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Omicidio Pierina Paganelli, davvero Louis Dassilva e Manuela Bianchi cancellavano foto e messaggi sulla scena del crimine? C’entrano ancora i testimoni di Geova? E quei duemila euro in custodia…

  • di Anna Vagli Anna Vagli

19 luglio 2024

Omicidio Pierina Paganelli, davvero Louis Dassilva e Manuela Bianchi cancellavano foto e messaggi sulla scena del crimine? C’entrano ancora i testimoni di Geova? E quei duemila euro in custodia…
Tante cose non tornano nei comportamenti assunti da Manuela Bianchi e Louis Dassilva dopo l’omicidio di Pierina Paganelli. Come mai, per esempio, i due stavano cancellando foto e messaggi mentre si trovavano sulla scena del crimine? Perché negare la profondità della loro relazione, quando la forza del loro legame è così evidente? Ci sono di mezzo ancora i testimoni di Geova? Insomma, tanti elementi fuori posto. E ci sono anche duemila euro lasciati in custodia che rendono ancora più opaca la faccenda…

di Anna Vagli Anna Vagli

Cosa spinge una persona a preoccuparsi di cancellare messaggi e fotografie nel bel mezzo di una scena del crimine? Questo è solo uno dei punti oscuri che emergono dalle indagini sul delitto di via del Ciclamino. Punti che gettano se possibile una luce ancor più sinistra sull’intera vicenda, rivelando una storia di tradimenti e segreti svelati solo grazie alla dedizione di inquirenti e investigatori. Sul punto, emergono progressivamente e in tutta evidenza la freddezza intorno al delitto di Pierina Paganelli di tutti i soggetti a vario titolo coinvolti. Secondo quanto è trapelato dalle indagini, Manuela Bianchi, prima ancora che arrivassero i soccorritori sulla scena del crimine, avrebbe chiesto a Louis Dassilva di cancellare i loro messaggi e loro fotografie dallo smartphone. Addirittura, porgendo a lui il suo telefono. La salma della suocera era ancora lì, massacrata da ventinove coltellate. Intrisa di sangue e fintamente violata per simulare la violenza ses*uale. Eppure, la preoccupazione era quella di cancellare i contenuti multimediali. La vera domanda è: perché? Una strana urgenza, considerando la drammaticità del contesto. Le cose a cui pensare ipoteticamente dovevano essere altre. A ogni modo, poco opinabili, non solo per chi scrive, sono le frasi pronunciate dalla Bianchi mentre si trovava in Questura a Rimini, in attesa di sostenere il colloquio con il pubblico ministero. Anche in questo caso, a ventiquattro ore dal delitto, aveva come unico pensiero quello della relazione con Louis. Chiedeva, infatti, insistenti rassicurazioni sul fatto che l’omicidio non cambiasse le cose tra di loro. Tutto il resto, Pierina compresa, rimaneva in secondo piano. Rassicurazioni che Dassilva tardava a fornire. Insomma, come già vi ho raccontato, la relazione che li legava era molto più forte di quanto loro volessero far credere. Difatti, da quanto riscontrato, la Bianchi e Dassilva hanno continuato a comunicare via Telegram fino ad almeno aprile 2024, scambiandosi messaggi tramite le storie dell’app citata. Meccanismi contorti basati sulla condivisione delle note dello smartphone. Una modalità comunicativa degna di Mata Hari. C’è sempre da imparare. Non è tutto. La Bianchi e il senegalese hanno continuato a scambiarsi messaggi e doni lasciandoli tra le due porte taglia fuoco dove è stato rinvenuto il corpo esanime della povera Pierina. Eppure, a favor di telecamera, entrambi hanno sempre sostenuto le difficoltà di scendere in quel punto perché evocava brutti ricordi. Più di una volta e a reti unificate.

Louis Dassilva, ora agli arresti per l'omicidio di Pierina Paganelli
Louis Dassilva, ora agli arresti per l'omicidio di Pierina Paganelli
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Louis sapeva che il 4 ottobre alle ore 18.30, il giorno successivo al delitto, ci sarebbe stata la resa dei conti davanti agli anziani dei testimoni di Geova. Lo sapeva perché nei minuti antecedenti alla morte della Paganelli, Manuela glielo aveva ricordato. Specificando il timore che terze persone avrebbero dovuto giudicare lei e il suo tradimento coniugale. Per chi non lo sapesse è necessaria una precisazione. Che, badate bene, è fondamentale per capire fino in fondo le ragioni che sono costate la vita a Pierina Paganelli. Tra i testimoni di Geova, l'adulterio è considerato un peccato grave. Se una persona è a conoscenza di un caso di adulterio non confessato, vi sono aspettative specifiche su come dovrebbe agire. Chi ha commesso il peccato dovrebbe confessarlo volontariamente agli anziani della congregazione. Questo è visto come un passo necessario per il pentimento e la riconciliazione con Dio. D’altro canto, se una persona è a conoscenza di un peccato non confessato, è incoraggiata a parlare con chi se n’è macchiato per esortarlo a confessare. Se la persona rifiuta, il testimone ha il dovere di informare gli anziani. Di conseguenza, questi ultimi hanno la responsabilità di mantenere la purezza morale della congregazione. Se vengono a conoscenza di un errore grave come l'adulterio, devono indagare e, se confermato, prendere le misure disciplinari necessarie, che possono includere la disassociazione, vale a dire l’espulsione, dalla congregazione. Pierina, come emerge da più testimonianze, era a conoscenza che la nuora aveva un amante. E non solo lei. Anche la figlia, il fratello Loris e i fratelli di Giuliano Saponi. Insomma, il 4 ottobre sarebbe tutto andato in fumo. L’adulterio sarebbe stato reso noto e Manuela avrebbe perso il suo posto all’interno della congregazione e forse anche il marito Giuliano una volta dimesso dall’ospedale. E anche su quell’incidente, forse, ci sarebbe da discutere. Le coincidenze non esistono e le indagini faranno il loro corso anche sul punto. Dato che all’epoca di quei fatti era già in essere la relazione tra Manuela e Louis. Il resto, come è andata, lo sappiamo. Una certezza. La Bianchi era in grado di influenzare non poco il comportamento del Dassilva. Non dimentichiamoci che gli aveva dato in custodia 2mila euro. A suo dire perché non avendo la cassaforte in casa temeva glieli portassero via i ladri. A ognuno la sua interpretazione.

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