Cibo, anche per la mente. Poco dopo la sveglia e prima di addormentarmi libri e poi TikTok, che ora si vuole vietare, primo posto al mondo negli Stati Uniti d'America dove, sembra, stia distraendo i cittadini Usa (e getta) dal fare stragi. Troppo tardi. Come gli abitanti di Parigi che si sono finalmente opposti ai monopattini elettrici. Ripeto, troppo tardi. Come si diceva un tempo, bisogna tenere chiuse le stalle per continuare ad allevare buoi e mucche. Il problema dei monopattini elettrici a Roma, per fortuna, non esiste perché ormai hanno intasato l'itera città, ma il problema di TikTok esiste eccome. Ed è drammatico ed enorme. Dai food blogger - io in italiano li chiamo “scrocconi” - ai forzuti iper-stra-tatuati che albergano ovunque – "mens sana in corpore sano" va bene ma almeno il vecchio elenco del telefono andrebbe letto - su Tik Tok non c'è più scampo. Ha ragione il presidente della Regione Campania, Vincenzo De Luca, quando dice e ripete "qui sono tutti matti" e non a caso il nuovo segretario del Pd, Elly Schlein, gli fa la guerra aperta. Quando l'Italia, e il mondo intero, s i sveglieranno saranno dolori. Uno deve affollarsi a Napoli, in centinaia, per farsi fare un panino "con mollica o senza" dal buon, simpatico Donato di "Con mollica o senza"? Orde affamate? E quelli che, con amici, fidanzate, mogli e famiglie provano, ed elogiano cibi di ogni tipo da ovunque nelle città italiane, in Europa e nel mondo? È chiaro che poi si arriva al cuoco turco con i guanti, Salt Bae, chi ti taglia, con gli occhiali da sole, la sua super costosissima carne, è chiaro che in Galleria a Milano il famoso/fumoso chef Carlo Cracco sta facendo crack finanziario, e lo stesso sta succedendo a tantissimi chef televisivi che aprono e chiudono locali ovunque.
Adoro soprattutto i giovani “scrocconi” che con un solo euro mangiano un mese in una città o quelli che provano la pizza napoletana in Buthan e la trovano gustosissima - la pummarola di lassù, oltre il Tibet, è l'invidia dei pizzaioli partenopei - oppure chi prova tutto correndo e tutto è "super buonissimo", adoro gli chef che impiattano - a casa se parlavo di "impiattamento" partivano terribili schiaffoni - "mamma, zia, zio guarda come hai impiattato male" e via alla bufera di schiaffi violentissimi e mestolate - o si vestono come Arlecchino, quelli che tirano i piatti in faccia ai concorrenti. D'altronde Masterchef va avanti da 13 anni e Grande Fratello, Grande Fratello Vip – maddechè e perché - e Isola dei Famosi - ancora, maddechè e perché famosi - e Falsissimo - chiedo scusa, Verissimo - di Silvia Toffanin in Pier Silvio Berlusconi che ora ha deciso di dire basta alla tv spazzatura. Che ha dato il via all'Italia della spazzatura attuale. Sbaglio? Sono troppo disfattista, troppo pessimista, troppo volgare, troppo vecchio, troppo anarchico? Fate voi. Resto pazzo ma quando vedo mio cugino Davide, e il figlio Oliver, sventolare la sciarpa giallorossa fatta da mia madre Dina, e il mio amico e collega Fabrizio con la bellissima figlia bionda Greta alzare anche lei l'amato vessillo, mi commuovo. Assai. Leggo Mimmo Ferretti, sul Corriere della Sera edizione romana - su capitan Lorenzo Pellegrini, un campione normale nato e cresciuto a Centocelle, e continuo a commuovermi. E credo e penso che se Napoli ha San Gennaro e Milano, cioè Inter e Milan, hanno sant'Ambrogio, Roma ha San Pietro, San Paolo e San Josè (Mourinho) che crediamo farà il miracolo... E andiamo. Il laziale Ciro Immobile, cannnoniere micidiale e fortunato? Certo. A momenti in macchina ci lasciava le penne sotto un tram. Non è successo nulla di grave, ora la parola al tribunale. Buona fortuna, campione. Sarà una risata che li seppellirà.