La crisi dei chip rischia di avviare una “decrescita infelice” in molti settori della nostra economia. L’ultimo caso è stato aperto dal decreto del Mef, che ha stabilito come dal 1° giugno le tessere sanitarie possono esser stampate e distribuite ai cittadini anche senza microchip, proprio per mancanza globale di semiconduttori che da mesi l'industria automobilistica conosce. Il microchip è infatti l'elemento che consente alla Tessera Sanitaria (TS) di diventare Carta nazionale dei servizi (TS-CNS) e di risultare utile come "strumento di identificazione in rete" che permette di fruire dei servizi della Pubblica amministrazione. La nuova versione sarà utilizzabile solo come Codice Fiscale e Tessera Europea Assistenza Malattia, perdendo quindi le funzioni utili per l’identificazione, l’autenticazione online e la firma elettronica avanzata, per i rapporti con le Pubbliche amministrazioni. Per continuare a usufruire dei servizi digitali della pubblica amministrazione, il ministero ha stabilito che fino al 31 dicembre 2023 sarà possibile continuare a utilizzare la tessera sanitaria scaduta con microchip.
Ma la carenza di microchip continua a pesare anche nella produzione mondiale di auto. Gli analisti di autoforecastsolutions.com, come riporta il sito specializzato autonews.com, hanno segnalato che nell’ultima settimana i costruttori hanno tagliato ben 59.100 veicoli dai loro piani di produzione. In particolare, sono state le fabbriche in Nord America a subire il ridimensionamento maggiore, con 29.900 auto prodotte in meno. Sono stati invece 21.500 i veicoli in meno prodotti in Asia e 7.700 quelli in Europa. Vista la situazione, le case automobilistiche stanno aspettando l’attivazione di nuove capacità produttive per quanto riguarda i semiconduttori. Ma intanto i veicoli che mancano all’appello nel mondo finora sono 3,1 milioni, numero che a fine anno secondo le stime è destinato a salire quasi fino a quattro.