Gli ingredienti del giallo ci sono tutti: il sangue, il tradimento, la fede. In via del Ciclamino a Rimini è successo di tutto e di più. E allora, dopo mesi di approfondimenti, oggi voglio sviscerare la faccenda del movente. E lo farò dopo aver letto l’ordinanza con cui il giudice per le indagini preliminari ha disposto la custodia cautelare in carcere di Louis Dassilva. Il movente, quella leva emotiva che spinge a commettere un delitto, è stato individuato dagli inquirenti nella relazione extraconiugale intrattenuta da quest’ultimo con Manuela Bianchi. Una relazione di cui quest’ultima temeva ne venisse a conoscenza la suocera. Del resto, come si dice evince dall’ordinanza, il timore più grande della Bianchi era che Pierina Paganelli potesse informare gli anziani dei testimoni di Geova. Ai quali, nonostante il fratello Loris le avesse suggerito di rivolgersi, non voleva far sapere niente. E proprio questa omertà rischiava di essere compromessa dalle telefonate intercorse tra la vittima e i figli di venerdì 29 e sabato 30 settembre 2023. Telefonate ascoltate dalla “fu amica” Valeria Bartolucci. Una paura forse più che fondata da parte di Manuela dato che, come riferito a sommarie informazioni testimoniali, anche Giacomo Saponi e Chiara Saponi, fratello e sorella di Giuliano, erano non solo a conoscenza del fatto che Manuela avesse un amante, ma anche che quell’amante fosse Louis Dassilva. C’è di più. Nell’ultima settimana e nei giorni antecedenti all’omicidio i due amanti si scambiavano messaggi giurandosi amore eterno e promettendosi di non lasciarsi mai. Non lo dico io, ma il contenuto informatico estrapolato. Un piccolo inciso. Povero Giuliano Saponi, vittima collaterale del delitto della madre Pierina. Dopo mesi trascorsi in ospedale, ha scoperto l’omicidio della madre, consumato il giorno prima delle dimissioni, e di essere stato ripetutamente tradito dalla moglie mentre era in coma. Torniamo ai due amanti. Dirimente, in “ragion d’omicidio”, anche la messaggistica della sera dell’omicidio. Manuela dice a Louis di essere fortemente preoccupata perché l’indomani sarebbe stata giudicata proprio dagli anziani. Terzi, li chiama lei. Anziani venuti a conoscenza della liaison amorosa.
In anni sulla scena del crimine ho imparato che uccidere rappresenta per l’assassino un modo per risolvere un problema. Non importa se a noi sembri inutile o irrilevante. Ciò che conta davvero è il punto di vista dell’assassino. Che cosa tormentava Dassilva? Louis temeva le ripercussioni familiari: sia per se stesso, rischiando di compromettere il matrimonio, sia per Manuela, che avrebbe perso la sua famiglia di culto attraverso la dissociazione dalla congregazione dei testimoni di Geova. Dunque, qual era il problema che Louis doveva risolvere? Ucciderla gli avrebbe permesso di proseguire la relazione con la dirimpettaia salvaguardando al contempo il suo matrimonio con Valeria, che gli garantiva sicurezza economica e affettiva. La separazione dalla moglie avrebbe significato infatti la fine del suo attuale stile di vita e l'impossibilità di mantenere i familiari in Senegal, dove sosteneva il padre, tre fratelli più giovani, la compagna e due figli, l'ultimo dei quali nato nel 2022. Insomma, Louis aveva in carico tre donne: Valeria, Manuela e la compagna in Senegal con figlio al seguito. Questione di segreti di palazzo. Pardon, di condominio che sono proseguiti anche dopo il delitto di Pierina.