei sollevatori di pesi per non fare schizzare le ernie sul pubblico e invece sono le donne che si vestono “potente”, minchia! E il dibattito verte già sui caz*i loro. In pieno clima Temptation Island, o Temptation Election che fa anche rima. Anzi, direi che il pe*e è un argomento centrale di questa tornata di elezioni presidenziali americani. Siamo partiti con il pe*e di Donald, “a forma di funghetto” poco magico, come lo ha descritto Stormy Daniels. Da poche ore, i peni di cui si parla sono quelli nella cerchia della Harris (ora si chiama “cerchia”). Se Kamala è partita in folle dando a Trump del predatore sessuale, (tutti ricorderanno il suo “If you are famous, grab’em by the pus*y. They let you do it”) su 4chan – dove si dilettano spargitori di meme e fake, odiatori, complottisti e pro-Trump – la notizia del giorno è la seguente: “Il marito della Harris è cornuto”. Mentre Kamala ribatte vestendosi come Lisa Simpson nella puntata in cui diventa primo presidente donna. Joe Biden ha ufficializzato da poco il suo ritiro che già la lotta a suon di maldicenze si fa più divertente: cosa si poteva trovare di scandaloso in Biden? Il massimo che sono riusciti a tirare fuori è che in realtà sia un robot malfunzionante (teoria alla quale mi punge persino vaghezza di credere).
Meravigliose le frange estreme della destra, che non se la prendono con la Harris ma con Donald Trump perché ha nominato come candidato vicepresidente J.D Vance che è sposato con l’indiana Usha Chilukuri e sono sicuri che con questo vicepresidente sarà impossibile fare una seria lotta all’immigrazione anzi si paventa l’inizio della sostituzione etnica per cui gli americani diventeranno tutti indiani (per cui ci saranno due versioni degli indiani d’America, quella di John Wayne e quella di J.D Vance – che loro possono sparare agli indiani, fuoco agli indiani!). A proposito, lo ricordo solo io che Enrico Deaglio scrisse, su Repubblica, le seguenti parole a proposito di Elegia Americana: “Chi salverà gli hillbilly? Si spera in J.D. Vance, il ragazzo diventato bestseller e prossimo leader politico. Non sarebbe la prima volta che la letteratura cambia il mondo. In America una cosa del genere successe nell’Ottocento, quando una mite professoressa pubblicò La capanna dello zio Tom e diede origine alla campagna per l’abolizione dello schiavismo”. Decidetevi: Vance è un liberatore delle minoranze o un oppressore razzista con la moglie indiana? Intanto dei bianchi poveri, i cosiddetti hillbilly i white trash i redneck, si occupa il vice di Trump, mentre Kamala Harris è figlia di una oncologa (indiana anch’essa) e di un originario giamaicano, professore universitario di economia alla Stanford che, come detto, sfoggia il power dressing e piacerà tantissimo alle nostre professoresse e professori della classe media riflessiva che con le loro imitazioni delle Birckenstock, le borse di tela, i kaftani, fanno stilisticamente parte dei white trash senza rendersene conto. Sì, la camicia indossata dalla Schlein non è di Dior, è una bufalaccia, ma che Dior abbia vestito Chiara Valerio al Premio Strega è vero (anche se lo stile della Valerio non è white trash ma Battiato-trash nonostante il musicista sia stato insultato dalla sua amica Michela Murgia).
Certo sarà più difficile per Trump rispondere come fece con Biden durante l’oramai famoso e spassosissimo confronto: Biden lo accusò di avere tradito la moglie con Stormy Daniels (Biden non ha imparato la lezione della politica italiana: “futti futti che Dio perdona tutti”), Donald disse “È una fake news” e Joe rimase come quello che gliela vide a sua sorella. Anche sul fronte delle imitazioni si prospettano meraviglie, l’imitazione di Biden da parte di Trump che se ne andava in giro come un automa con la ram impallata iniziava a diventare ripetitiva, con l’imitazione della risata di Kamala Trump potrebbe prendere anche un punto di percentuale, ci aspettiamo l’imitazione di Kamala Harris che fot*e – e sono quasi certo che Donald Trump sta già facendo le prove di imitazione con i suoi spin doctor. Ma Kamala Harris ha la lingua lunga – lo dicono con orgoglio i democratici e grabbando her by the a*s i frequentatori di 4chan – e saprà rispondere a tono. Perché è così che viviamo le elezioni americane, come un talk show trash. E se volete un consiglio via Bruno Vespa, via Enrico Mentana, via i Del Debbio, i retequatristi e i raitreisti. Volete che le elezioni americane pòmpino pubblicità nelle vostre tasche? Cercate Maria Carmela, in arte Barbara (D’Urso) e attorniatela di Alfonso Signorini, Vladimir Luxuria e Diletta Leotta. Capiranno la pancia dell’America e quella dell’Italia meglio dei commentatori politici.