Volano stracci, e non solo, tra Manuela Bianchi, la nuora di Pierina Paganelli, e la moglie di Louis Dassilva, Valeria Bartolucci. Del resto, quest’ultima, dopo aver scoperto che la Bianchi aveva una relazione con il marito, non aveva mai fatto mistero dei suoi risentimenti nei confronti dell’ex amica. Le due, infatti, erano legate da ben quindici anni. Ma, mentre in via del Ciclamino la tensione è alle stelle, continua a non esserci pace per la povera Pierina Paganelli. Complice probabilmente il circo mediatico che ruota intorno a questa terribile vicenda. Dove il sangue, in verità, si è progressivamente intrecciato alle vicende di cuore. E di tradimenti. Sicuramente, senza questi risvolti sentimentali, l’omicidio di Pierina non avrebbe conquistato le pagine patinate della cronaca nera. O almeno non lo avrebbe fatto per così tanto tanto. Dall’altro lato, c’è da dire che la procura di Rimini ha agito come dovrebbe fare ogni Procura. Con le garanzie che giustamente devono essere riconosciute a chi, direttamente o indirettamente, viene coinvolto in un’indagine per omicidio. Di questo modus operandi, però, in molti, ne hanno approfittato. Dopo nove mesi, c’è stata, per ora, l’iscrizione di un solo indagato: Louis Dassilva, dirimpettaio dell’ex infermiera in pensione e amante di Manuela Bianchi, nuora di Pierina e dunque sposata con Giuliano Saponi. Una relazione che fin dagli inizi gli interessati non solo hanno cercato di insabbiare, negando l’innegabile anche a favore di telecamera. Ma che sarebbe continuata anche dopo il delitto. La chiamavano “fake news”, ma tanto fake non era. Gli atti cantano. Di recente, l’informazione secondo la quale Louis e Manuela non avrebbero mai smesso di vedersi sarebbe stata ventilata proprio a Valeria Bartolucci. Del resto, è Valeria l’alibi del senegalese. Un alibi che traballa secondo gli uomini del dottor Paci e che, forse, hanno cercato di scalzare comunicando alla donna che Louis ha continuato a intrattenersi segretamente con Manuela. Un dato, peraltro, che i diretti interessati hanno smentito. Non credo, però, che chi indaga abbia fornito una simile informazione se non corrispondente al vero. In attesa degli accertamenti tecnici irripetibili, i cui lavori inizieranno il prossimo 11 luglio, è andato in scena l’ennesimo episodio di via del Ciclamino. Valeria, che ha comunque scelto di restare accanto al marito, si è scagliata nei confronti della Bianchi dopo uno scambio di battute verbali. La moglie di Louis, rivolgendosi alla Bianchi, avrebbe detto: “Mi fai vomitare”. E la seconda avrebbe replicato: “Io l’ho già fatto”.
Così Valeria, a favor di telecamera, non ci ha visto più. E avrebbe provato ad aggredire l’ex amica tirandole i capelli e cercando di sferrarle un calcio. Il tutto avvenuto tra le due porte tagliafuoco, teatro dell’omicidio di Pierina Paganelli. Episodi da film horror, che dovrebbero far riflettere tutti i diretti interessati. Valeria Bartolucci, a mio modo di vedere, è una vittima collaterale nel delitto di Pierina. Vittima di un duplice tradimento: quello del marito e della dirimpettaia che si professava sua amica, ma intanto condivideva il letto con suo marito. Attenzione. Questo fatto, per quanto doloroso, non giustifica in alcun modo quanto accaduto ieri. Peraltro, nel punto in cui Pierina Paganelli ha perso la vita. La scienza è scienza e inchioderà senza dubbio chi quel 3 ottobre 2024 si trovava sulla scena del crimine insieme alla povera infermiera in pensione. Ma in questa storia mancano ancora tanti tasselli. Quei tasselli che gli uomini del dottor Paci, con una dedizione e garantismo che continuano ad essere degni di merito, stanno cercando di mettere al loro posto. In questa storia, infatti, c’è sempre una parte da scrivere. Nel mio ultimo editoriale vi avevo parlato dell’equazione utilizzata dai criminologi americani per risolvere un giallo: “Why+How= Who”. “Perché + Come= Chi”. Ebbene, se hanno ragione gli inquirenti, come credo, e l’assassino è Dassilva, il movente – così come rappresentato – non mi convince. Sul punto io credo al senegalese. Per lui, la relazione con Manuela non era mossa da un sentimento profondo. Da questo punto di vista, quindi, quel perché dell’equazione sottende altro. Un altro che, molto probabilmente, vedrà un allargamento delle responsabilità. Intanto, le prime risposte verranno dalle analisi genetiche. Ogni contatto lascia una traccia diceva Locard. E dunque ogni assassino lascia qualcosa di sé sulla scena del crimine. Il delitto perfetto non esiste. È solo questione di tempo e alle parole seguiranno i fatti. Altro che “fake news”.