Il mondo guarda all’America e ai suoi candidati, perché da lì, e dalle elezioni che si terranno fra pochi mesi, si dovrà ripartire per capire cosa accadrà a livello internazionale e all’interno del Paese più potente del mondo. Dalla guerra in Ucraina alle nuove forme di censura – alcune denunciate anche da Elon Musk su X – passando per il politicamente corretto e la regolamentazione delle armi, America e Europa condividono lo stesso decadimento delle facoltà politiche delle classi dirigenti. Ma a preoccupare è anche il sonnambulismo della società civile che non sa più ribellarsi. L’attentato a Trump? Ha certificato una vittoria annunciata contro il capo della “famiglia più corrotta d’America dopo i Clinton”. Ne abbiamo parlato con il professor Luigi Marco Bassani, storico del pensiero politico esperto degli Stati Uniti e con cittadinanza americana.
Dicono che dopo l’attentato Trump vincerà, ma sarà solo per quello che è successo qualche giorno fa?
Trump aveva già un grande vantaggio, soprattutto con Biden come candidato avversario, che tra l’altro non è stato sostituito finora perché i Dem non hanno nessuno che possa battere i Repubblicani in questo momento. È chiaro che Biden non stia bene, è andato, la gente sa che può andar resistere per qualche mese ma non per quattro anni. Nessuna persona sana di mente potrebbe votare per Biden. Si fidano dei suoi pupari, ma dovrebbero trovargli un vicepresidente decente. L’attuale vicepresidente, Kamala Harris, credo sia al livello più basso di popolarità tra i politici della storia americana. Quindi no, il vantaggio Trump lo ha sempre voluto.
Cosa cambia allora dopo questo attentato?
Trump si è mostrato come un uomo coraggioso. Capisco che il popolo ormai ami la viltà, anche perché è stato abituato così dai tempi del covid, quando ti commuovevi per un uomo di ottant’anni in lacrime per un raffreddore. Ma la nostra storia è ancora quella in cui gli eroi sono Ettore o Achille. Per cui un candidato che si rialza dopo essere stato colpito ne esce molto bene. Persino Velardi, su Il Foglio, ammette che siamo di fronte, forse, all'unico vero leader attuale. Gli altri non esistono. Ormai è impossibile che perda. Anche grazie alla scelta del vicepresidente.
J. D. Vance è stata una buona mossa?
Certo. Lo ha scelto giovane e in salute e rappresenta quegli americani emarginati dal boom americano, che nonostante tutto è stato incredibile. L’America più o meno negli ultimi venticinque anni ha più che raddoppiato la distanza rispetto all’Europa, tranne una porzione di persone che si sente rappresentata dalla vicenda familiare del vicepresidente. E questo attirerà le simpatie non solo dei bianchi poveri, ma anche di altre etnie.
Il New York Times ha intervistato undici afroamericani che criticano i Democratici per via del loro modo di trattare i neri sempre e solo come vittime.
Questo era un discorso che andava bene quando i Dem avevano Obama, ovvio che avrebbero votato il presidente afroamericano che faceva discorsi per afroamericani. Ma ormai non funziona più. C’è una statistica molto chiara: se il partito Repubblicano riuscisse a ottenere il 30% degli elettori neri e il 30% degli elettori ispanici, vincerebbe tutte le elezioni. Hanno un consenso talmente alto tra i bianchi che basterebbe un terzo dei voti delle minoranze.
New York Times, Stephen King e Biden stesso tornano a parlare della regolamentazione delle armi. Cosa significa per un americano avere una pistola o un fucile?
Anche Beppe Severgnini ha scritto un articolo contro le armi. Sono essenzialmente ossessionati dalla libera circolazione delle armi e riconducono tutti i problemi a questo. Io ti posso assicurare che qualunque italiano con un minimo di conoscenze, se vuole, recupera una pistola in venti minuti, magari pagando un po’ di più perché è illegale. Siamo sicuri che l’estremismo sia armare le brave persone e non sia da estremisti armare solo criminali e poliziotti? Le armi chi le vuole le recupererà sempre. Quello che la società europea non comprende è che una società libera è una società disordinata e bene armata, non c’è dubbio. Inutile cercare di spiegarlo agli europei, che hanno subito il lavaggio del cervello dallo Stato moderno, entità che si basa esattamente sul disarmo della popolazione.
