Quindici sono i reperti che finiranno sotto la lente di ingrandimento del dottor Emiliano Giardina, il super perito nominato dal tribunale di Rimini per procedere agli accertamenti tecnici irripetibili su tracce ematiche e dna. Il tutto da svolgersi il prossimo 11 luglio nella forma dell’incidente probatorio. Chi ha ucciso Pierina Paganelli? Una cosa ad oggi appare granitica. Sempre più distanti appaiono i due schieramenti. Da un lato Louis Dassilva e Valeria Bartolucci, i dirimpettai di Pierina Paganelli. Dall’altro i fratelli Manuela e Loris Bianchi, la nuora dell’ex infermiera ed il fratello. Se i primi due continuano a ripetere di guardare nell’altra parte del pianerottolo per cercare il presunto responsabile, dall’altra Manuela e Loris si dicono convinti che Louis sia totalmente estraneo all’omicidio e che l’assassino debba essere ricercato fuori dalla cerchia attenzionata fin da subito dagli inquirenti. Secondo questi ultimi, invece, la risposta starebbe proprio lì. Ed il perché, prima di procedere nell’analisi, lo ricordo brevemente. Pierina Paganelli era un’infermiera in pensione che in maniera del tutto improbabile poteva essere vittima dell’agguato di uno sconosciuto. E sconosciuto il suo assassino non lo era perché ce lo dice la scena del crimine: ventinove coltellate. Troppe per essere inflitte da un estraneo. A ciò si aggiunge la perfetta conoscenza dei luoghi e il modo in cui si è destreggiato l’assassino. Elementi che di fatto non fanno che complicare il lavoro agli inquirenti. Si tratta, dunque, di mettere nella giusta sequenza criminale i dati e gli elementi emersi fino ad oggi. Allo stato, Louis Dassilva è l’unico indagato per omicidio volontario aggravato. Il movente sarebbe da ricercare secondo gli inquirenti nella relazione extraconiugale con Manuela Bianchi. Una relazione, ha ribadito Louis in sede di interrogatorio, solo superficiale e priva di sentimento profondo. Tutto resta però secretato in merito. Certo è verosimile che in otto ore di interrogatorio Louis abbia avuto ben altro da raccontare oltre alla liaison con Manuela. Ma andiamo oltre. Sarebbe il senegalese, secondo gli uomini coordinati dal dottor Paci, l’uomo immortalato dalle telecamere di video sorveglianza della farmacia qualche ora prima e immediatamente dopo l’omicidio. Sempre secondo la ricostruzione del dottor Paci non ci sarebbe alcuna premeditazione, ma il delitto sarebbe maturato in un momento d’impeto. Ipotesi non completamente verosimile. Sul punto, la difesa di Louis Dassilva, sostenuta anche da Valeria Bartolucci, moglie di quest’ultimo, avrebbe sollevato alcuni dubbi su determinati comportamenti antecedenti all’omicidio. Proprio nell’ottica ed in vista degli accertamenti tecnici irripetibili al centro ci sarebbero gli abiti indossati da Dassilva il giorno del suo incidente in moto avvenuto circa ventiquattro ore prima dell’omicidio. Abiti sporchi del suo stesso sangue che l’uomo si era tolto per essere medicato e che Manuela avrebbe prelevato dall’ospedale solamente per lavarli. Un dato singolare visto che, secondo quanto ricostruito, sarebbero poi di fatto restituiti ancora imbrattati del materiale ematico del senegalese. Francamente, sul punto, resto dubbiosa in ordine alla teoria del complotto come sostenuto dalla Bartolucci. Secondo la quale potrebbe essere stato messo in atto un meccanismo per incastrare il marito.
Ora è ben vero che esiste un principio, noto come principio di Locard, secondo cui ogni contatto lascia una traccia. Nello specifico, dice Locard, quando una superfice A viene a contatto con una superfice B c’è un trasferimento da A a B e da B ad A. Però mi sembrerebbe troppo macchinosa e studiata nel dettaglio la strategia del complotto. Insomma, significherebbe ipotizzare che Manuela è una diretta conoscitrice delle scienze forensi. Non lo ritengo plausibile. Piuttosto mi concentrerei su altre anomalie. La foto che ritrae Loris a terra sul pavimento con le mani sporche ed evidentemente sudato e la frase da lui pronunciata appresa la notizia della morte di Pierina “giustizia è stata fatta”. A che tipo di giustizia si riferiva? Che cosa c’era da “giustiziare”? In ultimo, non sono ancora riuscita a rispondere a una domanda che colgo l’occasione di girare nuovamente a voi. Come è possibile che Manuela, la prima a ritrovare il cadavere, non abbia riconosciuto la suocera? E perché anziché chiamare l’ambulanza ha allertato Louis? La salma era ancora fresca, i fenomeni putrefattivi non erano ancora cominciati. Manuela conosceva Pierina, i suoi modi di vestire, la sua fisionomia. Il cadavere aveva comunque le caratteristiche di una donna anziana. Ammettendo che non l’abbia effettivamente riconosciuta, perché non è andata a sincerarsi che stesse bene? L’11 luglio inizieranno gli accertamenti tecnici irripetibili e la comparazione avverrà con il profilo genetico dell’unico indagato. È infatti bene ribadirlo. Solo il nome di Louis Dassilva risulta sottoposto a un’indagine, nessun altro. Almeno per ora.