Sono giorni che ci penso. Sono giorni che leggo e sento di gemelli ritrovati abbracciati a pochi metri dalla spiaggia di Cutro, di una scarpa ritrovata in riva al mare, di piccole bare bianche al palazzetto di Crotone. Poi guardo la tv e le vedo, guardo il reportage di Zoro a Propaganda e vedo una tuta di pile rosa e bianca sotto la sabbia e penso anche a mia figlia Anita, e la immagino lì dentro, dentro a quella tutina; vedo un pescatore che apre una borsa abbandonata e tira fuori il Corano e poi un puf per l'asma e penso a mio figlio Orlando, perché è identico a quello che usa anche lui. E poi leggo un titolo: altri due corpi di bambini recuperati in mare. Ieri. Sette giorni dopo il naufragio della Summer Love, un nome che ti richiama alla California, agli acidi e ai concerti rock e invece in questo caso significa 30 o più dispersi ancora, 70 morti, 50 sopravvissuti.
Il primo bambino ritrovato ieri aveva solo una giacca di jeans. Galleggiava sempre lì, nella secca di Steccato di Cutro. Il secondo invece era un paio di chilometri a Ovest, gli uomini della Protezione civile lo hanno visto perché una mano usciva dall'acqua: indossava un paio di shorts e una scarpa. Sempre una scarpa sola. Con la chiusura a strappo, quelle che usi quando ancora non te le sai allacciare. Aveva sei anni più o meno. Mentre l'altro tre. Soltanto tre.
E ora dico: come può non salirti la rabbia, come puoi non bestemmiare pensando che da queste piccole vittime che in tutto adesso sono 27, 18 bambini e bambine al di sotto dei 12 anni e 9 tra i 13 e i 17, non ci è andato nessuno - NESSUNO - dei vip, dei presentatori, dei personaggi che hanno fatto la fila per il funerale di Costanzo. E soprattutto nessuno del nostro governo, solo un ministro che si è espresso come un bimbominkia che non si rende conto di quello che dice. Sono 60 tra premier, vicepremier, ministri, sottosegretari. E nessuno a distanza di una settimana si è presentato. Non ci è andato Salvini, che eppure ha la delega al controllo del mare nel suo Ministero. Non ci è andata Meloni che però ieri ha annunciato: andremo a Cutro a fare il prossimo Consiglio dei ministri. No, vi prego. Risparmiateci questa buffonata. Risparmiateci la sfilata di macchine blu coi vetri oscurati, le telecamere, le parole di circostanza. Questa è una ferita che vi resterà sempre addosso. Per sempre. Ci penserà la magistratura a dirvi se in questa vicenda avete una colpa ma per tutto il tempo che durerete e per tutta la vostra carriera politica ci penseremo noi a ricordarvi che le vostre comode scarpe sono due e quelle del bambino ritrovato in mare solo una, e che i vostri nomi e cognomi li conosciamo e quelli dei bambini sono diventate delle sigle: KR70M6, KR69M3 e così via, catalogati per provincia, numero di vittima, lettera a indicare il sesso ed età.
Eppure, forse, una speranza c'è, ce l'abbiamo. Ha 12 anni, ed è ricoverato nel reparto pediatria dell'ospedale San Giovanni di Dio. Nella traversata ha perso i genitori e continua a dire che suo padre arriverà presto dalla Svezia a prenderlo. Non arriverà mai, ma qualcun altro potrà andare a prenderlo e farlo crescere. Perché come crescerà questo ragazzo, come si integrerà e che lavoro farà dirà tanto, se non tutto, del Paese che saremo diventati. A lui dobbiamo pensare le prossime volte che saremo chiamati a fare delle scelte, che sia una elezione o un referendum o qualsiasi altra scelta della nostra vita che separerà il giusto dallo sbagliato, l'ipocrisia dal vero, il silenzio dalla protesta. A lui dobbiamo pensare, a lui che aspetta un padre dalla Svezia e che invece i suoi genitori, a questo punto, siamo tutti noi.