Perché?
Per far sì che l’offerta di sicurezza non si possa rifiutare e che la gente invochi lo Stato. C’è un bellissimo libro di Otto Brunner, Terra e potere, che fa vedere proprio come nelle aree austriache lo Stato si sia fatto largo proprio disarmando gli individui.
Quindi regolamentare o disarmare la popolazione americana è sbagliato?
Non solo, è anche assurdo sul piano utilitaristico. Significa andare casa per casa a requisire o controllare 280milioni di armi. Sarebbe la guerra civile. Chi sostiene queste proposte contro le armi non è solo cretino, ma anche irresponsabile.
Sia Biden che Trump vengono giornalmente criticati, il primo per l’età e il secondo per le bugie. Perché i partiti non sanno esprimere candidati più forti (e magari più giovani)?
Come in tutto l’Occidente assistiamo a un peggioramento enorme dei livelli della classe politica. Paragoniamo Salvini a De Gasperi? C’è uno scadimento enorme che si associa alla difficoltà di mandare via chi arriva a livelli apicali, come un presidente per esempio. Tu pensa che un congressista americano, un senatore o un rappresentante della Camera dei rappresentati, passa duecentoventi giorni all’anno a raccogliere fondi per la sua campagna elettorale. Vuol dire che può dedicare meno di un quarto o un quinto del tempo lavorativo all’attività legislativa. La politica come professione, la politica come vocazione come direbbe Weber, è diventata una cosa molto complicata.
E la scelta continua a ricadere su Biden per i Dem.
Biden è praticamente il burattino della famiglia Obama. È molto corrotto. I Biden sono la famiglia più corrotta nella storia americana dopo i Clinton. Devi pensare che nella famiglia Biden ci sono dieci persone con conti multimilionari e l’unico nella famiglia che abbia mai avuto un lavoro ufficiale con più di 250mila dollari all’anno è il presidente. Nove dollari su dieci delle donazioni delle grandi corporation vanno al Partito Democratico. Quindi i Dem possono mettere chi vogliono e per due volte, dopo Obama, hanno scelto proprio Biden.
Trump invece?
Finora è andato avanti solo con i suoi soldi. Ora glieli stanno sequestrando tutti, proprio per non fargli fare campagna elettorale.
Spesso Giorgia Meloni viene associata ai conservatori inglesi e americani: è un buon paragone? Che tipo di leader è?
Nel 2022 venne applaudita dai conservatori repubblicani, la prima non americana dopo Farage, che ovviamente parlando benissimo l’inglese è riuscito a strappare più applausi. Considera che agli americani non interessano Mussolini e altre cavolate di ottant’anni fa di cui si parla in Italia. Dal punto di vista della realtà dei dati, invece, mi sembra che Giorgia Meloni non abbia fatto nulla di nulla. Quindi non saprei dire se sia una leader di centro, di destra o di sinistra. Come la Merkel. In Germania avevano inventato un verbo, “merkeleggiare”, cioè “temporeggiare”. Meloni è stata votata da chi non gradisce l’immigrazione selvaggia, ma non ha fatto nulla. L’unica cosa che ha in mente Meloni sono i soldi del Pnrr, che poi sono soldi italiani che l’Europa ci restituisce. Anzi, soldi lombardi principalmente.
A proposito di Lombardia. L’autonomia differenziata porterà a un cambiamento sostanziale o è una mossa politica annacquata?
È una buffonata. Non c’entra nulla con l’autonomia. È un colpo di coda della Lega di cinque o sei anni fa che ricordava la vecchia ragion d’essere della Lega ma quando la Lega era già diventato un partito nazionalista italiano. Questo gioco al ribasso continuo ha portato a chiedere questa piccolissima legge pur di dimostrare l'esistenza di un partito morente. È stata una seduta spiritica per chiedere a Salvini: “Se ci sei, batti un colpo”.
Le elezioni francesi, e soprattutto il secondo turno, cosa hanno dimostrato?
