Più passa il tempo e più il delitto di Pierina Paganelli assume i connotati di una vera e propria produzione drammaturgica. Mi riferisco nel dettaglio all’opera Sei personaggi in cerca d’autore di Pirandelliana memoria. Anche nel delitto di via del ciclamino, infatti, sembra di essere giunti al secondo atto, quello che Luigi Pirandello ha ribattezzato nella sua opera Il giuoco delle parti. Un gioco che, viste le premesse, non mancherà di delineare ruoli e protagonisti. Con l’iscrizione nel registro degli indagati di Louis Dassilva, il dirimpettaio di Pierina e amante della di lei nuora, ogni personaggio coinvolto in questo terribile delitto è a questo punto “in cerca d’autore”. Per essere chiari: l’avviso di garanzia a Louis è stato notificato solamente la scorsa settimana. Ma pensate davvero che la Procura di Rimini si sia svegliata d’un tratto e si sia decisa ad indagarlo? Niente affatto. Il ragionamento degli inquirenti è lineare e anche prontamente calcolato. Difatti, ritengo verosimile che in questi mesi la Procura abbia cercato di circostanziare la prova scientifica per evitare contestazioni di qualsiasi tipo. Massimo Bossetti docet.
Ritengo verosimile che gli esiti scientifici rappresentino solamente la chiusura del cerchio e che chi indaga abbia in mano tutta una serie di elementi che richiedano solo dell’elemento scientifico per essere definiti. Almeno, per quel che riguarda l’esecutore materiale del delitto. Ripeto. Siamo in fase di indagine e vige la presunzione di non colpevolezza. Tuttavia, pur rimanendo garantista, ribadisco che la faccenda è destinata ad ampliarsi riservando diversi colpi di scena. Alla faccia di chi in questi mesi ha sempre detto che gli inquirenti erano fuori strada accampando esami ed ipotesi inverosimili. A tutto c’è un limite. Anche ai fantaomicidi. Ecco, forse solamente in questo il delitto Paganelli differisce dall’opera decadentista di Pirandello. Peraltro, secondo alcune indiscrezioni accreditate, Manuela e Louis avrebbero continuato a vedersi in questi mesi. Perché? Forse sempre come amanti? Se confermata, questa notizia avvalorerebbe due elementi: il movente e il coinvolgimento di altre persone oltre a Dassilva. Non sto puntando direttamente il dito contro nessuno. Però capite bene che se l’indiscrezione fosse confermata diventerebbe quasi imprescindibile non tanto porsi una domanda, ma confermare la risposta. Che motivo poteva avere Louis per uccidere Pierina?
Probabilmente un motivo condiviso, non autoriferito. Qui entrano in gioco i personaggi in cerca di ruolo, più che d’autore. Per il momento Louis è l’unico indagato, ma ricordiamoci che nel vortice dei sospettati ci sono ancora Manuela e Loris Bianchi e Valeria Bartolucci, moglie di Louis. Quest’ultima, è bene ricordarlo, è l’unico alibi del marito. Che, però, sarebbe stato immortalato per ben due volte dalle telecamere di video sorveglianza nella zona: prima e dopo l’omicidio. Il dirimpettaio di Pierina ha sempre affermato di essere zoppicante a causa di un infortunio avvenuto il giorno prima dell’omicidio dell’ex infermiera. Le telecamere invece inquadrano una sagoma, che gli inquirenti sospettano essere proprio Dassilva, che cammina perfettamente. E la inquadrano anche un sacchetto in mano dopo il delitto. Louis ha sempre negato anche di essere lui l’uomo nei frame. È davvero così? Intanto, gli accertamenti tecnici irripetibili che avrebbero dovuto svolgersi ieri ed oggi sono stati rinviati perché la difesa dell’unico indagato ha chiesto che questi ultimi si svolgano nella forma dell’incidente probatorio.
Una tutela per lui, dato che consentirebbe, previo accoglimento del Gip, di svolgere le analisi anche in presenza di un perito nominato dal giudice e quindi per definizione terzo ed imparziale. Una sorta di all in, dato che quelle risultanze assunte in incidente probatorio sono destinate a diventare delle vere e proprie prove. L’attenzione, infatti, è concentrata su di una presunta traccia ematica repertata sul manico della borsa di Pierina e su alcune impronte digitali repertate nel vano scale che dal garage conduce al condominio. In attesa degli accertamenti irripetibili e di sapere a chi appartengono quelle tracce biologiche, chiudo con il “rasoio di Occam”. Vale a dire quel principio che riconosce il potere della semplicità anche nella risoluzione di un crimine. In concreto, non occorre moltiplicare gli elementi più del necessario perché a parità di soluzioni, quella più semplice è da preferire. Chi e perché aveva interesse a che un’anziana di settantotto anni morisse? Nel rispondervi, ricordate il rasoio di Occam.