Hanno dimostrato che la Francia non è l’Italia o l’America. Rispetto a candidati di destra le coalizioni si possono fare. È incredibile perché ricorda molto il romanzo Sottomissione di Michel Houellebeqc, in cui si raccontava che pur di non far vincere il fronte nazionalista, la sinistra sarebbe stata pronta a consegnare il paese agli islamici. Qui non c’erano i Fratelli musulmani di mezzo, ma pur di far perdere il Rassemblement National si sono comunque uniti tutti. In Italia questo non ha funzionato né con Meloni né con Berlusconi, che praticamente non ha perso nessuna elezione tranne quella del ’96 quando la Lega si sfilò. Tutte le coalizioni in Italia non hanno mai portato da nessuna parte. In Francia esiste ancora un accordo tra la sinistra e i migrati, i “nuovi francesi”, anche quelli nati in Francia ma con nonni non francesi. La società multiculturale produce, giusto o sbagliato che sia, una serie di salvaguardie nei confronti della destra.
Nel Regno Unito ha vinto un laburista più per la delusione verso i conservatori che per una vera e propria adesione idealistica. Ma tutti hanno elogiato il galateo degli sconfitti e il discorso educatissimo di Sunak, che fa gli auguri al nuovo primo ministro Starmer.
In America c’era una scuola, gli “storici del consenso”, che sostenevano la differenza inesauribile tra Europa continentale e Uk e Usa. Rimane questa idea che in Inghilterra ci sia un unico sistema di governo che va avanti dalla Gloriosa Rivoluzione e in effetti è così, cioè una monarchia costituzionale in cui chi vince le elezioni, chi ha la maggioranza alla Camera dei comuni, diventa automaticamente primo ministro. E su questo non ci sono grandi contestazioni. Loro non hanno mai avuto neanche il fascismo, come in America. Il New Deal è la cosa più vicino al fascismo che ci sia stata nei Paesi anglosassoni. Naturalmente è una storia profondamente diversa da quella italiana o tedesca. Auschwitz non è in Montana. Sicuramente sono diversi da noi.
C’è un altro leader di cui si è parlato poco ma, in compenso, malissimo: Javier Milei. È davvero l’outsider della politica internazionale?
Lui non è compromesso con nulla. Può crollare ma non può essere inglobato nel sistema politico mondiale. L’Argentina è un Paese importante e fallito, più o meno come l’Italia e più o meno per le stesse ragioni. Milei vuole andare fino in fondo. Ci sono sicuramente dei compromessi a livello di politica internazionale, per esempio sull’Ucraina. Chiaramente Putin è l’aggressore, ma all’Argentina cosa gliene frega dell’Ucraina? Per ora deve garantire un quadro filoamericano in stile Dem, almeno sul piano geopolitico, però in politica interna sta provando a cambiare le cose. Chissà se glielo lasceranno fare. È veramente l’ultima speranza per un Paese distrutto dal peronismo, lo statalismo in salsa argentina. È la stessa cosa dell’Italia, con la differenza che in Italia ci sono due regioni molto produttive, la Lombardia e il Veneto, da parassitare. L’Argentina non le ha ed è crollata.
Elon Musk ha accusato l’Ue di avergli proposto un accordo per censurare dei contenuti su X. Che rapporto abbiamo in Europa e in Italia con la libertà di stampa?
L’Italia e l’Europa in generale hanno avuto una certa libertà nel periodo della Guerra fredda e subito dopo la fine della Guerra fredda. Dopodiché è scomparsa completamente, anche con la scusa del politicamente corretto. Si è tornati indietro a una storia di censura costante che risale al periodo dell’Impero romano. La storia d’Europa non è storia di libertà. Ora i governi vogliono mettere il bavaglio e persino gli intellettuali vogliono mettere il bavaglio ad altri intellettuali. Io ho chiamato il politicamente corretto “il disciplinamento dei chierici da parte dei chierici”, dove chierici sta ovviamente per intellettuali. Gli intellettuali disciplinano gli altri intellettuali perché in fondo il governo non ha avuto un potere così totale, persino nelle coscienze, nella storia del mondo. E questo ha portato all'estinzione del dissenso nei confronti di qualunque politica governativa. Pensa a tutte le persone che si sono fatte chiudere in casa per mesi sotto pandemia, senza dire nulla. O pensa alla tassazione al 60% come quella italiana. Figurarsi se abbiamo a cuore la libertà. Io abolirei tutti i reati di opinione, in Italia se ne vogliono di più. O si accetta la libertà o non la si accetta. Meglio una libertà pericolosa che una schiavitù senza pericoli. Ma non lo abbiamo mai capito.